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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza |
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LIBRI
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GIORGIO GALLI Le Edizioni Lindau presentano l’ultimo lavoro di Giorgio Galli, uno dei più autorevoli politologi italiani: una vastissima, ricca e lungimirante analisi per mettere sotto una luce del tutto inedita il ruolo avuto da Gelli e dalla sua Loggia nella lunga serie di drammatiche vicende che hanno segnato la storia d’Italia da dopoguerra... a oggi!
IN TUTTE LE LIBRERIE Scheda del testo al seguente link: http://www.lindau.it/schedaLibro.asp?idLibro=1055
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« A vent’anni di distanza, a Guerra Fredda conclusa, destra e sinistra convergono ancora nel preferire a una seria assunzione di responsabilità, nazionale e collettiva, lo scaricare, ormai in sede storica, su altri (Stati Uniti) o su istituzioni specifiche e settoriali (servizi segreti, Massoneria) la responsabilità del mediocre funzionamento di un sistema politico (la cosiddetta Prima Repubblica) nel quale i vertici di partito hanno sistematicamente male interpretato e disatteso i pronunciamenti dell’elettorato. Personalmente ho sempre cercato di abbinare allo studio dei ruoli dei poteri occulti un’analisi politologica che non si traduca in una dietrologia permanente. Le pagine che seguono sono la prosecuzione di questo lavoro. » Giorgio Galli
Introduzione In questo contesto, le vicende italiane, con poche centinaia di vittime, possono essere rappresentate come episodi dolorosi, ma in fondo marginali, di un conflitto cosmico nel quale la luce ha prevalso sulle tenebre.
Le pagine che seguono sul
ruolo della Massoneria sono una proposta metodologica per contrastare il
prevalere di un’impostazione concettuale che, una volta affermatasi,
renderebbe impossibile accertare quello che è realmente accaduto nelle
singole situazioni.
In qualche caso vi può essere
stata un’intersecazione tra le due situazioni, un collegamento tra
iniziative italiane e un ambito particolare, in un periodo preciso, nel
quale le condizioni internazionali del momento possono aver esercitato
qualche influenza. Ma, in generale, attraverso una ricostruzione precisa
che il tempo trascorso consente ormai di definire storica, è possibile
giungere a una distinzione e a una classificazione, sino a pervenire a
una mappa comparativa completa di tante vicende che l’opinione pubblica,
e soprattutto le giovani generazioni, collocano in una nebulosa i cui
confini e la cui estensione proprio il trascorrere del tempo rende
sempre più indefiniti. L’analisi del ruolo della Massoneria è un primo
contributo alla costruzione di una tale mappa. Gelli e la P2 tra realtà e leggenda
I ritocchi di cui si parla non erano le iniziative previste dal piano di rinascita di Gelli e della P2. Concernono essenzialmente la riduzione del centralismo (autonomia delle regioni e dei comuni, distinzione dei ruoli fra le due camere, con un senato per la gestione di quelle autonomie, sul modello tedesco e in parte francese). Il mancato impegno in questa direzione ebbe come principale conseguenza politica, a partire dagli anni ’80, il successo della Lega, nata in un contesto del tutto diverso da quello degli anni ’60: declino della sinistra e del Pci, di nuovo confinato all’opposizione di governi a centralità democristiana. Questa venne sfidata dal Psi di Craxi, l’uomo che aveva conosciuto Gelli, ma che lo aveva definito «Belfagor», il diavolo furbo ma al servizio di quello davvero pericoloso, Belzebù (Giulio Andreotti). Anche Craxi aveva inizialmente sbandierato un progetto che definiva «Grande riforma», con rafforzamento dell’esecutivo (sino alla possibilità di una repubblica presidenziale). Ma il progetto era stato accantonato, per essere sostituito da una competizione con la Dc per una spartizione del potere che non ne metteva in discussione la centralità nel nostro sistema politico. È questo equilibrio che venne sconvolto nei primi anni ’90, quando era trascorso ben un ventennio dal progetto gelliano della P2.
Mentre questi progetti
prevedevano – come si è detto – una magistratura subordinata a un potere
politico anticomunista, fu una magistratura più autonoma da un potere
politico indebolito che, divenendo protagonista non di un complotto
(come si disse), ma di inchieste finalmente non condizionate, creò una
situazione che fornì una nuova occasione ai comunisti, in trasformazione
con la crisi del sistema sovietico. La «discesa in campo» di Berlusconi
nasce dall’idea di cogliere un’occasione alternativa a quella che si
presentava per i comunisti: quella di impegnarsi in politica per evitare
una crisi finanziaria, aggregando l’elettorato moderato in crisi di
rappresentanza.
Vi sono fattori di continuità
nel sistema politico italiano. Per esempio le tradizioni della Dc e del
Pci perdurano, anche dopo la scomparsa dei due grandi partiti della
Prima Repubblica. Il mal definito rapporto fra centralismo e autonomie
si trascina sin dal Risorgimento. Permane, come in tutte le democrazie
rappresentative, un conflitto latente fra istituzioni basate sul
consenso e servizi di sicurezza fondati sul segreto. I tempi rapidi della vita postmoderna fanno spesso venire meno la memoria storica. La necessità di conservarla non può prescindere dalla necessità di mantenere quella distinzione tra storia e leggenda che pure viene messa in discussione in recenti dibattiti sulla disciplina storica, di cui dirò più avanti. Per questo è opportuno puntualizzare che la vicenda della P2 si è chiusa definitivamente da oltre un quarto di secolo, anche se ha avuto un significato politico che è utile tenere continuamente presente. Ma la leggenda può ancora irrobustirsi con i dati della cronaca attuale, che riguardano situazioni torbide o intriganti.
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