Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza ROSA+CROCE
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STORIA E DOTTRINA DEI ROSA+CROCE3º PARTESOMMARIO:
3º PARTE - I DOCUMENTI DEI ROSA-CROCEI MANIFESTI (7)Le informazioni che fino ad oggi si sono potute raccogliere intorno a quest'Ordine sono assai vaghe e tuttora, malgrado quanto ci ha detto Max Heindel, questa Fraternità resta uno dei più sconcertanti e misteriosi argomenti. Quanto agli autori antichi e moderni che si sono occupati di tale questione, malgrado tutta la loro buona volontà e la coscienza impiegata nelle ricerche, devono alla fine riconoscere che i relativi documenti sono sempre incerti a causa dell'anonimato. Mai un vero Rosa-Croce si è rivelato tale e mai ha rivelato alcunché di segreto. Max Heindel stesso non si attribuisce questo titolo; egli tuttavia era Iniziato nell'Ordine e poteva elevarsi coscientemente fino ai mondi spirituali, avendo a sua disposizione tutta la chiaroveggenza positiva. Perciò la maggior parte degli insegnamenti che egli ci fornisce nella COSMOGONIA DEI ROSA-CROCE1 sono stati verificati mediante i suoi poteri occulti, essendo il solo autorizzato da detta Fraternità a darci tutte queste preziose informazioni mistiche. È accertato che dal secolo XIV si reclutavano membri laici; ma fino a quando non fosse giunta l'ora di divulgare pubblicamente questa conoscenza, anche se parzialmente, la Fraternità si è astenuta dal farlo. Essa influenzò e istruì però gli antichi sinceri Alchimisti e i Sapienti del Medio Evo. A causa dell'insufficiente evoluzione della maggior parte degli uomini e del materialismo predominante da due secoli, i Fratelli della Rosa-Croce conservavano il segreto dei loro sublimi insegnamenti. Prima della data stabilita per dare pubblicamente questa conoscenza, la Fraternità cercò la persona più capace e idonea, sotto tutti gli aspetti, per ricevere e trasmettere i suo i insegnamenti. Se fu prescelto Max Heindel è perché egli ne era il più degno; perciò la Fraternità dei Rosa-Croce, che sono i grandi Ierofanti dei Misteri, gli affidò la missione di rivelare al pubblico queste verità occulte. Ciò non deprezza in nulla le filosofie precedenti, che rimangono valide per coloro che per il momento non desiderano nulla di più; questa considerazione non impedirà agli altri di ricevere informazioni più complete, soprattutto perché questa filosofia è fatta per l'avvenire, e interessa attualmente pochissime persone. Quanto alle documentazioni antiche sui Rosa-Croce, esse sono sempre interessanti, benché siano circondate dal mistero della leggenda. Diamo di seguito un riassunto del manifesto "Fama Fraternitatis", stampato nel 1614 e attribuito a Johann Valentin Andreae. È il primo documento importante che fornisce informazioni su quest'Ordine misterioso che esisteva già da secoli; precedentemente lo stesso autore aveva pubblicato "Le Nozze Chimiche di Christian Rosenkreuz", storia fantastica composta di avvenimenti occulti e di cui Christian Rosenkreuz è l'eroe principale. Quanto alla "Fama", essa è dedicata ai Capi e ai Sapienti d'Europa. Per ulteriori informazioni, consultare il libro di Max Heindel: "STORIA DEI ROSACROCE".
LA "FAMA FRATERNITATIS" (7)Noi, fratelli della Fraternità dei Rosa-Croce, rivolgiamo a chiunque legga la nostra "Fama" di opinione cristiana, salute, amore e preghiera." Qui lo sconosciuto autore esordisce col rammentare a tutti la bontà divina e avverte gli intellettuali che le loro egoistiche meschinerie e la cupidigia fanno loro seguire delle false teorie che ignorano la vera conoscenza che Dio ha rivelato nella Sua bontà e che, inoltre, Egli invia loro il padre spirituale altamente illuminato Christian Rosenkreuz, per effettuare una riforma generale. Questo scopo fu perseguito a lungo da questo Essere misterioso che fu il capo e fondatore della nostra Fraternità. Egli discendeva da nobile famiglia tedesca; essendo povero fu raccolto in un convento all'età di cinque anni, dove imparò il greco e il latino. Le sue insistenti suppliche e preghiere permisero che si associasse più tardi, all'età di sedici anni, ad un monaco, P.A.L., che partiva in pellegrinaggio al Santo Sepolcro. Sebbene questo monaco fosse poi morto a Cipro, il nostro Christian Rosenkreuz continuò da solo verso Damasco, ma la sua salute precaria non gli consentì di raggiungere Gerusalemme, e si fermò a Damasco dove entrò in rapporto con i filosofi del luogo e apprese dell'esistenza di un gruppo di mistici e saggi che dimoravano nella città araba di Damcar. Il racconto dei miracoli che essi avevano compiuto e di come la natura intera non celasse per essi segreti, risvegliò il suo alto e nobile ingegno; da allora l'interesse per Gerusalemme fu superato nel suo spirito da quello per Damcar. Si mise d'accordo con gli Arabi per farsi condurre in quella città, dove fu ricevuto a braccia aperte, come qualcuno atteso da molto tempo. Questi mistici lo chiamarono per nome e gli descrissero dei particolari della vita passata in convento, della qual cosa fu meravigliato. Imparò la lingua araba e l'anno dopo tradusse in un buon latino il Libro M per portarlo poi in Europa. Fu là che egli cercò le sue conoscenze fisiche e matematiche. Dopo tre anni di studi a Damcar, Christian Rosenkreuz si recò a Fez, passando rapidamente per l'Egitto e attraversando il Mediterraneo. A Fez gli Arabi gli elargirono nuove conoscenze e gli insegnarono a comunicare con gli spiriti detti Elementali, che gli rivelarono molti segreti. Malgrado l'inferiorità di questi filosofi di fronte a quelli di Damcar, le precedenti esperienze di Christian Rosenkreuz gli consentirono di osservare che la loro magia non era del tutto pura e la loro Cabala macchiata dall'ombra che proiettava la loro religione. Dopo un soggiorno di due anni a Fez, ritornò, passando per la Spagna, e portando con sé tesori di ogni genere. Egli sperava che i sapienti d'Europa avrebbero accolto con riconoscenza questi rari tesori, materiale e intellettuali, che egli portava loro. Sfortunatamente, in ogni paese non raccolse che delusione, un'opposizione sorda e beffe, perché quei sedicenti sapienti temevano di perdere il prestigio mostrando la loro ignoranza. Più tardi, per propria vocazione, Paracelso lesse il Libro M e ne trasse delle conoscenze che lo resero celebre in Europa per le sue guarigioni. Malgrado le sue fatiche e le sue tribolazioni, Christian Rosenkreuz non si fece scoraggiare; ritornò in Germania dove costruì una casa nella quale poté proseguire tranquillamente i suoi studi e ricerche. Realizzò strumenti scientifici assai preziosi, e sebbene potesse raggiungere la gloria se avesse messo a profitto la sua scienza e le sue conoscenza sulla trasmutazione dei metalli, preferì la comunione col cielo piuttosto che andare in cerca della stima degli uomini. Dopo cinque anni di ritiro dal mandato, il suo spirito decise di tentare un nuovo sforzo verso la riforma, ma questa volta con l'aiuto di amici sinceri; trovò dei collaboratori nel convento dove era stato educato. Tre dei suoi antichi confratelli vennero da lui, egli fece loro giurare di conservare inviolati i segreti che avrebbe svelato loro e fece anche scrivere per i posteri le esatte informazioni che egli dettava. Fu così fondata da quattro persone la Fraternità dei Rosa-Croce; essa creò un linguaggio cifrato e magico, come pure un dizionario per classificare ogni specie di conoscenza a gloria di Dio. Questi quattro membri fondatori tradussero inoltre l'inizio del Libro M, ma ebbero molte difficoltà a causa del grande numero di ammalati che chiedevano di essere da loro guariti. Dopo aver edificato una dimora più spaziosa chiamata "Casa dello Spirito Santo", decisero di ammettere quattro nuovi membri nella loro associazione, portando così il numero a otto. Essi erano tutti celibi. Dopo un lavoro molto assiduo fatto in comune terminarono l'opera nella quale si trovava riunito tutto quello che l'uomo può conoscere e desiderare, così come le istruzioni e gli arcani dell'Ordine. Avendo tutto ben regolato, decisero infine di separarsi e di recarsi in altri paesi, non solo per divulgare questa sapienza fra coloro che ne fossero degni, ma anche per correggere eventuali errori che si fossero introdotti nel loro sistema. Prima di separarsi i Fratelli presero le seguenti decisioni:
Dopo aver prestato giuramento su questo regolamento, cinque dei Fratelli partirono e l'anno dopo se ne andarono anche altri due, lasciando il Padre Christian Rosenkreuz solo nella Casa dello Spirito Santo. Così, di anno in anno, essi si riunirono con grande gioia, si comunicavano le loro impressioni e i loro ragguagli, che erano ascoltati con molto interesse, su quanto avevano sinceramente portato della loro dottrina ai sapienti della terra. Quando il primo dei membri dell'Ordine morì, in Inghilterra, fu deciso che il luogo della sua inumazione sarebbe stato celato per quanto possibile, sebbene tale Fratello avesse fatto parlare di sé guarendo dalla lebbra un giovane Conte di Norfolk. Qualche tempo dopo Christian Rosenkreuz richiamò gli altri sei e si suppone che si fosse preparato la sua tomba simbolica. I Fratelli dichiararono d'altronde che essi non avevano alcuna conoscenza del giorno e del luogo del suo seppellimento. Fu per puro caso che si scoprì la sua tomba 120 anni dopo la morte, quando il capo dell'Ordine, assai esperto in architettura, decise la trasformazione in senso più pratico della Casa dello Spirito Santo. Nel corso dei lavori egli giunse fino al memoriale di rame giallo che comprendeva la lista di tutti i primi membri dell'Ordine e ne decise il trasferimento in una cripta più appropriata, essendo fino a quel momento rimasta del tutto ignota la posizione della tomba del Padre Christian Rosenkreuz, poiché i membri fondatori ne avevano conservato il segreto. Ora, su questo memoriale, si trovava un grosso chiodo che, una volta asportato, consentì la scoperta di una porta segreta. I Fratelli tolsero subito i calcinacci e videro sulla porta la seguente iscrizione a grandi caratteri:
"POST CXX ANNOS PATEBO"con sotto la data. Questa iscrizione voleva dire, secondo l'interpretazione mistica dell'Ordine: "Fra 120 anni riapparirò". L'indomani mattina venne aperta la porta e i Fratelli trovarono una celletta col soffitto a volta, a sette arcate di cinque piedi di lunghezza su otto di altezza; sebbene il sole non vi fosse mai penetrato, era brillantemente rischiarata da una luce misteriosa che veniva dal soffitto. Al centro, un altare circolare sul quale era fissata una piccola placca di rame coperta di strani segni e dalla seguente iscrizione: "A Christian Rosenkreuz Hoc universi compendium vivus mihi sepulcrum feci" (Del mio sepolcro ho fatto un compendio dell'universo). Sul bordo del primo cerchio si poteva leggere: "Jesus mihi omnia" (Gesù è tutto per me). In mezzo al cerchio vi erano quattro figure con le seguenti iscrizioni: "Nequaquam Vacuum" (Il vuoto non esiste) "Legis jugum" (Il giogo della legge) "Libertas Evangelii" (La libertà del Vangelo) "Dei gloria intacta" (La gloria di Dio non fu mai intaccata). I Fratelli allora si inginocchiarono e ringraziarono il Dio onnipotente. Su ciascuno dei sette lati della celletta stava una porticina che dava accesso ad un certo numero di scatole contenenti i libri dell'Ordine. Uno degli scrigni conteneva specchi di diverse virtù, campanelli, lampade accese, strani canti. Nell'insieme tutto era organizzato in modo da poter ricostituire l'Ordine nel caso questo fosse scomparso nei secoli successivi. Spostando l'altare si scoprì una grossa placca di rame giallo che, dopo essere stata sollevata, lasciò scorgere il corpo glorioso e intatto di Christian Rosenkreuz, senza la minima decomposizione, con tutti gli ornamenti e attributi dell'Ordine, e con in mano un libricino in pergamena dal titolo "T" in carattere d'oro. Questo documento, il più importante dopo la Bibbia, non doveva essere troppo facilmente divulgato. Alla fine di questo opuscoletto si poteva leggere il seguente elogio: "Christian Rosenkreuz è nato da nobile e illustre famiglia tedesca; egli ebbe il privilegio, per tutto un secolo, di essere istruito mediante rivelazione divina; grazie al suo intuito assai sottile e ineguagliato, e a un lavoro instancabile, raggiunse la comprensione dei misteri divini e umani più segreti. Fu ammesso all'insegnamento dei misteri nel corso dei suoi viaggi in Arabia e in Africa. Questa scienza non si addiceva al suo secolo, ma ebbe l'incarico di conservarla per la posterità. Per la trasmissione di quest'arte scelse degli eredi dal cuore grande, fedeli e devoti, per lasciare loro la sua scienza intorno alle cose passate, presenti e future, e decise che questa scienza, il riassunto di tutte le sue conoscenze, sarebbe stata ritrovata dopo un periodo di 120 anni dalla sua morte e dal suo seppellimento segreto". Dopo aver verificato tutto il contenuto della celletta, rimisero a posto la placca di rame e l'altare; la porta della caverna fu di nuovo sigillata e i Fratelli si separarono con una fede maggiore per il miracoloso spettacolo che avevano contemplato, lasciando tutti questi tesori agli eredi naturali e aspettando l'opinione e la risposta sia dei sapienti, sia degli ignoranti. Il manifesto prosegue annunciando una futura riforma generale divina ed umana. È il desiderio dei Fratelli e anche di tutti gli altri; nel frattempo la fraternità aumenterà di numero e di considerazione, dividendosi in umiltà e amore i tesori e i canoni filosofici, con ciò agevolando i lavori del mondo, non dovendo più camminare alla cieca fra le meraviglie create da Dio. Il seguito del manifesto espone nei seguenti termini una professione di fede ad uso dei cristiani: "Noi crediamo in Gesù Cristo, abbiamo due sacramenti secondo come sono stati stabiliti e ritualmente regolati dalla chiesa primitiva rinnovata. In politica riconosciamo l'Impero Romano e la 'Quarta Monarchia' come nostro capo e capo dei cristiani. Essendo stati iniziati alle future trasformazioni, desideriamo con tutto il cuore farle conoscere a tutti i sapienti che credono in Dio. Siamo depositari di questo manoscritto al quale nessuna potenza, eccettuato il Dio unico, può farci rinunciare; porteremo pertanto il nostro aiuto occulto alla Buona Causa, secondo le Sue vedute e i Suoi disegni. Il nostro Dio non è cieco come i feticci dei pagani; Egli ammira e illumina la Chiesa. La nostra filosofia non è nuova, ma è come Adamo l'ha ricevuta dopo la caduta e come Mosè e Salomone l'hanno messa in pratica. Non dev'essere dunque messa in dubbio o contrapposta ad altre opinioni. La verità è una, sempre simile a se stessa, in armonia con Gesù Cristo che è l'immagine del Padre. Non deve essere detto: 'Hoc non per philosophiam verum est sed per theologiam', perché quando i filosofi (Platone, Aristotele, Pitagora, ecc.) e i teologi (Enoch, Abramo, Mosè, Salomone, ecc.) sono d'accordo col grande libro dei miracoli, sia gli uni che gli altri sono ugualmente vicini al grande centro luminoso che è la verità. Ma nella nostra epoca in cui la fabbricazione ateistica e dannata dell'Oro ha preso grande estensione, alcune creature, abusando della credulità pubblica, affermano e riescono purtroppo a far credere che la trasmutazione dei metalli costituisca il sommo della filosofia. Dio meriterebbe, secondo loro, di essere adorato in rapporto alla quantità di lingotti d'oro creata; essi tentano quindi tutto per conquistarLo con la preghiera e con esercizi veramente pietosi. Dichiariamo decisamente per i presenti che questa concezione è falsa, molto distante dalla vera filosofia in cui la fabbricazione dell'oro non è che un accessorio, un semplice paragone. D'accordo col Padre Christian Rosenkreuz invitiamo tutti i sapienti d'Europa a leggere la nostra 'Fama' e la 'Confessione' redatte in cinque lingue diverse; li esortiamo a studiare attentamente questi due documenti e a meditare con imparzialità sulle loro concezioni specifiche personali, indi a farci sapere le loro conclusioni sotto forma stampata, sia 'communicato consilio', sia ancora a titolo strettamente privato. Sebbene conserviamo ora l'anonimato e ci asteniamo dal citare il luogo delle nostre riunioni, la risposta di ciascuno ugualmente ci perverrà. Inoltre, ogni firmatario può essere certo che entrerà in relazione con uno di noi, sia verbalmente, sia per iscritto. Chi si formerà di noi un'opinione ragionevole e sincera avrà fortuna nei suoi beni, nel suo corpo, nella sua anima. Quanto ai furbi e agli esseri cupidi, avidi di denaro, lungi dal recarci pregiudizio, andranno incontro a grandissimi ed estremi pericoli. Il nostro edificio, che centomila testimoni hanno visto da vicino, resterà eternamente intatto e indistruttibile, rimanendo invisibile al mondo ateo. Sub umbra alarum tuarum Jehova. (All'ombra delle tue ali Jehova.) Così finiva la "Fama Fraternitatis".
LA "CONFESSIO FRATERNITATIS" (7)Passiamo ora al secondo manifesto, la Confessio Fraternitatis. Ecco cosa dice. Capitolo I. "Non interpretate prematuramente e non giudicate per partito preso la tavola della nostra Fraternità come è esposta nel precedente manifesto: la Fama Fraternitatis. Vista la decadenza della civiltà Jehova ha cercato di salvare l'umanità rivelando agli uomini di buona volontà i segreti che, precedentemente, aveva riservato per i suoi eletti. Questa sapienza acquisita consentirà all'uomo veramente pio di essere salvato, mentre la sfortuna si abbatterà, moltiplicata, su tutti gli empi. Nel momento in cui fu promulgato nella Fama il vero scopo del nostro Ordine sorsero malintesi, tramite i quali ci si accusa falsamente di eresie e di tradimento. Speriamo che questo documento ci riabiliti, spronando i sapienti d'Europa a unirsi a noi nella propagazione della conoscenza di Dio, secondo la volontà del nostro augusto fondatore." Capitolo II. "Molti spiriti si considerano ampiamente soddisfatti della filosofia comune della nostra epoca2. Noi la dichiariamo falsa e destinata a scomparire per la sua precarietà. Ma come la natura ci dà un rimedio per ogni malattia, così la nostra Fraternità provvede a tutte le infermità dei diversi sistemi filosofici esistenti. La filosofia segreta dei R.C. è basata sulla conoscenza della totalità delle scienze e delle arti. Il nostro sistema di rivelazione divina - che si occupa molto di teologia e di medicina, ma poco di giurisprudenza - ci permette di studiare i cieli e la terra e, particolarmente, l'uomo, nella natura del quale si trova nascosto il grande segreto. Se i sapienti, ai quali rivolgiamo appello, si uniscono a noi, riveleremo loro segreti insospettati, le meraviglie dell'opera occulta della Natura." Capitolo III. "Non possiamo purtroppo descrivere tutte le bellezze della nostra Fraternità perché rischiamo, da una parte, di abbagliare gli ignoranti con spiegazioni che superano la loro concezione e, d'altra parte, di vedere messi in ridicolo dal volgo misteri ch'egli non comprende. Temiamo anche che certi spiriti siano stati sconcertati dalla portata del nostro proclama: non comprendendo le meraviglie di quest'era3 essi non hanno la percezione dei grandi cambiamenti futuri, come il cieco che vive in un mondo di luce non può rendersene conto che attraverso uno degli altri sensi, il tatto." Capitolo IV. "Crediamo fermamente che grazie a lunghe meditazioni sulle invenzioni dello spirito umano e sui misteri della vita, grazie alla cooperazione degli angeli e degli spiriti, e infine per la sua esperienza e per le sue laboriose osservazioni personali, il nostro benamato Padre Christian Rosenkreuz sia stato pienamente illuminato dalla sapienza divina. Possiamo così affermare che se tutte le pubblicazioni del mondo intero si dovessero perdere, o le basi della scienza crollare, la Fraternità dei R+C sarebbe in grado di ristabilire la struttura intellettuale del mondo su una base di verità e integrità divine. In presenza dell'estensione e della profondità di questa conoscenza, gli spiriti desiderosi di comprenderne i misteri non hanno, in genere, i mezzi per arrivare direttamente ad essa; vi arriveranno con sforzi successivi. Così la nostra Fraternità comprende un certo numero di gradi che ciascuno deve raggiungere per avanzare di passo in passo vero il Grande Arcano. Siccome a Dio piacque di illuminarci con il Suo Sesto Candelabro4, non è preferibile cercare la verità in questo modo, piuttosto che smarrirsi nel dedalo dell'ignoranza umana? Coloro che acquisiscono questa conoscenza diventano maestri di tutte le arti e di tutti i mestieri; per essi non esiste alcun segreto e tutte le belle opere del passato, del presente e dell'avvenire sono loro accessibili. Il mondo intero diventa, per essi, come un libro aperto; non vi sarà più alcuna contraddizione fra scienza e teologia. Gioisci, o umanità! Il momento è venuto in cui Dio decreta l'ampliamento e la prosperità della nostra Fraternità; questo lavoro lo intraprenderemo con gioia. Il portale della saggezza si è ora aperto al mondo, ma i Fratelli non potranno farsi conoscere che a coloro che meritano questo privilegio, perché ci è proibito rivelare la nostra conoscenza anche ai nostri stessi figli. Il diritto di accedere alle verità spirituali non lo si ottiene per eredità; occorre acquisirlo nell'intimo dell'anima umana." Capitolo V. "Sebbene si possa accusarci di indiscrezione in quanto offriamo così liberamente i nostri tesori, senza fare distinzione fra il divino, il saggio, il principe, il contadino, affermiamo che non tradiamo la vostra fiducia. La pubblicazione della nostra Fama non è comprensibile che per coloro che hanno diritto all'iniziazione; la nostra stessa associazione non può essere scoperta dalla curiosità dei ricercatori, ma soltanto da chi porta serietà e santità. Se la nostra Fama è apparsa in cinque lingue madri è per farci conoscere dai giusti di ogni paese, anche se sono fuori dalla categoria dei sapienti. Per coloro che non ne sono degni a nulla varrà presentarsi alle nostre porte e reclamare l'entrata; Dio ci ha vietato di ascoltare la loro voce; Egli ci avviluppa delle Sue nubi dandoci la Sua protezione e mettendoci così al riparo da ogni pericolo. Dio ha pure deciso che i membri dell'Ordine R+C non potranno essere scorti da nessun occhio umano, finché non abbia ricevuto l'energia visiva dell'aquila. Ci impegniamo ancora a riformare i governi dell'Europa per dare loro la forma del sistema applicato dai filosofi di Damcar. Ogni uomo che desideri acquisire la conoscenza la riceverà in proporzione al suo grado di comprensione. Le regole della falsa teologia saranno abolite e Dio farà conoscere la Sua Volontà tramite i Suoi filosofi eletti." Capitolo VI. "Per riassumere, basti dire che nostro Padre C.R.C., nato nel XIII secolo, morì all'età di 106 anni lasciandoci il compito di disseminare in tutto il mondo la dottrina della sua religione filosofica. La nostra Fraternità è a disposizione di tutti coloro che cercano sinceramente la verità; ma preveniamo pubblicamente gli ipocriti e gli empi che essi non saranno in grado di tradirci né nuocerci, perché la nostra Fraternità è sotto la protezione effettiva di Dio. Tutti coloro che cercassero di farle torto vedrebbero rivolgersi contro loro stessi i disegni malvagi, mentre i tesori della nostra Fraternità rimarrebbero inviolati per essere utilizzati dal Leone5, quando verrà a stabilire il Suo regno." Capitolo VII. "Noi dichiariamo che prima della fine del mondo Dio farà sgorgare un grande flusso di luce spirituale per alleviare le nostre sofferenze. Tutto quello che avrà oscurato o viziato le arti, le religioni e i governi umani - e che disturba anche il saggio nella sua ricerca del reale - sarà messo in luce affinché ciascuno possa raccogliere il frutto della verità. Senza metterci in causa, si ammetterà che queste riforme sono il risultato del progresso. La Fraternità dei R+C non pretende di arrogarsi la gloria di questa vasta riforma divina, perché tante altre oneste, sincere e sagge individualità, estranee alla nostra Fraternità, contribuiranno con la loro intelligenza e i loro scritti ad affrettarne l'evento." Capitolo VIII. "Nessuno deve dubitare, affermiamo, che Dio ha inviato dei messaggeri svelando degli indizi celesti, come le nuove stelle del Serpente e del Cigno6, per annunciare la venuta di un grande consiglio di Eletti. Questo prova che Dio manifesta nella natura visibile - per il piccolo numero di coloro che sanno discernere - i segni e i simboli di tutto ciò che deve avvenire. Dio ha dato all'uomo due occhi, due narici, due orecchi, ma una sola lingua. Mentre i primi tre organi percepiscono la saggezza della natura nello spirito, solo la lingua è capace di tradurla. Vi sono sempre stati degli esseri illuminati che hanno visto, sentito, gustato, inteso la volontà di Dio, e succederà presto che coloro che hanno visto, sentito, gustato, inteso, alzeranno la voce e riveleranno la verità; ma prima di allora il mondo dovrà sbarazzarsi delle intossicazioni della falsa scienza e della falsa teologia, aprendo il suo cuore alla virtù e all'intendimento; allora potrà salutare il sole nascente del vero, del bello, del bene." Capitolo IX. "Noi abbiamo una scrittura magica, riproduzione dell'alfabeto divino con il quale Dio ha trascritto la Sua volontà sulla natura terrestre e celeste. Con questo nuovo linguaggio leggiamo la volontà di Dio per tutte le sue creature; così come gli astronomi predicono le eclissi, noi pronostichiamo gli oscurantismi della chiesa e la loro durata. Il nostro linguaggio è simile a quello di Adamo e di Enoch prima della caduta, e sebbene noi comprendiamo questi misteri e sappiamo spiegarli in questa sacra lingua, non possiamo fare altrettanto in latino perché è una lingua contaminata dalla confusione di Babilonia." Capitolo X. "Malgrado alcune personalità potenti che ci sono ostili e ci ostacolano - ragione per cui conserviamo l'incognito - esortiamo tutti coloro che vorrebbero aderire alla nostra Fraternità di studiare incessantemente le Sacre Scritture; così facendo non potranno esserci distanti. Ciò non vuol dire che bisogna citare la Bibbia in ogni momento, ma che si deve scoprire il significato reale ed eterno di cui raramente i teologi, gli scienziati o i matematici si rendono conto, a causa della cecità dovuta allo spirito di questa società. Noi affermiamo che dall'inizio del mondo l'uomo non ha mai ricevuto un libro migliore della Sacra Bibbia. Benedetto sia colui che la possiede, doppiamente benedetto colui che l'ha letta e più ancora colui che la comprende, e divino colui che vi si conforma." Capitolo XI. "Desideriamo ardentemente far capire l'esposizione che abbiamo fatta nella 'Fama Fraternitatis' della questione della trasformazione dei metalli e della Panacea. Pur ammettendo che queste due operazioni possono essere realizzate dall'uomo, temiamo che alcuni grandi spiriti perdano di vista la vera ricerca della conoscenza e dell'intendimento, per limitarsi a quella della trasmutazione dei metalli. Quando viene dato all'uomo il potere di guarire, di evitare la povertà, di raggiungere le dignità mondane, è inevitabilmente assalito da numerose tentazioni, e se non possiede la vera conoscenza e una piena consapevolezza, diverranno un pericolo per l'umanità. L'alchimista che riesce nell'arte di trasmutare i metalli inferiori può benissimo fare del male, salvo che il suo intendimento sia grande quanto la fortuna che si è creato da sé. Di conseguenza, affermiamo che l'uomo deve ottenere prima la conoscenza, la virtù e la consapevolezza, dopodiché ogni cosa potrà essergli accordata in sovrappiù." Capitolo XII. "Per concludere, vi esortiamo con tutta la nostra anima a ripudiare tutti i libri senza valore degli pseudo-alchimisti e filosofi (numerosi in quest'epoca), che danno un'idea falsa della Santa Trinità e ingannano l'incredulo con enigmi vuoti di senso. Simili uomini si confondono con quelli che cercano il bene, cosa che rende difficile discernere la verità. La verità è semplice e non può essere nascosta, mentre la falsità è complicata, profondamente nascosta, orgogliosa e fittizia la sua conoscenza mondana; poiché sembra riflettere un bagliore divino, essa viene spesso presa per l'espressione della saggezza divina. Voi che siete falsi vi asterrete da questi falsi insegnamenti e verrete a noi che non cerchiamo di possedere il vostro denaro, ma vi offriamo liberamente il nostro più grande tesoro. Non desideriamo i vostri beni, ma rendervi partecipi dei nostri, non disprezziamo le parabole; al contrario, vi esortiamo a capire tutte le parabole e tutti i segreti; non vi chiediamo di riceverci, ma vi invitiamo a venire nei nostri palazzi reali, che non provengono dal nostro movimento, ma dalla volontà dello Spirito Divino, secondo il desiderio del nostro benamato Padre C.R.C. e per le necessità della vostra vita presente, che sono così grandi." Capitolo XIII. "Essendo così ben definita la nostra posizione rispetto a voi, siccome riconosciamo il Cristo, votiamo la nostra esistenza alla vera filosofia e a una vita fatta di dignità, e quotidianamente invitiamo e ammettiamo alla nostra Fraternità le persone più degne di ogni nazione, che saranno più tardi chiamate a condividere con noi la Luce divina. Non vorreste unirvi a noi per perfezionarvi nello sviluppo di tutte le arti e rendere servizio al mondo intero? Se fate questo passo, un giorno vi saranno dati i tesori di tutto il mondo, e l'oscurità che copre la conoscenza umana a causa delle vanità delle arti e delle scienze materiali, sarà per sempre dissipata." Capitolo XIV. "Avvertiamo ancora coloro che si lasciassero affascinare dallo scintillio dell'oro o coloro che, pur essendo ora integri, più tardi potrebbero diventare vittime di grandi ricchezze e condurre una vita pigra e mondana, di non venire a turbare il nostro sacro silenzio con i loro clamori. Sebbene esista un rimedio che guarisce tutti i mali e che dà a tutti gli uomini la saggezza, è tuttavia contrario alla volontà di Dio che gli uomini ottengano la conoscenza con altri mezzi che non siano la virtù, il lavoro e l'integrità. Non ci è consentito di manifestarci a chicchessia, salvo che questa sia la volontà di Dio. Coloro che credessero di divenire partecipi delle nostre ricchezze spirituali contrariamente alla Sua volontà o senza la Sua consacrazione, si renderanno conto che è più facile perdere la strada nel cercarci che avere la fortuna di trovarci. Fine della "Confessio Fraternitatis". Riferimenti Bibliografici per la 3º parte.
GRUPPO
STUDI ROSACROCIANI di PADOVA
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