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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

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LETTERE ROSACROCIANE

di MAX HEINDEL


 

Capitolo 3°

LA VERITA' ASSOLUTA E RELATIVA

Tutta la scienza si fonda sull'ipotesi che le cose sono effettivamente come appaiono e, tuttavia, non occorre pensare molto per capire quanto questa supposizione sia errata, visto che l'apparenza delle cose non dipende da quello che esse sono in se, ma anche dalla nostra organizzazione fisica e dal tipo delle nostre facoltà percettive. Il maggior ostacolo che lo studioso delle scienze occulte incontra sul cammino del progresso, è quello di credere che le cose siano tali come appaiono. Se non può superare tal errore e considerare le cose non dal punto di vista del suo Ego limitato, ma da quello dell'Infinito e dell'Assoluto, non sarà in grado di conoscere la verità assoluta. Prima di proseguire nelle nostre istruzioni circa il modo pratico di avvicinarci alla Luce, sarà necessario che tu imprima con maggiore energia nella tua mente il carattere illusorio dei fenomeni.

Tutto quanto l'uomo conosce del mondo esterno, lo ha imparato per effetto delle impressioni che giungono alla sua coscienza tramite i sensi Paragonando le impressioni ricevute e prendendo come base il risultato ricavatone per speculare su quello che non conosce, può formulare dei giudizi su cose trascendenti le sue facoltà di percezione sensoriale; tali giudizi però saranno validi solo nei confronti di colui che li formula e di coloro che si trovano costituiti come lui; ma per altri esseri le cui organizzazioni siano completamente diverse dalla sua, i suoi argomenti e le sue speculazioni logiche non avranno alcun valore; e nell'uni- verso possono esistere incalcolabili milioni di esseri di organizzazione superiore o inferiore alla nostra, però nettamente diversa, che percepiscono le cose sotto un aspetto molto diverso. Tali esseri, pur vivendo nel nostro stesso mondo, possono non conoscere nulla del mondo che è il solo concepibile per noie noi possiamo non sapere intellettualmente nulla circa il loro mondo, anche se esso è lo stesso in cui viviamo. Per percepire il loro mondo ci occorre un’energia sufficiente per discernere gli errori e le preoccupazioni ereditati e acquisiti, dobbiamo salire a un livello superiore a quello dell'Io inferiore che è legato con mille vincoli al mondo sensoriale e occupare mentalmente il punto dal quale possiamo contemplare il mondo sotto un aspetto superiore. Dobbiamo, per così dire, morire, cioè vivere inconsciamente nella nostra esistenza personale fino ad acquisire la consapevolezza della vita superiore e guardare il mondo dal punto di vista di un dio.

La scienza moderna è solo relativa, vale a dire che i nostri sistemi scientifici insegnano solo i rapporti esistenti fra le cose eterne e immutabili e una cosa tanto transitoria e illusoria quanto la personalità umana, che non è che l'aspetto esterno di un'attività interna sulla quale la scienza accademica nulla sa. Le tanto elogiate e apprezzate conoscenze scientifiche, sono superficiali e si riferiscono solo a uno degli infiniti aspetti tramite i quali Dio si manifesta.

La scienza crede che il suo mondo particolare di considerare il mondo dei fenomeni sia l'unico valido e si afferra disperatamente a queste illusioni che considera come uniche realtà e alle quali aderiscono innumerevoli sognatori; ma fintanto che si terrà legata a queste illusioni, non le trascenderà e continuerà a essere una scienza illusoria, incapace di capire il vero carattere della Natura e invano chiederà prova dell'esistenza di Dio se chiude gli occhi alla luce eterna.

Tuttavia non chiediamo alla scienza moderna che si metta sul piano dell'Assoluto, perché non sarebbe più relativa al mondo esteriore e non avrebbe alcun valore. E' stato ammesso che i colori non hanno in sé una realtà, ma che provengono da un certo numero di onde luminose; questo però non impedisce in alcun modo la fabbricazione di colori e il loro utile impiego. Quanto alle altre scienze d’osservazione sensoriale, si addicono ad esse argomenti analoghi senza che siano contro i lavori di investigazione; esse servono per istruire coloro che non sono soddisfatti della conoscenza superficiale ed esteriore e per moderare, se possibile, la presunzione di quanti credono di sapere tutto e che, schiavi delle loro illusioni, perdono di vista  l’Eterno e il Reale, di cui negano l'esistenza.

Non è il corpo fisico che sente, ragiona e pensa, bensì l'uomo invisibile interno tramite gli organi corporei. Non vi è alcuna ragione per credere che l'uomo interno cessa di esistere, quando il corpo muore; al contrario, come vedremo poi, è irragionevole anche supporre che muoia. Però se l'uomo interno perde, con la morte dell'organismo fisico, la facoltà di ricevere impressioni del mondo esterno, se la perdita del cervello gli impedisce di pensare, cambieranno del tutto le relazioni mediante le quali rimaneva nel mondo e le condizioni della sua esistenza saranno del tutto diverse. II suo mondo non sarà il nostro mondo, sebbene nel senso assoluto della parola entrambi i mondi siano uno solo. Con il nostro mondo possono coesistere un milione di mondi diversi e possono pertanto esistere un milione di esseri di costituzione diversa uno dall’altro; esiste, cioè, una sola natura ma questa può apparire sotto un numero infinito di aspetti. In ciascuno dei mutamenti della nostra organizzazione il mondo ci appare sotto una diversa sfaccettatura del medesimo prisma. Quando moriamo entriamo in un nuovo mondo, sebbene il mondo non cambi, ma cambi la nostra relazione con esso.

Cosa sa il mondo della verità assoluta? Cosa sappiamo noi? Sole, Luna, Terra, Fuoco, Aria, Acqua, hanno una reale esistenza soltanto in rapporto a noi, mentre noi ci troviamo a uno stato di coscienza in base al quale crediamo che esistano. Nel regno fenomenico non esiste la verità assoluta e nemmeno la troviamo nelle matematiche, in quanto tutti i teoremi sono relativi e si fondano su ipotesi riguardanti la grandezza e l'estensione che di per se sono di carattere fenomenico. Se si alterano i concetti fondamentali delle matematiche si alterano queste scienze. Lo stesso si può dire del nostro concetto della materia, del movimento, dello spazio. Queste parole esprimono i concetti che l’uomo ha formulato relativamente a cose inconcepibili, secondo lo stato della sua coscienza.

Se guardiamo un albero, nella nostra mente si forma un'immagine, vale a dire che entriamo in uno stato di coscienza che ci mette in rapporto con un fenomeno di cui non sappiamo nulla della sua vera indole, ma che chiamiamo albero. Per un essere diverso dall'uomo può darsi che quello che chiamiamo albero sia qualcosa di completa-mente differente, forse trasparente e senza solidità materiale e a migliaia di esseri, la cui costituzione sia diversa, apparirà sotto mille aspetti diversi. Noi possiamo vedere nel Sole soltanto un globo di fuoco, però un essere che abbia una facoltà di comprensione superiore potrà vedere in quello che chiamiamo Sole qualcosa che è per noi indescrivibile perché manchiamo delle facoltà necessarie per percepirlo nella sua realtà.

L'uomo esterno conserva una certa relazione col mondo esterno e del mondo può conoscere solo questa relazione senza approfondirla. Tuttavia la cosa impedirebbe ogni progresso ulteriore, condannandoci a rimanere preda dell'errore e dell'ignoranza, perché la sola conoscenza delle illusioni esterne è illusoria. Inoltre, l’aspetto esterno delle cose è conseguenza di un'attività interiore e se non conosceremo il vero carattere di questa attività, non potremo capire il carattere effettivo del fenomeno esterno. D'altra parte  l’uomo reale e interno che risiede entro la forma esteriore conserva con l’attività interna del Cosmo certe relazioni che non sono meno strette e definite di quelle esistenti fra l’uomo esteriore e la natura esteriore; e se l’uomo non conoscerà le sue relazioni con Dio, non capirà mai la sua natura divina né raggiungerà la conoscenza di se. L'unico scopo della vera religione e della vera scienza è quello di indicare la vera relazione fra l’uomo e il Tutto e portarlo sul piano elevato di esistenza che deve occupare nella Natura. Il fatto che un uomo sia nato in una certa famiglia o in una certa città non indica in alcun modo che debba restarvi per tutta la vita; analogamente non è detto che colui che si trova in una condizione fisica, morale e intellettuale inferiore debba necessariamente rimanere sempre in simile stato e non possa raggiungere maggiori altezze.

La scienza suprema mira alla conoscenza superiore di Dio; e di Dio possiamo solo conoscere la manifestazione della Sua attività nel nostro intimo. La conoscenza dell'Io equivale alla conoscenza della nostra natura divina. L'Io interno, riconoscerà allora i suoi rapporti col Principio Divino dell'universo e occorre parlare di rapporti fra due cose identiche. Per esprimerci in modo più esatto dovremmo dire che l’uomo conosce spiritualmente se stesso quando comprende che Dio dimora nel suo intimo.

Ogni facoltà fisica o mentale proviene dallo Spirito. E' a causa dell'attività spirituale che l'uomo percepisce con i suoi sensi fisici. Nella maggior parte degli uomini la forza spirituale interna ha risvegliato solo la capacità intellettuale e i sensi esteriori. Vi sono però degli uomini eccezionali nei quali l'attività spirituale raggiunge un grado assai elevato e che hanno sviluppato le facoltà interne di percezione. Tali uomini percepiscono quello che per gli altri è impercettibile ed esercitano delle facoltà che sono ancora latenti nel resto dei mortali. Se gli scienziati si trovano alla presenza di un caso pratico di percezione superiore, lo attribuiscono a uno stato morboso del corpo, in quanto la scienza accademica non sa nulla delle leggi fondamentali della Natura e confonde le cause con gli effetti e gli effetti con le cause. Per la stessa ragione se una pecora ottenesse la facoltà di parlare, tutto il gregge di cui fa parte penserebbe che essa sia ammalata.. Così, la saggezza è, per un pazzo, un caso di pazzia; la luce, le tenebre per il cieco; la virtù, vizio per il vizioso; la verità, menzogna per il bugiardo e in tutto vediamo che l'uomo non percepisce le cose come esse sono, ma come le immagina.

Tutto quanto gli uomini definiscono buono o cattivo, vero o falso, utile o inutile, è relativo alla sua percezione limitata e da ciò la diversità di opinioni, concetti e giudizi su un medesimo oggetto di percezione. Per questo il linguaggio è accompagnato dalla confusione in quanto la costituzione dell'uomo si differenzia sempre e pertanto ognuno percepisce le cose in modo diverso. Questa verità è ancora più evidente nelle questioni di occultismo sulle quali la maggior parte degli uomini ha delle idee errate e una sola massima o aforisma occulto susciterebbe molte dispute o false interpretazioni. Le uniche verità che sono al di fuori di ogni disputa sono quelle assolute che non hanno bisogno di dimostrazioni assiomatiche e l'esprimerle mediante il linguaggio equivale a dire qualcosa che tutto il mondo sa e che nessuno nega. Dire, per esempio, che Dio è causa di ogni bene equivale a simboleggiare sensibilmente l'origine sconosciuta di ogni bene con la parola Dio.

Le verità relative riguardano soltanto la personalità transitoria e solo colui che, trascendendo l'Io inferiore e il lato fenomenico, arriva alla regione del reale eterno e immutabile, può conoscere la verità assoluta. Chi raggiunge ciò muore per il mondo, oppure, cosa analoga, abbandona completamente la nozione dell'Io personale e illusorio e si unisce a Dio, nel cui seno non esiste il minimo sentimento di separazione. Se sei disposto a morire in tal modo, potrai entrare nel santuario della scienza occulta; ma se le illusioni del mondo obiettivo e, soprattutto, quella della tua personalità ti attirano, invano cercherai la conoscenza di Colui che esiste in se, indipendentemente da ogni rapporto ed è l'eterno centro dal quale tutto procede e al quale tutto fa ritorno, il fiammeggiante centro, il Padre, al quale solo può avvicinarsi il Figlio, la Luce, la Vita, la Verità Suprema.

 

tratto dal sito dell'Associazione Rosacrociana A.C.R.O.

www.rosacroceoggi.org