www.iltibetano.com

Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

PSICOSINTESI

                                

                                  

   Chi siamo    Martinismo   Massoneria    Scuola Arcana    Teosofia           Gnosi       Rosacroce   Canalizzazioni

 

 

 

LA VOLONTÀ TRANSPERSONALE

COME RICONOSCERLA E MANIFESTARLA

 del Dott. Francesco Brunelli

 

Lezione tenuta presso l’Istituto di Psicosintesi  (1974)

 

Non so se il mio dire sarà comprensibile o no perch'esso affronta una problematica completamente nuova e completamente ignorata eccezione fatta per gli accenni ed il libro scritto da Assagioli, ma il coronare il corso su questo argomento appariva necessario per fissare una méta da raggiungere per quanto lontana essa possa essere.

La psicologia in genere ammantandosi di "scientificità" vuole prescindere da ogni sconfinamento filosofico come se la verità non fosse l'aspirazione massima di ogni ricerca e come se la verità se non proviene dal ristretto campo di indagine di una scienza non fosse verità.

In psicologia dunque si dà questa definizione della volontà: "Termine astratto che corrisponde ad attività volontaria o intenzionale. L'uso di questo termine è molto limitato in psicologia, in quanto si vuole evitare di confonderne il significato con quelli filosofici e con quello del linguaggio comune che considera la volontà come una facoltà della mente.

Può sostituirsi con l'astratto volizione, ma è preferibile valersi di intenzione e di attività e di atti  intenzionali.

Secondo la psicoanalisi l'uomo risponde ciecamente ai suoi impulsi quando vige il principio del piacere, cioè in epoca anteriore all'acquisizione del controllo degli sfinteri, la prima morale che si viene ad apprendere.

Successivamente, con la sostituzione del principio della realtà a quello del piacere ed in seguito alla costituzione del superego, gli impulsi verrebbero controllati da varie istanze psichiche, consce ed inconsce.

Si avrebbero così intenzioni consce ed inconsce, non una unica volontà. (1)

Questa "grosso modo" è la voce direi ufficiale della psicologia essendo l'estensore di questa nota Ordinario di Psicologia a Genova. Tuttavia un'altro cattedratico in un suo chiaro e dotto studio su Freud ci soccorre scrivendo: "Partendo da problemi specificamente psicologici, Freud giunge dunque all'alto 'mare del problema generale della vita, cioè di un problema di biologia generale che confina e sconfina in quelli della filosofia e della metafisica. A questo si deve del resto necessariamente arrivare quando si abbandoni la semplice fenomenologia degli istinti, per ricercare un principio universale a cui collegare tutte le manifestazioni della vita istintiva. (2)

Così confortati e così giustificati direi, scopriamo che Jung indica la volontà cosciente come l'unica che possa "rimpiazzare" gli istinti e l'agire istintivo in modo tale da poter plasmare la natura umana.  Egli afferma che "la grandezza e l'elevatezza di questo ideale non si può e non si deve contestare" e che "questo tentativo" - quello cioè di trar fuori l'uomo animale dalla sua propria natura - doveva portare nel corso dei secoli ad uno sviluppo della coscienza che senza questo tirocinio sarebbe stato semplicemente inattuabile. (3) Egli parla anche della creazione della volontà e del libero impiego di essa (4) ed intravede "una fonte spirituale, cioè immagini psichiche numinose" (e si sa cosa intende Jung per numinoso) da cui la volontà proviene. (5)

Ma a dir la verità in Jung tutto ciò è assai nebuloso, insicuro ed appena accennato.

È con Assagioli e la Psicosintesi che il ruolo della volontà si configura con maggiore validità e la pubblicazione del libro sulla Volontà negli Stati Uniti d'America scritto dal nostro Maestro (6), ne fa buona fede.

Per quanto concerne la volontà transpersonale di cui oggi parliamo non mi pare che sia possibile poter fornire una definizione tale da soddisfare le esigenze di comprensione in una formulazione standard, essendo di natura intuitiva anche se il suo approccio può essere razionale e speculativo.

Penso che sia ormai evidente a coloro che hanno seguito lo sviluppo della scuola psicosintetica come dal piano dei comportamenti a livello di pura sensopercezione, l'uomo, sia in grado e possieda in potenza, la possibilità di trasformarsi in un essere armonicamente inserito nella vita universale ed è evidente come quest'uomo totale abbia in se l'universo e si identifichi quale parte armonica, con l’universo stesso. Questo uomo ideale (anche se vi sono stati degli uomini che lo hanno realizzato e ché ne sono i tipi storici o mitologici come il Buddha, il Cristo, Pitagora, Platone ecc. ...) è un "prodotto" di realizzazione psicosintetica che proprio in virtù di tal fatto non è più nè psicoterapia, nè pedagogia nuova, nè sociologia d'avanguardia, ma per usare termini cari e correnti di psicologia del profondo, vera "arte trasmutatoria".

Già il discorso apparve chiaro a coloro che seguirono da principio il sorgere della scuola, quando Assagioli fece circolare il noto diagramma della struttura della psiche con il supercosciente ed il SÈ, così lontano da quell'io posto al centro del campo della coscienza, ma speranza di realizzazione, di trasformazione e di integrazione.

Ora benchè sia poco ortodosso in psicologia schematizzare, poichè la psiche, essendo in continuo movimento ed in continua trasformazione non permette in realtà di stabilizzare e di fissare alcunchè, tuttavia per giungere alla comprensione del nostro argomento ci creeremo, a puro scopo didattico, dei punti di repere fissi e dei diagrammi.

Esiste una scala di stadi differenti di struttura psicologica corrispondente ad altrettanti stati di realizzazione. In essi tutta l'umanità può trovare effettiva collocazione anche se in realtà la gamma degli schemi possa variare all’infinito.

 

Secondo il mio modo di vedere questi  possono essere i seguenti:

 

Uomo non evoluto che reagisce solo alle sensopercezioni, agli impulsi ed agli istinti senza possedere un centro di coscienza.

Uomo che si risveglia alla coscienza del proprio io che così comincia a divenire un centro unificante.

Uomo in evoluzione che comincia anche a percepire gli impulsi provenienti dal superconscio identificandoli ed inizia il processo di unificazione con il SE o il processo di "trasmutazione" dell'io nel SE.

Uomo evoluto che ha posto il suo essere globale a livello del SE personale nel superconscio.

Uomo totale che dal SE personale passa al SE transpersonale realizzando l'Essere nella sua più alta accezione.

 

 

Dall'esame di questi 5 diagrammi emerge evidente come nel 1° non esiste un io, ma una confusa identificazione con i contenuti del campo di coscienza nell'inconscio medio ed inferiore; nel 2° i contenuti cominciano ad unificarsi intorno ad un nucleo che è l'io;   nel 3° l'io inizia il processo di unificazione con la sua sorgente, il SE;  nel 4° l'unificazione è avvenuta ed il campo della coscienza è "salito" al livello del superconscio; nel 5° avviene un ulteriore spostamento "fuori del diagramma" nella transpersonalità.

Aggiungerei che non è difficoltoso, con un buon esame introspettivo, identificare se stessi in uno dei 5 diagrammi in quanto il livello raggiunto dall'io dipende esclusivamente da ciò di cui l'io è cosciente. In altre parole la coscienza o la consapevolezza dei contenuti del proprio campo di coscienza dà il metro per valutare il livello raggiunto dall'io e la sua collocazione nello schema dei diagrammi. Un buon psicologo psicosintetista - che operi la sua psicosintesi - dovrebbe essere in grado di poter indicare anche nel corso di un colloquio, la collocazione grossolana dell'interlocutore.

 

Ma proseguiamo nella ricerca della comprensione della volontà transpersonale.  Consideriamo per questo l'altro diagramma ben noto, quello della stella ed applichiamolo ai cinque stati della umanità che abbiamo ora ricordato.  

 

Sensazione

emozione-sentimento                                               

impulso-desiderio

immaginazione                              

pensiero

intuizione

Volontà

Punto centrale: l'"io" personale                           

 

Vedremo che le punte delle singole funzioni della psiche possono essere piú o meno sviluppate, più o meno evidenti a seconda del processo evolutivo del singolo individuo sino a raggiungere la armonia della stella nell'uomo evoluto.  Nell'uomo totale è possibile che compaiano altre facoltà, ma non è questo l'argomento che ci siamo proposti di trattare, quello che volevamo porre ancora in evidenza è la posizione della volontà nel diagramma. una posizione centrale che marca la sua stretta interdipendenza con l'io centro del campo di coscienza.

La volontà come si vede nel diagramma non viene considerata una facoltà come le altre, ma è posta a fondamento ed a sostegno di tutte le altre funzioni della psiche così da coinvolgere l'uomo nella sua interezza, in tutte le sue manifestazioni ed in qualsiasi dimensione esse si esplichino.  Scrisse infatti Assagioli (7) "Ho raffigurato la volontà al centro, in contatto diretto con l'io cosciente, per mostrare che essa è aderente, intima all'io, e che attraverso di essa l'io può ricevere dalle altre funzioni psichiche impressioni e informazioni ed a sua volta agire su di esse, influenzarle e dirigerle".

 

 

 

Ecco ora i cinque stadi della volontà rapportati ai cinque stadi di sviluppo dell'uomo. Anche questo in forma schematica e quindi suscettibile di ulteriore sviluppo.

 

1° Uomo non evoluto:

Nel primo stadio non c'è un io organizzato e perciò la volontà che questo tipo di umanità esprime è semplicemente una risposta agli impulsi sotto un controllo più o meno parziale di istanze psichiche consce od inconsce.

 

2° Uomo in fase di risveglio:

La volontà qui può essere paragonata all'attività intenzionale della psicologia indicando con tale termine la finalizzazione di una attività motivata con più o meno consapevolezza. Questo stadio nella sua ultima fase è quello come dice Assagioli di riconoscere che "esiste una volontà".

 

3° Uomo in evoluzione:

La volontà individuale (a livello dell'io piccolo) è completa nei suoi aspetti, ma cominciano pure a manifestarsi le qualità e la volontà del SE.  È quello stadio in cui si scopre di "avere una volontà" sia in forma diretta, spontanea, sia in forma indiretta.

 

4° Uomo evoluto:

È lo stadio in cui si è raggiunta la consapevolezza di essere una volontà, è lo stadio in cui la volontà individuale dell'io ha acquisito i caratteri della volontà del SE personale e cioè è forte, sapiente.

 

5° Uomo totale:

È lo stadio in cui si possiede una volontà perfetta ed integrata con la Volontà intesa nella sua accezione più elevata.

 

 

Quanto detto riteniamo chiarisca adeguatamente i concetti e su di essi non mi dilungo ulteriormente. Penso che così siamo giunti alla soglia della comprensione della volontà transpersonale anche se di essa non ne possiamo ancor dare una chiara definizione concettuale ed anche se di essa ci manchi la consapevolezza.

Dobbiamo esaminare più estesamente l'uomo in evoluzione (terzo degli stadi che abbiano considerato).    Questo uomo al termine della sua fase di risveglio prende coscienza dell'io come realtà unificante e del fatto che esiste una volontà, scopre che possiede una volontà e considerandosi una unità isolata vede la propria volontà come uno strumento da poter essere utilizzato per il proprio vantaggio personale, per esprimere se stesso e vivere una vita propria nella pienezza del significato ristretto che dà alla parola "vita".   Questo tipo di volontà egoistica o egocentrica verrà sostituito successivamente da una volontà etico-sociale, altruistica, così l'individuo acquisisce oltre alla volontà forte quella che è comunemente chiamata volontà buona, ambedue se sono tali, acquisiscono anche la sapienza.   Ma questa volontà ed i suoi tre aspetti nelle forme di livello inferiore se sono una meta della psicosintesi personale ed interpersonale non rappresentano un punto d'arrivo, la Meta in senso totale.  Sono le qualifiche che fanno di un individuo  un uomo evoluto, ma non sono le qualifiche dell'uomo totale.

 

 

Occorre per questo conseguire un'altro livello di volontà quella integrata con il tutto, la volontà transpersonale, che porta l'uomo ad una dimensione differente, ad una dimensione che noi possiamo comprendere per ora a livelli puramente razionale anche se in futuro possiamo sperimentarla.  Molti non ne sono consapevoli e possono persino negarne l'esistenza; ma vi è un'altra specie di consapevolezza - dice Assagioli - della cui realtà ha fatto testimonianza, nel corso della storia, l'esperienza diretta di molti esseri. La dimensione lungo la quale questa consapevolezza funziona, può essere definita "verticale". Generalmente essa è stata considerata quale campo dell'esperienza religiosa o spirituale; ma va ora acquistando un crescente riconoscimento quale valido campo di ricerca scientifica. Questo è lo specifico campo della psicologia transpersonale il campo delle "necessità superiori"……… trascendenza di sè, spirito di sacralizzazione della vita  di ogni giorno, unione, coscienza cosmica, energia individuale e della specie, incontro massimale transpersonale, fenomeni trascendentali e coscienza sensoria massimale …………… è il regno o la dimensione della volontà transpersonale, che è la volontà del SÈ transpersonale.  È anche il campo del rapporto fra la volontà del sè personale e la volontà del sè transpersonale di ogni individuo.  Quindi lo studio del rapporto tra la volontà personale e la volontà universale è uno studio pieno di conseguenze e di conseguimenti raggiungibili mediante due processi di natura puramente psicologica che comportano un ampliamento di coscienza e che possono essere così schematizzati:

 

1° Riconoscimento della nostra collocazione nell'universo.

2° Adesione alla volontà universale.,

 

Raggiunta la consapevolezza dell'io quale centro del campo di coscienza potremo eseguire un certo tipo di meditazione a tipo riflessivo sul tema l'universo e noi.  Usando questa tecnica particolare dice Assagioli, "il cambiamento talvolta improvviso ch'essa produce è davvero interessante perchè non ci sentiremo come centro dell'universo, ma come una minuscola ed infinitesima parte di esso.  Eppure per un curioso paradosso psicologico invece di sentirci diminuiti ed umiliati, proviamo un senso di espansione, una dignità nuova perchè ci sentiamo in armonia con l'universo, parti integranti di esso, fatti della stessa sostanza".

Quando tale stato sia conseguito - il tempo che trascorre per questo non ha importanza - allora siamo pervenuti all'ultimo stadio della educazione della volontà.

Giunti a questo stadio di coscienza necessariamente comprendiamo vivendolo (e questo è un fatto estremamente importante) che l'universo è vita regolata da leggi universali alle quali necessariamente adatteremo il nostro essere.  Dice ancora Assagioli e lo debbo citare necessariamente poichè questa esperienza non è la mia:

"E nuovamente avviene un fatto paradossale, la volontà dell'individuo che liberamente si piega alla volontà universale, che si immerge in essa e con essa si fonde, non diminuisce per questo, non si annulla. Nell'istante in cui sembra morire, risorge trasfigurata.

Quando la nostra volontà accetta di cooperare armonicamente con la Volontà che muove l’universo, si accorge che questo coopera con essa, mettendo a sua disposizione le proprie energie infinite e nelle norme che regolano il cosmo, scopre le norme sicure per la sua azione individuale. Così la Volontà diventando buona, diviene insieme più forte e più sapiente, e da questo mutuo comportamento delle sue tre note sorge la volontà perfetta, la volontà integrale."

 

Abbiamo così compiuto insieme in iter interessante che ci ha trasportato dal piano delle sensopercezioni, delle reazio­ni pure a stimoli e desideri all'ultimo stadio evolutivo umano concepibile dalla mente e sperimentabile solo che ci poniamo nelle condizioni di realizzare l'esperimento.

 

Ed in questo nostro iter abbiamo scoperto una cosa fondamentale e che cioè non vi è possibilità di trasmutazione dell'io nel Se ultraindividuale (e quindi nell'essere) senza una progressiva trasformazione nella qualità della volontà impiegata, sino a trascendere la volontà personale mediante la identificazione con la volontà transpersonale che si realizza con la acquisizione del senso di compartecipazione alla Vita Universale.

 

Note

 

(1) - A.Dalla Volta: Dizionario dì Psicologia; Ed. Giunti Bar­bera, 1969,  

         Firenze.

(2) - Cesare Musatti Trattato di Psicoanalisi; Ed.Einaudi, 1953, Torino

(3) - C.G.Jung: Simboli della trasformazione; Ed.Boringhieri,

1970, Torino pag.422

(4) - ibidem          pag. 345

(5) – ibidem         pag. 15

(6) - "The Act of Will" - Viking Press - New York

(7) - Assagioli R.: "La volontà - dal proposito all' attuazione" :Lezione 1°,  

       1967 Firenze.