Il problema
della sua originalità, cioè se sia o no possibile attribuirlo al
famoso re biblico, resterà insanabile; alcuni commentatori hanno
stabilito che il contenuto diabolico è posteriore, un'aggiunta
fatta nel Medioevo al materiale originale, che trattava solo di
magia benefica ed operante con le forze divine. Lo storico
Giuseppe Flavio cita un libro che circolava nei primi anni
dell'era cristiana, attribuito proprio a Salomone, che serviva
per evocare spiriti maligni ed aveva permesso al mago Eleazar
l'Ebreo di esorcizzare i demoni alla presenza dell'imperatore
Vespasiano. Il testo manoscritto più antico della Clavicula
risale al XII-XIII secolo ed è conservato al British Museum di
Londra, mentre la sua prima versione a stampa fu fatta a Roma
nel 1629. Una copia conservata alla biblioteca dell'Arsenale a
Parigi racconta che il Grimorio, destinato ad essere sepolto con
il corpo di Salomone, venne invece sottratto e portato a
Babilonia.
Il libro
comincia con un avvertimento ai possessori, perché non
diffondano ciò che vi è contenuto a coloro che sono indegni. Poi
ci sono gli elenchi delle influenze dei pianeti sui riti magici,
le ore ed i giorni migliori per compiere opere di magia. Seguono
istruzioni per la preparazione dei paramenti magici da usarsi
durante la cerimonia (tunica, calzari, corona) e sul come si fa
il cerchio magico, indispensabile per proteggersi durante le
evocazioni. Occorre che il mago si tuteli contro le possibili
interferenze dei demoni recitando una speciale orazione.
A questo punto il mago è pronto per la formula evocatoria; gli
spiriti evocati avranno forme straordinarie ed impressionanti,
ma il mago non si perderà d'animo ed esporrà loro la sua
richiesta, dopo di che gli spiriti verranno congedati ed il mago
potrà uscire senza pericolo dal cerchio.
Per proteggersi e per convincere più prontamente gli spiriti
l'operatore fabbricherà dei Pentacoli, figure magiche che
incutono terrore ai demoni e li convincono ad obbedire al mago.
Gli spiriti da evocare sono diversi a seconda delle richieste;
la Clavicula riporta formule che permettono di portare alla luce
tesori nascosti, separare gli amanti, annientare i nemici,
conquistare l'amore, fare carriera, compiere incantesimi, volare
magicamente, rendersi invisibili e conoscere cose nascoste.
Il secondo
testo attribuito a Salomone fu il Lemegeton, o
Chiave Minore di Salomone, esso riporta nella prefazione che
il re Salomone aveva usato le sue formule per imprigionare i
demoni in un'anfora di rame, che aveva poi buttato in mare; ma
alcuni Babilonesi, trovata l'anfora e convinti che dentro vi
fosse un tesoro, l'aprirono e misero i demoni in libertà, storia
che ricorda molto il mito greco del vaso di Pandora. Del
Lemegeton esistono pochissime copie a stampa; manoscritti
sono conservati a Parigi e Londra. Il libro si compone di
quattro parti: Goetia, Theurgia goetia, Ars paolina e Almadel,
che tratta del modo di evocare gli spiriti angelici; a costoro
si possono chiedere solo cose lecite, a seconda delle loro
attribuzioni.
Il Grimorio elenca settantadue demoni, diciotto dei quali sono
re, ventisei duchi, gli altri marchesi, presidenti e conti;
quattro demoni hanno un titolo doppio. Bisogna fare molta
attenzione ai titoli: la gerarchia infernale va seguita con
scrupolo, perché i diavoli sono terribilmente snob e tengono
moltissimo alle loro qualifiche. Il mago, segnato il circolo
magico come nella Clavicula, disegnerà in più un
triangolo fuori dal circolo, con nomi magici; altre figure
magiche vanno tracciate all'interno del cerchio. Quando il mago
è pronto, pronuncia la formula di evocazione e lo spirito
compare all'interno del triangolo. Il mago mostra allo spirito
un pentacolo e gli comanda di fare qualcosa; alla fine congeda
lo spirito. Va ricordato che il congedo è molto importante per
evitare al mago danni gravissimi. Gli spiriti appaiono sempre,
perché il mago conosce il segreto dei loro sigilli.
Il terzo
Grimorio salomonico è il Testamento di Salomone e
risale a testi greci del primo-terzo secolo dopo Cristo; una
tradizione recente lo attribuisce ad un certo rabbino Solomon,
invece che a re Salomone. Il testo riporta la storia di
Salomone, dalla costruzione del tempio di Gerusalemme alla sua
caduta nel peccato. Narra che, mentre si stava costruendo il
tempio, un giovane della sua corte fu perseguitato da uno
spirito malvagio, Ornias, che aveva la brutta abitudine di
derubarlo di metà della sua paga ed anche di metà del suo
pranzo; il ragazzo chiese aiuto al re, che si recò nel tempio
non ancora ultimato e chiese aiuto a sua volta al Signore degli
Eserciti, che gli inviò l'arcangelo Michele con un prezioso
dono: un anello magico per comandare agli spiriti. Salomone
liberò il ragazzo, poi costrinse i demoni a lavorare nella
fabbrica del tempio, compiendo scavi di notte senza bisogno di
luci o di macchinari. A questo proposito esistono miniere
antiche sulle rive del Mar Rosso, i cui cunicoli non recano
segni di torce o di fuliggine: la leggenda dice che fu in queste
miniere che Salomone mandò a lavorare i demoni. Nel Testamento
non compare il circolo magico di protezione; basterebbe l'anello
con il pentagramma per evocare gli spiriti senza pericolo. Gli
spiriti che compaiono sono trentasei e sono spiriti dello
zodiaco (trentasei decani).
Il
Picatrix era il Grimorio più amato dai maghi medievali
ed anche uno dei più temuti, al punto che fu sempre e solo
manoscritto per secoli a causa della sua fama di pericolosità;
ancora nel 1897 uno studioso esprimeva la speranza che un testo
così terribile non fosse mai tradotto in alcuna lingua moderna e
divulgato a tutti. La prima edizione a stampa si ebbe nel 1933
in Germania, nella versione integrale originale araba, Ghayat
al-hakim (Il fine del saggio). La prima traduzione tedesca fu
fatta nel 1962. Il Picatrix fu scritto in Spagna alla metà
dell’XI secolo, da un compilatore che forse si chiamava,
appunto, Picatrix, nome con il quale l’opera è sempre stata
conosciuta. Fu definito il più completo manuale di magia, con
indicazioni astrologiche per compiere operazioni nel momento
migliore, spiegazioni su come fare i talismani ed altre immagini
magiche, come invocare gli spiriti planetari dopo aver appreso
le corrispondenze tra pianeti, segni, pietre, piante e animali;
esso da sia istruzioni pratiche che fondamenti teorici sulla
magia.
Il Grand
Grimoire, scritto in francese, è considerato il testo di
magia più importante per chi vuole stipulare patti con il
diavolo; è attribuito ad Antonio del Rabbino, un veneziano che
avrebbe preparato il libro copiando i testi autentici di re
Salomone. Il manoscritto più antico che ci resta, conservato
alla Biblioteca dell'Arsenale di Parigi, risale al 1402. E'
diviso in due parti; nella prima c'è l'evocazione a Lucifuge
Rocafocale, luogotenente delle schiere di Satana, nella seconda
sono descritti i patti da fare con i demoni e ciò che si può
ottenere dando in cambio l'anima. L'autore del Grimorio,
consapevole che il baratto è tutto dalla parte del diavolo, non
volendo cedere una preziosa anima per avere pochi anni di
vantaggi, mette una serie di doppi sensi e di trappole, in modo
che quelli che fingono di barattare la propria anima riescano a
truffare poi i diavoli, tenendosi i vantaggi e l'anima; concluso
il patto, essi devono recitare questa preghiera precauzionale:
"Ispirami, grande Iddio, i sentimenti necessari per potermi
sottrarre alle grinfie del demonio e di tutti gli spiriti
maligni". Di questo Grimorio fu fatta anche una versione più
tarda, il Dragon Rouge.
Il
Grimorium verum presenta molte analogie con la
Clavicula, ma è un libro ben distinto, anteriore al Grand
Grimoire; una leggenda dice che deriva dai mitici libri di
Ermete Trismegisto, uno studio filologico lo fa derivare da
rituali in uso nell'area mediterranea. Ha una intestazione che
lo dice pubblicato a Memfi, in Egitto, nel 1517, da Alibeck
l'Egiziano. Si pensa che la data di pubblicazione sia invece
attorno alla metà del 1600. Esso spiega come preparare se stessi
e l'ambiente magico, come evocare gli spiriti ed infine dà un
elenco di segreti magici per assicurarsi l'aiuto degli spiriti
elementali e per divinare, vedere gli spiriti dell'aria, far
comparire tre fanciulle nella propria stanza, ottenere oro,
donne e distruggere i nemici.
Il Grimorio
forse più spaventoso è il Necronomicon, che ha una
storia del tutto diversa dagli altri, che vale la pena di
raccontare.
Non si sa con sicurezza se è davvero esistito; infatti alcuni
critici sostengono che il Grimorio è stato inventato di sana
pianta da uno scrittore di racconti gotici, Lovecraft. Altri ne
sostengono appassionatamente l'esistenza. Questi ultimi
affermano che il suo titolo originale era Al Azif, che
significa "suono degli esseri abominevoli che strisciano nella
notte"; divenne poi Necronomicon, cioè "libro dei nomi
dei morti", nella traduzione greca del bizantino Theodorus
Philatelas, fatta nel 950 d. C. I
l suo autore era un poeta arabo folle, Abdul Alhazred, nato
nello Yemen e vissuto a Damasco attorno al 730 d. C., che
avrebbe trovato e rielaborato misteriosi e antichissimi testi.
Considerato empio e blasfemo, il libro venne proibito alla sua
prima apparizione in Oriente; anche in Occidente non ebbe
miglior fortuna, dato che le sue versioni manoscritte furono
spesso bruciate pubblicamente.
La cosa più curiosa è che il libro fu reso noto (per alcuni,
costruito ad arte) da un autore di opere horror e
fantascientifiche, Howard Phillips Lovecraft, che mise gli dei
del Necronomicon in una serie di racconti gotici, i
Miti di Cthulhu. Pare che avesse appreso questi dati dal
padre Winfield, che era affiliato al tempio massonico di rito
egiziano a Boston. Le ipotesi sul modo in cui la massoneria
egizia, fondata da Cagliostro, sia riuscita ad avere questi
testi, ci portano molto lontano, addirittura a Manetone, il
sacerdote autore delle Storie egizie, che lavorava ad Heliopolis
ed era un iniziato; avendo egli portato il suo libro alla
biblioteca di Alessandria, avrebbe qui visto il Necronomicon,
mostratogli dai confratelli che avevano accesso alla sezione
magico-religiosa. Manetone ne avrebbe fatto una copia di
nascosto, che sarebbe poi finita nelle mani di Cagliostro,
secoli più tardi, e da lui sarebbe stata fatta circolare fra gli
alti gradi della Massoneria. Tutti, comunque, erano convinti che
gli orrori descritti nei racconti fossero un parto della
fantasia di Lovecraft, finché nel 1978 l'archeologo David Turner
non scoprì dei frammenti originali del libro, che fu poi
pubblicato. E ancora adesso i dubbi sulla sua reale esistenza
rimangono.
Aptocalter è il nome di un manoscritto, detto "libro di
potenza", trovato nel 1700, ma risalente circa all'anno mille,
probabile traduzione di un originale arabo. Si pensa che il nome
derivi da Abd-al-Kadir, che significa "servo dell'Onnipotente".
Viene presentato come il libro dei segreti cabalistici del mago
di Adrianopoli; riporta quadrati magici per varie operazioni. Ad
esempio, per viaggiare magicamente da un posto all'altro,
occorre scrivere il nome del genio Ampharol, tracciandolo in
questo modo, così da formare un quadrato.
A M Ph A
R O L A
M Ph A R
O L A M
Cinque giorni
dopo la luna piena si prendono cinque pietre, ciascuna tolta da
un posto in cui non batte mai il sole; ci si reca in un luogo in
cui soffiano venti impetuosi e si chiama il genio con i nomi
scritti nel quadrato, cioè Ampha, Rola, Mphar e Olam; il genio
verrà, portando un sacco che contiene l'anello dei viaggi. Al
genio spetta il titolo di Emiro e così lo si deve
rispettosamente chiamare; egli darà al mago l'anello, che dovrà
essere tenuto in un sacchetto di pura lana e strofinato col
mercurio ogni trenta giorni. Ci sono quadrati per sconfiggere i
nemici, per provocare tempeste, per far nascere l'amore fra due
persone, per proteggersi dagli spiriti e per risolvere molte
altre contingenze della vita.
Il
Grimorio di papa Onorio è uno dei più recenti; il
materiale risale al 1500, ma fu pubblicato solo nel 1629 in
latino. Fu il più aspramente combattuto dalla Chiesa in parte
per i sacrifici di sangue che consigliava, in parte perché
mescolava elementi cristiani ad elementi di magia nera, connubio
ritenuto particolarmente pericoloso e blasfemo; inoltre
coinvolgeva direttamente lo stesso erede di Pietro.
L'intestazione dà al Grimorio la forma di una bolla papale,
emessa da Onorio III il Grande, che cominciò il suo pontificato
nel 1216, succedendo a Innocenzo III. In realtà quel papa non fu
affatto dedito alla magia; semmai è ricordato come un pontefice
piuttosto debole, incapace di lottare contro l'impero; è invece
probabile che si riferisca ad Onorio II, l'antipapa, che fu
nominato nel 1061.
Dopo le solite indicazioni per la preparazione dell'evocatore,
cioè digiuno, applicazione costante, preparazione del luogo,
ecc, si è pronti per la Grande Invocazione agli spiriti. La
differenza di questo Grimorio rispetto ai precedenti è che gli
spiriti evocati non sono genericamente demoni che nulla hanno a
che vedere col Satana del Vangelo, ma specificamente gli angeli
ribelli al volere di Dio. Un cattolico moderno troverà almeno
sconcertante l'uso dei Salmi, di parti dei Vangeli e di
invocazioni a Gesù Cristo ed alla Madonna usate per chiamare i
diavoli. La Chiesa dell'epoca deve aver trovato la cosa blasfema
in modo ripugnante e si è preoccupata di distruggere più copie
possibile dei manoscritti dell'opera. Nei secoli seguenti
circolarono molti falsi di questo Grimorio, stampati apposta per
non far conoscere le formule esatte. Il testo più antico tra gli
originali sopravvissuti è datato 1670.
Ci sono poi
alcuni Grimori di minore importanza. L'Heptameron
fu attribuito a Pietro d'Abano, che morì nel 1318; in realtà fu
scritto circa due secoli più tardi, in latino, probabilmente
come appendice al Libro del comando, il falso quarto
libro della Filosofia occulta di Cornelio Agrippa, che fu
un'aggiunta spuria al libro scritta dopo la morte del suo
autore; esso insegna come evocare gli spiriti maligni facendo un
ritratto di ciascuno col nome, il rango, la firma, il sigillo;
spiega poi come costruire i pentacoli per ciascuno degli spiriti
da evocare. L'Heptameron contiene invece invocazioni agli
spiriti dell'aria e dei giorni della settimana.
Il Libro di san Cipriano afferma di risalire ai
primi secoli dopo Cristo, ma è un falso molto posteriore,
costituito da alcune parti prese dalla Clavicola di Salomone; la
leggenda dice che era stato dato da Lucifero in persona al suo
discepolo prediletto, il mago Cipriano, poi convertitosi al
cristianesimo e diventato santo; il libro sarebbe poi stato
trovato nel 1001 dal monaco medievale Giona Sulfurino nella
biblioteca del convento di Brocken, sulle montagne dello Harz.
L'Arbatel fu pubblicato in latino a Basilea nel
1575; serviva ad evocare i sette spiriti olimpici dei pianeti,
nell'ora e nel giorno più adatti, con le essenze profumate da
bruciare per attirare gli spiriti; una formula consentiva
l'apparizione dello spirito davanti al mago.
Il Gallo Nero risale alla fine del 1700, anche se
esistono documenti che lo datano attorno al 1690; fu pubblicato
in Egitto ed era molto usato nei rituali di magia nera nel
secolo scorso.
La Sacra Magia di Abramelin è un Grimorio derivato
dall'Aptocalter. Era opera di un certo Antonio da Praga,
ucciso misteriosamente dai demoni da lui stesso evocati;
nell'introduzione si afferma che il libro è stato tramandato da
Abraham l'Ebreo, discepolo di Abramelin, a suo figlio Lamech.
Una copia manoscritta, conservata alla Biblioteca dell'Arsenale
di Parigi, è datata 1458, ma è un falso, perchè il testo risale
alla fine del 1600. E' diventato noto quando Mac Gregor Mathers,
alla fine del secolo scorso, l'ha tradotto e pubblicato,
togliendo però tutte le parti che riportavano evocazioni
diaboliche, che egli disapprovava.
Il Magus comparve a Londra all'inizio
dell'Ottocento; molto più ricco dei Grimori classici, si
presentava quasi come una piccola enciclopedia dell'occulto,
divisa in branche diverse. Scritto da Francis Barrett nel 1801,
era una raccolta non originale, ma molto organica e chiarissima
nelle spiegazioni, del materiale magico contenuto in tutti i
Grimori precedenti. Era diviso in due parti: la prima trattava
di magia naturale, alchimia e talismani; la seconda di cabala,
magnetismo, magia cerimoniale, teurgia e necromanzia. Barrett
era un farmacista alcolizzato, che si dilettava di alchimia e di
magia; nel suo libro ritrasse dei demoni e si guadagnò grande
fama quando l'occultista Montague Summers affermò che i ritratti
erano stati fatti dal vivo, con davanti i demoni evocati a fare
da modelli. L'opera ebbe il merito di far rinascere l'interesse
per la magia e per gli studi occultistici.
Il Piccolo ed il Grande Alberto, databili attorno
al 1100, sono Grimori molto specifici, perché indirizzati solo
all'estetica ed all'amore; riportano formule per trovare l'anima
gemella, per restare incinte, per non restarlo, per potenziare
le capacità amatorie fino a rendersi irresistibili; per ridare
ad una fanciulla la perduta verginità e ad un vecchio il perduto
vigore; per diventare più belli, conservare a lungo un aspetto
giovanile, eliminare i peli superflui, ingrandire un seno
scarso, rimpicciolirne uno eccessivo, togliere le rughe,
mantenere la pelle morbida e gli occhi lucenti, l'alito
profumato ed i capelli folti. Sono corredati da un'appendice,
che riporta i segreti di bellezza della regina Cleopatra ed i
consigli dei saggi dell'Harem del Marocco per una buona intesa
sentimentale e sessuale. Chi crede che i libri con i consigli
per restare in forma siano stati inventati dalle dive di
Hollywood, sbaglia di grosso.
Devon Scott
Il testo è
tratto da Tradizioni perdute di Devon Scott, edizioni
Lunaris.
Copyright, tutti i diritti riservati.
Nota
bibliografica
(1) I Grimori hanno avuto varie edizioni. Noi abbiamo
consultato quelle delle Mediterranee a cura di J. Sabellicus per
tutti quelli citati, ad eccezione del Necronomicon a cura
di S. Basile e G. De Vero, edito da Fanucci, Roma, e del
Picatrix, editrice Mimesis, Milano.