Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza MASSONERIA
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Silenzio e Parola di Atos "In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Essa era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lei, e senza di Lei, neppure una delle cose create è stata fatta. In Lei era la Vita, e la Vita era la Luce degli uomini." Vangelo di Giovanni, cap. 1:1-4. Se al termine "Parola" sostituiamo il termine OM o AUM, leggiamo: "In principio era l'OM, e l'OM era presso Dio, e l'OM era Dio. L'OM era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo dell'OM, e senza l'OM, neppure una delle cose create è stata fatta. Nell'OM era la Vita, e la Vita era la Luce degli uomini”. Allora quel monumento di esoterismo enunciato dall'Evangelista Giovanni assume un significato esoterico ancora più chiaro per il Libero Muratore che deve 'Vivere" questo binario in apparenza in opposizione, sia nel simbolismo rituale che medita in Loggia, che nel mondo profano. "Silenzio e Parola". Il Libero Muratore deve applicare l'uno e l'altra in modo anche opposto, secondo che si trovi in Loggia o nel mondo profano. In Loggia, il Libero Muratore interiorizza con il "Silenzio" quanto vede e quanto sente. Nel "Silenzio" medita i Simboli e li fa propri. Li vive, si fonde con Essi e con essi diventa "UNO". Il "Silenzio", l'interiorizzazione, non è altro che quel "Silenzio di pausa”, quel Silenzio Iniziatico che se prima si identifica con il "Tacere", dopo deve divenire necessariamente "Silenzio con se stessi" al fine di poter assimilare, studiare, plasmare quel primiero Silenzio in apparenza "forzato". Inizialmente il Neofita può anche restare perplesso di fronte all'imposizione di "fare Silenzio", di "Tacere". Può essere un individuo che ha già una "sua" formazione oppure uno che dentro di se, di fronte ad un discorso di un altro membro della Loggia di mediocre portata, crede che se avesse potuto "parlare" avrebbe potuto dare un contributo migliore all'esplicazione del tema trattato. Ma "Tacere", "fare Silenzio", significa anche "controllare le proprie emozioni", frenarsi, e questo è importante sia in Loggia che nel mondo profano. Se osserviamo esotericamente il Tarocco, altrimenti detto "Libro di Toth", attribuito ad Ermete, il tre volte grande d'Egitto, notiamo come questo "Silenzio e Parola", comparato con la Kabbala ebraica, ci porta a queste conclusioni iniziatiche: -Nello Zero del Matto, il "Silenzio" è ancora nella sua fase interiorizzante e lo Shin kabbalistico si manifesta come "sarò Colui che sarò". Indica perciò una potenzialità futura della proiezione divina, di quella "scintilla" divina che interiormente identifichiamo con il "Sé", il Dio che è in Noi ma che ancora non gli è del tutto rivelato. Quindi il "Silenzio" si può identificare come l'Attesa della Resurrezione alla Vita, alla Luce Iniziatica: "Io dormo ma il mio cuore è sveglio". Quindi un "Silenzio di Proposito", un Silenzio gestativo. (Il profano che cerca la Luce e attende di trovarla in qualche modo). -Nel Mago, o Bagatto, il "Silenzio" si palesa come il Sole, l'unità fondamentale del nostro sistema planetario. L'Alefh kabbalistico quindi è ancora statico. E' un "Silenzio claustrale", ancora chiuso in quanto troppo perfetto ed a sé stante. E' la naturale conseguenza dello Zero, del Matto, dello Shin, ma già guarda oltre, sta per partorire, per "parlare". (Il profano che, divenuto Adepto, ha avuto la Luce e vuole espanderla). -Nella Papessa invece, il "Silenzio" del Beth kabbalistico diventa Azione, Parola, poiché indica l'inizio della molteplicità, la nascita di una cosa nuova che era inizialmente statica, ma che comincia a muoversi. E il "Silenzio", il Pensiero, il Progetto, il Proposito, diventa Azione, diventa Parola, diventa Creazione. (L'Adepto espande la Luce ricevuta ed assimilata). Ma ecco che avviene l'interscambio! In queste equazioni: Silenzio:Parola = Parola:Azione Silenzio:Gestazione = Gestazione:Nascita Gestazione:Spirito = Spirito:Materia c'è il Segreto di questo dualismo interattivo che possiamo comprendere meglio con l'aiuto dell'Eremita. In questa Lama del Libro di Toth, infatti, il Teth kabbalistico si presenta come "Colui che ricopre con il mantello dell'occulto la Prima Unità Essenziale". L'iniziato si nasconde agli occhi mortali, profani, e non divide il Suo Segreto neanche con il suo Fratello. Da ciò si evince che l'Iniziato, una volta raggiunta la "Maestria", può interscambiare all'occorrenza 'Silenzio e Parola" in quanto li identifica nell'Azione, nell'Esempio. Esempio che diventa il Suo Simbolo, sia nel Tempio che nel mondo profano. Confucio diceva: “Se Tu con uno con cui Tu puoi parlare, non parli, perdi un uomo. Se Tu parli con uno con cui Tu non puoi parlare, perdi le parole. Il Saggio non perda né l'uomo, né le parole.” Quindi Silenzio e Parola sono le due facce di una stessa medaglia. "Si Tace quando si deve, si Parla quando si deve." Ma quando si deve? All'Iniziato il saperlo definire, all'iniziato il saperlo stabilire. “In principio era l'OM, e l'OM era presso Dio, e l'OM era Dio”. “In principio era l'Azione, e l'Azione era presso Dio, e l'Azione era Dio”. “In principio era l'Azione, e l'Azione era presso il Pensiero, e il Pensiero era Dio”. “In principio era il Big Bang (Esplosione Primordiale), e il Big Bang emanò dal Buco Nero, e il Buco Nero fu Luce, e la Luce fu Creazione e la Creazione non è finita”. Atos © copyright by iltibetano.com
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