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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

MARTINISMO

                                
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“LA PACE INTERIORE E LA PACE ESTERIORE”

 SIMON PIETRO 

“Vi lascio la mia Pace

Vi do la mia Pace”

 

Per poter riconoscere e vivere la pace all’interno di noi e per poter stabilire e diffondere la pace all’esterno, bisogna prima di tutto imparare a conquistarla ripetutamente in noi. Infatti la vera pace interiore è sinonimo di conquista continua, perché la vita è in continua evoluzione e, finché non riusciamo a superare le difficoltà delle nuove situazioni, dovute spesso a veri e propri sconvolgimenti che la vita ci pone davanti, possiamo essere soggetti a momenti di sconforto e di poca pace interiore. E possiamo affermare poi che la pace è sinonimo di conquista continua anche perché la potremo raggiungere in maniera  stabile solo quando saremo riusciti ad avere un duraturo contatto con il nostro Sé, cioè con la parte spirituale di noi stessi; infatti più riusciremo ad affrontare i momenti difficili della vita e a superarli, più riusciremo a stabilire questo contatto stabile con il nostro Sé, e ad acquistare sempre più sicurezza, forza e volontà di raggiungere pace e serenità.

La pace che il Cristo ci ha lasciato non è certo sinonimo di accettazione passiva, né di quiete immobile, ma di forza, di consapevolezza, di amore e di sacrificio. Tante sono le persone, anche non seguaci di Cristo, che vivono in pace con se stesse e con gli altri, esse sono quelle persone che chiamiamo ‘Forti’, ma la forza si acquista. Queste persone contano soprattutto sull’aiuto delle loro possibilità interiori che sicuramente derivano dal loro Sè, anche se non sempre lo percepiscono. Esse hanno sicuramente raggiunto una gran forza interiore dovuta al desiderio di aver voluto e saputo affermare la pace in loro stesse e, proprio perché l’hanno saputa raggiungere interiormente, la sanno anche comunicare all’esterno. Queste persone comunicano non solo a parole, ma con pensieri e opere e ci fanno capire, con il loro esempio, che ognuno di noi può conquistare questa ‘Grande Forza’.

Spesso abbiamo sentore di questa grande forza che alberga in noi e che ci può far conquistare tanta ricchezza, energia, pace e salute, ma più spesso è come se ne gustassimo solo il profumo e non riuscissimo a goderne la sostanza, forse perché ancora non abbiamo imparato a servircene, e allora, con facilità, ricadiamo nell’insoddisfazione e nelle lamentele e questo certamente non  è indice di forza o di pace raggiunta. Chi non si lamenta mai, chi si rimbocca le maniche per affrontare le avversità e sa di doversi fidare prima di tutto sulle proprie forze, questi è una persona forte e in pace con se stesso, anche quando soffre; questi, solo per la sicurezza, la forza e la pace che comunica, possiamo affermare, che ha raggiunto un contatto stabile con la propria Essenza. 

La nostra Essenza, il nostro Sé viene ricoperto da tante scorie, o Cliphoth (bucce), come dicono i cabalisti, perché ci facciamo coinvolgere troppo dalle molteplici beghe quotidiane che ci assorbono quasi completamente e dimentichiamo le istanze della nostra parte spirituale. Ma chi sa ascoltare la propria coscienza sente il desiderio di raggiungere quella forza necessaria per avere e dare pace, e vuole, e fa di tutto per ottenerla. Comincerà a lavorare su se stesso, tanto da stabilire il giusto contatto con la propria Essenza, tanto che potrà attingere da essa, quale fonte diretta, tutte le energie di cui ha bisogno. Contattando la nostra Essenza, comune a tutti gli uomini, noi scopriamo cos’è veramente l’unità, l’amore vero e la vera pace fra fratelli. Questo lavoro è bello ed entusiasmante perché, strada facendo, sentiremo di andare verso un porto sicuro ed energizzante che ci potrà dare e ci farà emanare quella Luce di forza, di amore e di capacità di discernimento; ma, per avere tutto ciò, è necessario però sentire dentro di noi quel desiderio che gli alchimisti chiamano ‘Sacro Fuoco’, necessario per trasformare e sublimare le nostre energie. Dobbiamo desiderare realmente ‘la pace’ e fare di tutto per realizzarla dentro e fuori di noi, cioè dobbiamo meditare seriamente su ciò che possiamo fare per ottenerla e non desistere mai, divenire ‘Vestali’ del nostro fuoco, cioè del nostro desiderio di pace, stare attenti che non si spenga e rianimarlo se lo sentiamo affievolire; dobbiamo imparare a riaccendere il desiderio appena la speranza sembra abbandonarci e cercare un altro modo di affrontare la situazione e non perdere mai le speranze. Oggi abbiamo un buon esempio da prendere in considerazione, quello che stanno facendo tutti gli operatori di pace, compreso il Papa, perché la pace si affermi nel mondo. Questo Papa sa che sostenere la ‘Fiaccola della Pace’ è uno dei suoi più importanti compiti da portare avanti, contro tutto e contro tutti, e per questo cerca di fare più di quanto può: cerca il momento giusto e le persone adatte per agire in maniera saggia; pianifica in continuazione il suo modo di portare avanti il discorso di pace, manda messaggi a tutti gli esseri umani perché non abbandonino mai la speranza e preghino con viva partecipazione; spedisce missive, invia ambasciatori di pace, sollecita contatti diretti con i responsabili e, possiamo dire, che alla stessa maniera stanno agendo tutti gli operatori di pace portando i loro ‘slogan’ e la loro ‘immensa bandiera’ dappertutto, senza perdere le speranze. Ma, se questa pace nel mondo non dovesse esserci, dobbiamo saperci rimboccare le maniche, essere forti e continuare comunque, a comunicare pace. Perché se scoppiasse la guerra, e se è vero che ‘nulla accade per caso’, come spesso ci ripetiamo, può voler dire che ancora noi, come genere umano, almeno da questa parte del mondo, non ci meritiamo la pace e può voler dire che dobbiamo ancora capire come affermarla in noi in maniera più consapevole e come diffonderla più chiaramente all’esterno. Può voler dire che, almeno in buona parte, l’umanità -  anche a prezzo di un sacrificio di innocenti - deve contribuire ad azzerare il Karma negativo che si è formato. E può voler dire infine che dobbiamo ancora imparare a comprendere cosa significa ‘la Pace’. In noi, che ci riteniamo operatori di pace, deve esserci sempre grande fiducia nelle forze positive e anche se dovesse scoppiare la guerra, forse la terza guerra mondiale, ci prepareremo e ci struttureremo per diffondere pace e coraggio.

Torniamo quindi al nostro discorso sulla necessità di rafforzarci interiormente, per qualunque evenienza esterna, prendendo in considerazione prima di tutto le nostre debolezze.

Ognuno di noi deve portare avanti la propria vita, il proprio compito, quello che sente, dentro di sé, essere giusto e santo compiere. Ma ognuno di noi incontra…… comunque delle difficoltà a portare avanti questo proprio compito. Cominciamo quindi ad accendere, sotto il nostro ‘Atanor’ (recipiente nel quale gli alchimisti mettevano la materia ‘grezza’ da trasformare), il fuoco del desiderio, quello che ci permetterà……..di affrontare con determinazione, con chiarezza di idee, con forza  e con pace interiore, le nostre difficoltà.

È bene cercare di capire in che consista il nostro lavoro se vogliamo veramente perseguire la pace. Immaginiamo quale poteva essere e può esser la pace che ci ha lasciato il Cristo. Egli sapeva di dover affrontare il ‘Calvario’…. ed era in pace; Egli ha visto e sopportato ingiustizie e malgrado ciò, amava i suoi nemici. Egli, pur sapendo a che andava in contro, non ha nascosto ai suoi persecutori quale era realmente la sua missione e la sua identità e dopo aver affrontato le derisioni e gli insulti in nome della sua missione, ha chiesto perdono per i suoi persecutori. Questo significa essere veramente in pace con se stessi,  con il mondo e con il Creatore. Noi pure, come già detto, abbiamo una missione da compiere, anche se speriamo non così pesante, ma è quella che dobbiamo prepararci a sopportare; questa missione è quella di affrontare le esperienze della nostra vita con dignità, con coraggio e senza lamentele. La capacità di concentrazione su quanto dobbiamo affrontare, la fiducia in noi, e soprattutto la certezza di perseguire le istanze del nostro Sé, la parte più nobile di noi, ci daranno la fiducia di potercela fare e ci daranno la giusta forza per affrontare in pace e con serenità ogni sfida.

Lunga è la strada che dobbiamo percorrere per arrivare a tale pace, ma, se siamo fiduciosi, non sarà poi cosi lontana da noi.  È la pace di chi sa che deve affrontare la vita da solo, anche se in compagnia. È la pace raggiunta da coloro che sanno che nessuno gli deve alcunché e sanno che, anche se loro stessi hanno aiutato gli altri, questi non sono tenuti a ricambiare. Anche le persone più care non sono sempre disposte o possono avere la possibilità e le capacità di aiutarci. E allora dobbiamo per prima cosa divenire più forti, più sicuri di noi, amarci e rispettarci di più, se non altro, per le qualità divine e per i grandi valori che ci sono stati donati: libero arbitrio, libertà di decisione, capacità di intuire la grandezza del Creatore, quella nostra e del creato, di intuire la possibilità che abbiamo di amare veramente, senza condizione alcuna, la capacità di gioire veramente e di discernere fra il bene e il male, la capacità che abbiamo di intuire la possibilità di una vita eterna, tanto da percepire veramente che Dio ci ha fatto a Sua Immagine e Somiglianza.

Roberto Assagioli, Teosofo, medico, psicanalista e fondatore della ‘Psicosintesi’, (modello teorico e pratico di autorealizzazione), suggeriva, per arrivare al vero contatto con il nostro Sé, di dedicare alle meditazioni, dieci…… esclusivamente per la nostra crescita interiore, dieci minuti al giorno,  mezza giornata alla settimana, un week-end al mese e una settimana l’anno. Noi occidentali, in generale, non siamo abituati ad ascoltare il nostro Sé, e allora dobbiamo aiutarci per imparare a sentirlo e a riscoprirlo in noi. Se rispettiamo per primi gli impegni che prendiamo con noi stessi, non solo dimostreremo a noi stessi che siamo degni di stima e che ci vogliamo veramente bene, ma sapremo farci rispettare anche dagli altri perché diventeremo sempre più sicuri di ciò che facciamo e più consapevoli.

Prendiamo questo impegno con noi stessi e rispettiamolo come se fosse sacro, perché un impegno preso con noi, con la nostra Essenza, è più importante, e comunque viene per primo, di qualunque altro impegno, preso con chiunque. Tutti gli esseri umani sono importanti, perché fatti ad immagine e somiglianza di Dio, ma è stato detto: “Non vi è nessuno più importante di voi stessi dopo Colui che vi ha dato l’esistenza” e se riconosciamo di aver bisogno di rafforzarci per saper affrontare i problemi che la vita ci pone davanti, compreso quello della morte e della guerra, ed essere ugualmente sempre in pace con noi stessi, dobbiamo cominciare a prendere l’impegno di dedicarci quei dieci minuti al giorno di meditazione. La meditazione è lo strumento più importante che abbiamo per trasformare le energie. …..sempre secondo R. Assagioli, la meditazione può essere riflessiva, contemplativa e creativa. Di solito queste tre fasi divengono tre momenti di un’unica meditazione, l’uno conseguente all’altro. Infatti con la riflessiva noi poniamo davanti ……..i problemi da risolvere, le nostre preoccupazioni o i quesiti che ci stanno a cuore,  davanti a noi stessi e pensiamo ad essi con calma ed attenzione tanto da coinvolgere la nostra Essenza. Allora finalmente potremo guardare il problema da un’altra prospettiva e con un’altra visione di insieme e lo conosceremo in tutte le sue sfaccettature. È importante comunque, per raggiungere questo risultato, fare un buon rilassamento, prima di meditare, e raggiungere calma e serenità; di conseguenza, la meditazione diventerà contemplativa perché cercheremo di interpretare ciò che il nostro Sé ci comunica, aspetteremo la risposta in ‘religioso silenzio’ perché essa all’inizio avrà un voce flebile, impercettibile……..che non riusciremo a comprendere bene tanto che dovremo ripetere lo stesso l’esercizio di meditazione per qualche giorno, fino a che il nostro cuore e il nostro intuito non capiranno chiaramente come agire per il meglio. A questo punto, la meditazione diventerà creativa perché cercheremo di trovare la maniera più giusta di mettere in pratica ciò che abbiamo percepito  dentro di noi. Imparare a mettere in pratica ciò che abbiamo acquisito dalla meditazione contemplativa è un’arte e come tale comporta rinunce. La meditazione creativa ci farà conquistare queste capacità suggerendoci come fare i primi passi secondo le nostre capacità. In questo momento della meditazione molto spesso viene messo in gioco il nostro egoismo e il nostro orgoglio che dovremo tramutare in dignità interiore, in forza e in coraggio di affermare la verità nonostante tutto e soprattutto nonostante i nostri istinti che spesso sono i nemici peggiori.

Prendiamo quindi l’impegno con noi stessi di riservarci……. quei dieci di meditazione minuti al giorno per la nostra crescita autentica. Essi dovrebbero essere stabiliti sempre alla stessa ora della giornata, dovremo  chiuderci in una stanza, anche al bagno, se necessario, dicendo di non voler essere disturbati, almeno per soli dieci minuti.

 

 PER PORSI AL DI SOPRA

DEI FLUTTI DELLA VITA

 

Prepariamoci …. un accurato rilassamento. Mettiamoci comodamente seduti con le gambe ben piantate in terra… con le mani appoggiate come corpo morto sulle gambe…La schiena eretta, ma non rigida… Gli occhi socchiusi, pronti a scrutare le profondità di noi stessi…… Teniamo presente che con un buon rilassamento le difese psichiche dell’Io si ammorbidiscono e si aprono al Sé…..

Facciamo in modo che questo momento sia tutto nostro….. che diventi un momento ‘Sacro’ dove l’Io possa effettua la sua unione con il Sé e con l’Universo…….

L’universo mi avvolge… mi protegge ….. mi nutre….. sento una leggera brezza di primavera che mi sfiora la testa…… essa è soave e dolce……penetra in me…… Un fresco benessere si espande sul mio viso….. sulla nuca…… e scende lungo le spalle…… lungo le braccia ….. lungo tutta la spina dorsale…… sento l’influenza benefica irradiarsi nell’addome…… nel bacino…… nelle gambe …. fino alle dita dei piedi……

In me non c’è più alcuna tensione……. sono leggera …… la brezza mi trasporta sempre più in alto….. sono un punto luminoso, come le stelle……. Sono un punto luminoso di energia e di auto consapevolezza che vaga per il cielo…..

Dall’alto…. Vedo me stesso, la mia vita in balia degli eventi …… vedo le tante sofferenze degli uomini…… i miei e i loro sbagli ……le mie e le loro incomprensioni. ……. i miei e i loro malintesi…… decido di fare qualcosa perché tutto si chiarisca….. perché si ristabilisca la pace……

Il mio desiderio è sempre più intenso……..

Richiamo alla mente una situazione ancora da risolvere che mi sta a cuore e la presento alla mia parte spirituale……. (pausa lunga) ……… Ora chiedo a me stesso, al mio Sè…… Quale può essere il primo passo perché io possa portare pace a me stesso e a quelli che sono coinvolti?….. (pausa lunga)……

Farò di tutto per realizzare quanto la mia anima e la mia intuizione mi suggeriranno……. Ripeterò questo esercizio finché non avrò le idee chiare.

                       

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