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MENORAH

di Aton

Sebbene vi siano stati innumerevoli tentativi di interpretare il simbolo "Menorah" esaminandolo dalle più svariate angolazioni e servendosi delle più disparate culture e scuole esoteriche, ritengo che per avere una conoscenza quanto più vicina alla realtà del simbolo così come ci è stato tramandato da chi lo ha lasciato sul nostro cammino iniziatico occorre rifarsi alla Cabala.

Cos'è, intanto, la Qabbalah. A mio avviso essa è nient'altro che un mezzo fisico camuffato da metafisico, atto a portare un corpo fisico in uno stato che potrebbe essere definito metafisico e che agisce con forze non quantificabili fisicamente sul mondo fisico. Occupandosi di questa pseudo scienza dove si mescolano razionalità e irrazionalità, matematica e metafisica, geometria e pura ginecologia, si giunge abbastanza rapidamente e senza soluzioni di continuità, senza traumi, ad intravedere il significato di tre termini che hanno sempre inquietato il quarto termine dell'equazione, cioè l'uomo. E l'uomo può comprendere ed accettare i termini di vita, morte e Dio. Può persino giungere a concepire la seguente equazione: vita = morte e Uomo = Dio.

Il termine Qabbalah non indica un singolo libro, bensì un sistema di filosofia religiosa o più propriamente di teosofia, che ebbe la sua applicazione su un ampio corpus di libri.

Qabbalah significa "ricevimento" vale a dire una dottrina ricevuta per tradizione orale. Spesso viene interpretata solo con tradizione il che è un errore in quanto esistono due concetti di tradizione: la tradizione che si riceve - Qabbalh e tradizione che si trasmetta - Masorah.

Vi sono due libri che sono il fondamento della Cabala e che assommano tutte le teorie cabalistiche: Sefer yesirah o Libro della Creazione e Sefer ha-Zohar o Libro dello splendore.

Tralasciamo adesso di interessarci della Cabala in quanto il discorso ci porterebbe molto lontano ed accontentiamoci di questi pochi, semplici accenni utili per capire un po’ meglio la Menorah.

La Menorah, intanto, è una lampada ad olio e non un candelabro. Ciò si evince da Esodo 35, 28 e 37,23. In esodo 35, 28: …e l'olio di balsamo ed olio per illuminare ed olio per l'unzione…". Ed in esodo 37, 23:…fece le sue lampade e i suoi smoccolatoi e i suoi portafuoco d'oro…". Del resto mentre in tutta la Bibbia l'olio viene considerato come sostanza che può essere consacrata, si parla della cera non come di un materiale ma la si usa solo come termine di paragone o similitudine, per indicare qualcosa di facilmente distruttibile. Ad es. in salmi 68, 2  "….Come la cera si strugge a causa del fuoco…"; o Salmi 97, 5: " …i monti stessi si struggevano proprio come cera…".

A conferma che la menorah fosse una lampada e non un supporto da candele si può citare anche il passo di Esodo 27, 20. "…tu ordinerai ad Israele che ti procurino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tenere accesa sempre una lampada….".

Vi è anche da aggiungere che il candelabro ed i suoi accessori furono fatti con un solo talento d'oro, vale a dire con un'unica misura d'oro e fu fatto tutto con il sistema della martellatura; cioè il metallo non fu modellato con il fuoco. Ciò perché il fuoco, che in genere viene considerato come elemento purificatore, è allo stesso tempo quello che permette la fusione degli idoli e quindi deve essere accuratamente evitato nella fabbricazione degli arredi sacri.

Sotto l'aspetto cabalistico la Menorah è anche il simbolo di tutto l'alfabeto ebraico, con tutte le sue implicazioni.

E' una lampada a sette bracci con 22 ingrossamenti (mandorle, boccioli, fiori od altro ancora) su cui stanno le 22 lettere dell'alfabeto, questi bracci terminano con le fiamme o le luci. Il Sefer Yesirah si chiude con questa frase: "… Egli legò 22 lettere alla sua lingua e mostrò il loro fondamento, Egli le disegnò con l'acqua, Egli le incendiò con il fuoco, Egli soffiò in esse il vento, Egli le bruciò in sette, Egli le riversò nelle 12 costellazioni…".

Essendo un simbolo dell'alfabeto Ebraico la Menorah è anche simbolo della sua trasposizione numerica. Seguendo appunto la trasposizione numerica dell'alfabeto ebraico avremo che i sette fuochi della lampada danno la sequenza:

240 * 150 * 60 * 1000 * 6 * 15 * 24

Se la sequenza dei valori delle luci si riduce alla prima decina la si può considerare identica.

A questo punto occorrerebbe illustrare un altro elemento della Qabbalah e cioè l'albero sefirotico. E' chiaro che non possiamo farlo in questa conversazione. Vi dico solo che il 6 rappresenta la prima triade dell'albero sefirotico e cioè il regno dell'Emanazione, il 15 rappresenta la seconda triade e cioè il regno emanato o il regno della creazione; il 24 rappresenta la terza triade e cioè il regno della formazione. L'ultima emanazione è Malkuth o Regno il cui numero è 10.

Poiché nel mondo orientale per indicare una quantità più grande si dice 10 volte tanto, applicando quest'uso all'insieme dei bracci sinistri della menorah avremo 24 (dieci volte tanto), 15 (dieci volte tanto), 6 (dieci volte tanto). Cioè nella parte sinistra della Menorah avremo i molteplici regni dell'Emanazione, i molteplici regni della Creazione ed i molteplici regni della Formazione.

Lo spegnimento della Menorah avviene spegnendo prima le luci dell'estrema sinistra e dell'estrema destra, cioè si spengono i mondi ed il mondo della Formazione, in seguito i mondi ed il mondo della Creazione (la seconda da sinistra e la seconda da destra) ed infine i mondi ed il mondo dell'Emanazione e cioè il terzo da sinistra ed il terzo da destra. Non si spegne la luce centrale vale a dire Malkuth o Regno al cubo.

L'accensione della Menorah avviene accendendo prima la triade dell'Emanazione, quindi quella della Creazione ed infine quella della Formazione e pertanto prima il primo da destra e da sinistra, in seguito il secondo da destra e da sinistra ed infine il terzo da destra e da sinistra.

Avrete notato che ho per prima descritto il modo di spegnere la Menorah e poi il modo di riaccenderla: Ciò perché nei riti ebraici si entra nel Tempio con la Menorah accesa, la si spegne prima dell'inizio dei lavori e si lavora alla luce della sola lampada centrale e poi la si riaccende alla fine dei lavori.

La luce centrale, che è quella che illumina i lavori sempre secondo la Cabala ed i Sefirot rappresenta l'altezza inscrutabile cioè Amore, Intelligenza e Saggezza che giungono ad Altezza inscrutabile.

Senza avere la pretesa di avere esaurito lo studio della Menorah alla luce della Cabala, prima di abbandonare il punto di vista cabalistico desidero accennare ad un altro elemento delle luci della Menorah: Il colore.

Abbiamo visto che la Menorah è il simbolo di tutta la Creazione; analogamente è la luce per eccellenza, cioè un riflesso del primo atto creativo dell'Innominabile. Se la luce naturale, sotto determinate condizioni, si frange in sette colori, questi debbono necessariamente trovare una corrispondenza in ciò che illumina il Tempio. Seguendo la legge fisica della rifrazione avremo  le seguenti corrispondenze: primo braccio sinistro, rosso; secondo braccio sinistro, arancione; terzo braccio sinistro, giallo; braccio centrale, verde; terzo braccio destro, azzurro; secondo braccio destro, indaco; primo braccio destro, violetto. Accoppiando i numeri ai colori avremo: rosso. 240; arancione, 150; giallo, 60; verde, 1000; azzurro, 6; indaco, 15; violetto, 24. Abbiamo visto che il braccio sinistro della Menorah corrisponde al braccio destro moltiplicato per dieci. Il significato corrente che la Cabala dà a questi mondi multipli è quello di Qelipot o "gusci vuoti". Vale a dire molteplicità negative dal lato destro o lato puro. Quindi il lato sinistro con i suoi mondi è il lato impuro. Trasferendo i vari significati sinora esposti allo specchio cromatico, avremo: rosso, mondo della formazione impura; arancione, mondo della Creazione impura; giallo, mondo dell'Emanazione impura; verde, iod al cubo; azzurro, mondo dell'Emanazione; indaco, Mondo della Creazione; violetto, Mondo della Formazione. La base su cui si è formata la teoria cabalistica dei colori la si trova nell'Antico Testamento: Genesi 9, 13 "… il mio arcobaleno nelle nuvole sarà il segno del patto fra Me e la terra…". Dove troviamo, però, un significato più evidente dei colori è nella descrizione dei sacrifici a Colui che è.

Il sacrificio cruento veniva compiuto scannando l'animale, raccogliendo il sangue e "…devi prendere il sangue del toro e porlo con il tuo dito sui corni dell'Altare e tutto il resto lo verserai sulla base dell'altare…" (Esodo 29, 2). Il colore rosso impuro della formazione viene posto sull'altare "…altare di rame lungo 20 cubiti…"(Cronache 4,1). Su questi due colori impuri, rosso ed arancione, il terzo, cioè il giallo, quello del fuoco, purifica il tutto inviando: "…un odore grato e riposante per l'Eterno…" (Levitico 1,9). I colori destri o puri si ritrovano nelle vesti, quindi sugli attori del sacrificio: "…filo turchino e lana tinta d'indaco e fibre di colore violaceo…" (Esodo 6,8). Abbiamo tutto lo sprettro dei colori eccezion fatta per il verde che si trova solamente nell'Apocalisse: "…e intorno al Trono vi è un arcobaleno dall'aspetto simile allo smeraldo…" (Apocalisse 4,3). Il colore dello smeraldo è quindi il colore che alona il Trono della Gloria del Supremo.

 

Aton

 

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