Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza MARTINISMO
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Meditazione Martinista
di I.D.S.
Preparazione: Ricavarsi uno spazio fisico e temporale. Alcuni lo chiamano Tempio, altri Oratorio, ma non c’è bisogno di alcuna connotazione religiosa. Potrebbe essere una stanza o un angolino dove si può non essere disturbati per tutto il tempo di cui abbiamo bisogno: almeno mezz’ora. Occorre essere sicuri di avere tempo per completare senza venire disturbati. E’ preferibile, prima di iniziare la meditazione, fare un bagno per immersione, o una doccia, con l’intenzione di purificare il proprio corpo, dentro e fuori, la propria aura, i propri pensieri. Chi osserva una dieta onnivora dovrebbe provare a fare l’esercizio dopo almeno 24/48 ore di dieta vegetariana: potrebbe avere delle sorprese!
Orientazione: Ognuno trova spontaneamente la propria “orientazione”. Chi preferisce l’orientazione solare si volge a Est all’alba, a Sud a mezzogiorno, a Ovest al tramonto e a Nord dopo il tramonto. Il Sud è Yang e rilascia influssi tali da essere complementari al Principio femminile che è Yin. Allo stesso modo Est è Yang e Ovest è Yin. Con questa conoscenza è possibile ristabilire l’equilibrio tra i due Principi Complementari. Dicevano nell’antica Cina che la Via del Cielo preferisce la destra perché il Sole e la Luna si muovono verso Occidente, mentre la Via della Terra preferisce la sinistra. Ovvero la sinistra è Yang e la destra è Yin.
CREARE UNA PROTEZIONE: Decisa l’azione – meditare – e decisa l’orientazione, prima di cominciare – ogni volta – occorre creare una protezione per proteggersi da eventuali attacchi esterni. Possiamo scegliere tra: - croce cristiana - croce cabalistica - rituale di bando - visualizzazione … Visualizzare se stessi e il luogo in cui ci si trova completamente racchiusi in una sfera di brillante luce blu. … Visualizzare se stessi all’interno di un cerchio, limite invalicabile per ogni presenza esterna. Per chi ha poca capacità immaginativa si consiglia un tappeto bianco sul quale tracciare un pantacolo (per es. quello di Salomone).
Rilassamento: Per rilassarsi occorre assumere una posizione comoda, in piedi, seduti o distesi, con la schiena dritta e gli occhi chiusi, respirando profondamente e lentamente. Ognuno deve prendersi tutto il tempo di cui ha bisogno. E’ un tempo soggettivo, che dipende da ciascuno di noi. Si procede prendendo consapevolezza del proprio corpo, qui e ora, in questo momento e in questo luogo. Rilassatevi completamente, rendendo silenziosa la mente ed il vitale... osservate senza giudizio o commento o preferenza, prima il corpo fisico, allentando ogni piccola o grande contrazione... concentrandovi su ogni muscolo, compresi quelli degli occhi e della lingua... Poi osservate le vostre sensazioni ed i vostri sentimenti...senza giudicare, senza trattenerli, né avversarli in alcun modo... Osservate i pensieri... senza trattenerli, osservateli venire ed andare...con equanimità...come fluissero su uno schermo... come fossero nubi sospinte dal vento nel cielo…
COME FARE L’ESERCIZIO: In greco un unico verbo (askeo) significa “lavorare”, “produrre con arte”, “osservare”, “esercitarsi”, “praticare”, “abituarsi a fare qualcosa”. Con questo senso delle parole scegliamo di eseguire un esercizio, senza correre, perché è meglio essere lenti piuttosto che affrettati. L’esercizio va letto e riletto per capire, memorizzare e acquistare familiarità con quanto si vuol fare. Soprattutto, occorre non pensare di perdere tempo. Studiare un esercizio aiuta a collegarsi con l’essenza dell’esercizio, a focalizzare, a fare attenzione. La ripetizione di un esercizio ne moltiplica la potenza. Studiare con qualcuno può essere di grande aiuto.
MANTENERE IL SILENZIO: Il silenzio è il quarto potere della Sfinge. Essere discreti sul proprio “lavoro” e non condividere prematuramente le proprie intuizioni, serve a non dissipare l’energia accumulata con l’esercizio che si è svolto. E’ meglio prendere appunti su un quadernetto in modo da non dimenticare cosa, quando come e perché avete fatto un esercizio, annotando anche pensieri, intuizioni, idee, disegni e altri supporti visivi. A poco a poco, scrivendo, si acquisisce l’abilità a formulare meglio i propri pensieri relativi ad ogni esperienza, aumenta la comprensione di quanto abbiamo fatto, sintonizza la mente con i propri processi intuitivi ed astratti, rafforza lo scopo che ci siamo prefissi, ci aiuta a vedere e valutare i progressi fatti nel tempo.
ESERCIZIO N° 1: Dopo aver letto e compreso le note precedenti e, soprattutto, dopo averle messe tutte in pratica, immaginate di essere davanti ad un antico Portale. Osservate attentamente il luogo in cui vi trovate al di qua della Soglia, quindi varcatela e procedete nell’Atrio e successivamente nel Vestibolo. Superateli e vi troverete ad attraversare un Portico al cui termine si staglia un antichissimo Tempio. Osservate attentamente la visione: l'edificio, gli alberi, il cielo... accogliendo tutto ciò che viene... annotandone in mente i particolari... andate verso la Porta del Tempio ed entrate... ... poi vi racconterete sul vostro quadernetto, scrivendo com'è andata... Ripetete l’esercizio ogni qualvolta avete la disponibilità del tempo necessario e verificate ad ogni “viaggio” l’esperienza fatta, riflettendo e meditando su quello che avete vissuto e su quello che avete appreso culturalmente e spiritualmente.
ESERCIZIO N°2 Per svolgere questo esercizio occorrono un foglio bianco e un pennarello nero. Decidete voi la grandezza del foglio e del pennarello. Sedetevi con il foglio posto innanzi a voi, posto su un tavolino, e il pennarello a portata di mano, già aperto. Tenete le mani appoggiate in grembo, la sinistra sotto e la destra sopra, viceversa se siete mancini. La mano con cui scrivete normalmente deve essere libera quando è il momento di agire, di manifestare il proprio essere: essa riceve energia dall’altra mano posta sotto ma soprattuto dal cuore. Rimanete seduti davanti al foglio, guardatelo senza tensione o intenzione, con gli occhi morbidamente socchiusi. Rilassate il corpo e cercate di non seguire i pensieri. Lasciate cadere lo sguardo sul foglio senza voler ottenere nulla. Entrate medativamente nello spazio bianco del foglio e sciogliete ogni tensione. Quando sentirete risvegliarsi una nuova energia che parte dall’addome, canalizzatela nel gesto, nell’azione: con il pennarello tracciate un cerchio con un solo gesto. Non cercate di migliorare la figura tracciata, un solo gesto deve bastare. Il cerchio rappresenta la totalità dell’Infinito e tracciarlo è la Manifestazione di quest’attimo nella Totalità. Ogni attimo è un attimo dell’Eternità, ogni gesto è l’Infinito e non si può modificare. Il gesto, una volta compiuto, non è più ripetibile. Potete tracciare un altro cerchio ma l’attimo non sarà più lo stesso, non sarà l’attimo che abbiamo vissuto prima. Panta rei.
di I.D.S.
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