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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

MARTINISMO

                                
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Introduzione sommaria all'Ordine Martinista
 
di Francesco Brunelli - Nebo  S:::I:::I:::

 

L’Ordine Martinista è l’espressione degli insegnamenti di Martinez de Pasqually, di L. C. de Saint Martin e dei suoi Maestri, di Papus, di Stanislao de Guaita e dei loro ispiratori tutti rifacentisi a quell’occultismo occidentale che affonda le sue radici nella tradizione egizio-atlantidea e che è permeato dalla saggezza esoterica proveniente da canali diversi, segnalatamente dal canale gnostico-cristiano e kabbalistico.

La essenza di questi insegnamenti contenuti in ponderose opere scritte, viene trasmessa mediante una semplice cerimonia di iniziazione rituale.

Aperto agli uomini come alle donne, il Martinismo è un raggruppamento iniziatico che possiede:


— una dottrina filosofica e mistica,
— un metodo di lavoro individuale e di gruppo,
— una linea di ispirazione sulla quale i membri debbono operare secondo le proprie possibilità individuali.

 

 
Gli scopi principali che l’Ordine propone ai suoi membri sono essenzialmente due:

1. — la riconciliazione e la reintegrazione individuale,
2. — la reintegrazione universale.


 

Il Martinista approfondirà in seguito questi scopi non fermandosi alla lettera, ma penetrando dietro la significazione nascosta dall’antropomorfismo utilizzato dai Maestri per enunciarli.

I mezzi che offre per il raggiungimento di questi scopi sono individuali e collettivi, il Martinista cioè viene posto in grado di compiere sia individualmente, sia in comunione con gli altri membri dell’Ordine, il lavoro di reintegrazione.
Scolasticamente — e quindi non iniziaticamente — possiamo, su tale assunto, costruire il seguente schema:


1. Lavoro individuale.


a) Scoperta della vera natura e del vero essere dell’uomo.
b) Lavoro di liberazione delle scorie che imprigionano l’uomo qui «in basso», lavoro di ordine interiore ed «operativo».

c) Contribuzione personale alla reintegrazione universale mediante la partecipazione alle operazioni.


2. Lavoro Collettivo realizzantesi mediante la partecipazione attiva al lavoro di catena avente come effetti:

 

d) L’intercambio energetico tra gli anelli della catena.
e) L’utilizzazione delle energie singole simpaticamente agenti per il potenziamento della catena e per le operazioni di purificazione dell’aura terrestre. Riti giornalieri, mensili, equinoziali.


Tale schema che si fonda su convincimenti personali, indipendentemente dalle Scuole, trova la sua giustificazione nello studio e nella applicazione pratica degli insegnamenti esistenti nella letteratura di ispirazione martinista.

Sommariamente possiamo approfondire quanto esposto nello schema sacrificando alla chiarezza (e quindi peccando di leggerezza) l’interiore profondità degli insegnamenti dei Maestri Passati e di quelli viventi qui «in basso».


a) L’uomo, per L. C. de S. Martin, è la somma di tutti i problemi. È lui stesso un problema, l’enigma degli enigmi. Non si può comprendere l’uomo per mezzo della natura, ma la natura per mezzo dell’uomo. Louis-Claude de Saint Martin invita l’uomo a considerare se stesso e ad analizzare la realtà che avrà scoperto in tal modo. Così l’uomo scoprirà il suo vero rango e percepirà l’armonia del mondo secondo il famoso adagio di Delfo. «Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei!». L’uomo, malgrado la sua «degradazione» porta sempre con sé evidenti i segni della sua origine divina. Incatenato sulla terra come Promoteo, esiliato dal suo regno, quale fine si potrà proporre se non quella della reintegrazione?
 
b) Una volta conosciuta la sua vera natura egli non aspirerà che alla liberazione dalla prigione e dopo aver indagato sui mezzi a sua disposizione, inizierà quel lavoro di decondizionamento, di decantazione e di purificazione che lo condurrà, dopo aver realizzato il noto quadruplice motto: osare, tacere, sapere, volere, ad operare quella trasmutazione di alchimia spirituale avente come fine la strutturazione di un tipo d’uomo differente dalla umanità media, certamente ad essa superiore per evoluzione e per possibilità, «riconciliato e reintegrato nelle sue primitive» qualità e potenza.

Indipendentemente dalle «tecniche» usate dall’iniziato egli potrà agire anche «operativamente». Tale lavoro che comporta la messa in azione di operazioni che, seguendo gli schemi tradizionali (purificazioni, regime alimentare, preghiera magicamente intesa, allestimento di un luogo operatorio, ecc...) e particolari rituali (segnalatamente martinezisti) apporta all’operatore che ha un cuore puro ed una fede sincera degli effetti sensibili consistenti in genere in una visione diretta di lampi e di glifi (i «passi») che rappresentano dei segnali sul cammino della reintegrazione e che confermano la validità del lavoro e la sua progressione.

e) Il contributo alle operazioni per la purificazione dell’aura terrestre avviene mediante la partecipazione attiva (come «operatore») a queste.


d) La catena martinista permette che si stabilisca un intercambio energetico tra fratello e fratello, tra fratello ed eggregore. Per suo mezzo si creano inoltre quelle energie che saranno utilizzate per gli scopi generali dell’Ordine.


e) L’atmosfera astrale del nostro globo è infestata:


1. dai pensieri negativi emessi dagli uomini;

2. dalle forze negative di esseri non corporei (sono queste forze che generano i mali dell’umanità e si frappongono alla sua rapida ascesa evolutiva: guerre, odi razziali, religiosi, sociali, di caste, di collettività, desideri egoistici, ecc...).
Soltanto le operazioni teurgiche, veri e propri esorcismi, sono in grado di combattere questa negatività con successo. Operazioni teurgiche collettivamente eseguite hanno una forza che aumenta in senso geometrico in rapporto al numero degli operatori e, spostando anche di poco la polarità dell’ambiente «astrale», contribuiscono alla grande opera della reintegrazione universale.
La catena martinista può naturalmente dedicare le sue energie positive a combattere la negatività su tutti i piani, particolare attenzione viene posta anche alle operazioni di «guarigione».


Questa introduzione sugli scopi e sui mezzi atti a conseguire tali scopi è certamente carente, ma il completamento di questo schema volutamente semplice, è compito del Fratello che intraprende l’ascesa, attraverso la comprensione degli insegnamenti successivi e soprattutto attraverso la pratica indispensabile per qualsiasi progresso.

Infatti non dobbiamo sottacere una Verità fondamentale, senza la quale la comprensione effettiva del Martinismo sarebbe desolatamente tradita e la verità è questa: nel Martinismo si pone come scopo fondamentale ed irrinunciabile la reintegrazione per ottenere la quale si deve giungere alla pratica trasmutatoria che in termini più correnti e comprensibili è alchimia.

Alla trasmutazione si giunge attraverso la pratica (e mai attraverso la pura teorizzazione) anche fideistica, la quale mediante l’intervento dell’Eggregoro di catena permette che il «piccolo arcano» di per sé ineffabile venga intuito dall’adepto o rivelato.

Il possesso del piccolo arcano naturale permette l’avviamento all’ulteriore fase di lavoro. Senza questa intuizione o rivelazione non v’è possibilità di progresso in quanto nessun essere vivente, nessun istruttore, può spiegare chiaramente il segreto.
È solo l’appartenenza all’Ordine, l’applicazione della «regola» e la pratica costante che aprono queste possibilità.

È quindi risibile qualsiasi organizzazione che si definisca iniziatica (indipendentemente dalla denominazione ch’essa assuma) senza il possesso effettivo degli Arcani e di un Collegio Operativo in grado di trasmettere ai chiamati le istruzioni relative al piccolo ed al grande magistero.


Perciò ricordiamo ancora un passo del De Guaita che è da meditare profondamente: «Noi ti abbiamo “cominciato”: il ruolo degli Iniziatori deve fermarsi qui. Se tu perverrai da te stesso all’intelligenza degli Arcani, tu meriterai il titolo di Adepto; ma sappi bene ciò: è invano che il più sapiente dei Maestri ti riveli le supreme formule della scienza e del sapere magico; la Verità Occulta non si può trasmettere con un discorso: ciascuno deve evocarla, crearla e svilupparla in sé.

Tu sei Iniziato: sei uno che gli altri hanno messo sulla Via; sforzati di divenire Adepto; uno cioè che ha conquistato la scienza da se stesso, o, in altri termini, il Figlio delle sue opere».

 

 

 

 Sito di riferimento per ulteriori approfondimenti "O.M.U."

www.martinismo.it

 

 

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