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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

MARTINISMO

                                
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IL CAMMINO INIZIATICO
 

di Michael Aion

 

"Gesù allora si voltò e,vedendo che lo  seguivano disse:’Che cercate?’. Gli risposero:’Rabbi dove abiti?’Disse loro:’Venite e vedete.’ (Gv 1,38-39)

"I suoi discepoli Gli chiesero:’Dicci in che  luogo Tu sei perché è necessario che noi lo cerchiamo.’  Egli rispose loro:’Chi ha orecchie,intenda! La Luce sta nell’Essere Luminoso. E irraggia l’intero cosmo. Il non illuminarsi è il Male."
(Vang. di Tommaso vr 24)

"Se salgo in cielo,là tu sei. Se scendo negli  inferi,eccoti." Salmo 138

Potremmo assumere le parole del Cristo come archetipo dell’iter iniziatico, il  cammino per eccellenza. Non un  vagabondare (anche se ai profani tale potrebbe sembrare…) ma un pellegrinaggio  che è un anelare. Per arrivare a vedere. Se il profano,o il sudra (…a scanso di equivoci, chi di noi non è un sudra di fronte all’Infinto Spazio Infinite Stelle?), girovaga lungo la circonferenza, un Iniziato va verso il Centro, seguendo il raggio della ruota:
"Esattamente come un uomo che ascende gradatamente la montagna è perso di vista  dai suoi amici nella valle, è così che l’adepto deve sembrare. Essi diranno: ‘Si è perso nelle nubi’. Ma lui invece gioirà nella luce del sole sopra di esse e giungerà nelle nevi eterne." Liber Porta Lucis 15.

Ma al di là dei facili fraintendimenti o dei comuni stereotipi un Iniziato è un realista
per eccellenza. Un realismo che sempre si sposa con la spiritualità più vera, virile e solare.
Come potrebbe essere diversamente se l’Iniziato è colui che cerca la Realtà per eccellenza? "Venite e vedete" è l’invito, "la Vita eterna è che ti conoscano." Gv 17,3. Invitati perennemente a vedere,non a credere,vedere come sul Tabor.
Accettare questo invito significa mettersi in cammino verso una progressiva trasmutazione. Incarnare,progressivamente lo Spirito,fino a divenire Sua icona. Via via riassumendo quel senso d’eternità così estraneo all’uomo "comune". Il cammino iniziatico come viaggio nelle profondità si sé,tramite sé stessi,verso il Sé. Un viaggio che è un paradosso costante,cerchiamo di liberarci da sé,tramite sé stessi,per sé stessi. Un progressivo passaggio verso la Gnosi. Passaggio che altro non è che una celebrazione di una Pasqua (che appunto significa "passaggio") di luce. Ma questa pasqua/passaggio significa anche "patire/soffrire" ("L’empietà all’empio,al credente la fede;ma per petto di Attar basti un atomo di dolorosa passione per Te."). In realtà ogni autentico passaggio di stato comporta sempre un patimento,una morte. Dalla morte alla vita. Un cammino progressivo che significa anche denudarsi di tutto quello che non è per poter essere realmente. Condizione ultima che nulla ha che la limita alla dimensione puramente umana,tutto quanto è identificabile con io e mio verrà trasceso,riconosciuto come transuente ed illusorio. Tutto questo viene intuito,e diviene necessario trampolino di lancio,una "retta visione" per dirla in termini buddisti."Si può essere consci soltanto del riflesso (nei termini di Ruach) dell’intuizione Neschamica." (A.Crowley commento al verso 1 cap.5 del Liber Cordis Cincti Serpente) "Finchè un uomo pensa a sé stesso come ad un essere piuttosto che ad una energia,egli attribuisce a sé stesso non la stabilità (come suppone il profano),ma la stasi,che è morte." (A.Crowley commento al vr.2 cap 5 L.C.C.S. edizioni O.T.O. italiano). Il cammino iniziatico da subito punta al vertice dell’esperienza, come il guardare la cima della montagna che ci si appresta a scalare. La cima può essere nascosta dalle nubi,ma ne intuisco la presenza,l’incombere su tutto il percorso. L’esperienza dell’Eternità in noi,è intuita,come uno scopo remoto,una aspirazione…fino a divenire, per pochi, Conoscenza, realizzazione nell’infrangersi dei limiti della condizione umana. Ma ogni realizzazione dell’Universale conserva il "sapore" dell’individualità dove questa esperienza è sbocciata,come il fiore è frutto della terra in cui è nata la pianta. " Risvegliati,dunque,tu che dormi! Ricevi la luce divina che è la tua luce e che sta tornando a te! Ricevi questa fiamma ardente che ti permetterà di vincere la potenza delle tenebre rivestendoti del suo calore e della sua luminosità abbagliante." ( dal rituale di iniziazione dell’Associato Incognito). Il progressivo procedere fa di sé la formula di equilibrio universale. Tutto viene riorganizzato in funzione del cerchio magico che traccio intorno a me. Attraverso questo lento e progressivo rovesciamento di prospettiva,tutto ci appare in una luce nuova,l’interiore e l’esteriore diventano aspetti interconnessi e in fondo dipendenti entrambi dalla nostra coscienza-anima,che muta si alimenta ,cambia, trasfigurata, trasfigura. Se il profano si perde nei meandri della circonferenza che lo imprigiona, l’iniziato, il mago, si pone al centro del suo universo,e con gli strumenti egli ricrea,come Dio, il proprio universo, dove realizza:"Sii tu Hadit,mio centro segreto,il mio cuore e la mia lingua." Liber Legis 1,6.(Da meditare la triplice impostazione della frase…). "Io sono sopra di voi ed in voi. La mia estasi è nella vostra. La mia gioia è vedere la vostra gioia." Al 1,13. L’iniziato se non realizza immediatamente,intuisce,che egli è il nodo centrale di quella circonferenza infinita che lo abbraccia e che lui riflette. Il paradosso sempre accompagna questo cammino,a differenza dal facile credere in una "condensazione" maggiore dell’ego,la vera opera è di spersonalizzazione. O meglio rendere universale la nostra individualità. E’ il naufragio di Ain Soph in Malkuth. Opera che richiede maschera e mantello,la yod e la tau. La yod ha valore 10 "il numero del pensiero umano e divino",come lo definisce A.Moscato. Simboleggia il seme divino depositato nel cuore della creazione ( o sarebbe meglio dire nell’utero…?) sin dall’inizio. Emerge quando impariamo a spersonalizzare noi stessi. Possiede in sé l’intero Nome divino e partecipa di questo ogni Nome. In origine la yod rappresentava un braccio alzato con la mano aperta, a simboleggiare che siamo noi con la nostra opera a renderci divini. Lavoro lungo,come lo stesso cammino. Gesto che ci ricorda il gesto del Dio Min, che ne sottolinea la forza creativa,essendo divinità itifallica. In questo lungo processo siamo come Giobbe,coscienti che Dio ci sta plasmando ("Interpretare ogni fenomeno come un modo particolare con cui Dio tratta la tua anima" dal rituale di Maestro del Tempio della Golden Dawn,riportato da A.Crowley in Magik pg.103),affinché il nostro nome riverberi il Suo. La yod è l’origine e la fine di ogni uomo. La yod,la Maschera,ci invita a prendere atto di questa consapevolezza. Il seme d’oro è lì fin dall’inizio. Con questa coscienza l’ego stesso è redento,manifestando i misteri della yod. Il suo Nome è il vero nome di ogni uomo. Non a caso la parola "yalad" (partorire,generare) incominci con la yod. Superare lo "steccato" della " he" (ultima lettera del Tetragramma Sacro,simboleggiante la "figlia") ci porta alla yod= HY = hay, "vita".(Da notare anche,che essendo la He l’ultima lettera del Nome divino,sembra quasi che quanto nasca da Yod e via via con le altre lettere trova compimento nella He,che significa "finestra". L’irruzione nel mondo fenomenico è il "destino" della Yod .Quasi che in questo di trovi e si "realizzi" Quello. O per dirla con le parole del mio Maestro: "Dio è la vocazione dell’uomo. Ma l’Uomo è la vocazione di Dio"). Nella sua duplice manifestazione,insita nella maschera ( mi nasconde e al tempo stesso mi da un nuovo volto,mi fa guardare,e guardato,all’esterno-eppure mi cela all’interno), la yod-maschera è Heru-Ra-Ha, il Signore del doppio Orizzonte. Divinità duplice che si estrinseca in Ra-Hoor-Khuit e si cela in Hoor-Paar-Kraat,il dio del Silenzio (notate come se la mano del dio Min è aperta in quanto crea il "gesto-mudra" di HPK è l’indice posto sulle labbra,a mano chiusa)…"per mezzo di questa Maschera la tua personalità scompare…"La maschera ci fa partecipare a ciò che ci supera. Il Mantello legato alla lettera tau implica molti significate di cui la stessa lettera è portatrice. Lo sprofondare nella propria interiorità è simboleggiato proprio dal mantello, che diviene una necessità per lo stesso iniziato. Ritroviamo tutto questo nella carta dei tarocchi detta "l’eremita" a cui A.Crowley attribuisce la lettera yod . In un unico simbolo ritroviamo la maschera (yod) e il mantello che ricopre l’eremita, figura che bene esprime il senso del cammino. Eremita che non è rappresentato in preghiera ma proprio in cammino, con una lanterna che illumina i suoi passi ("Siate luce ai vostri passi" Buddha). Il camminare dell’eremita unisce sia l’azione che la meditazione. Lì è autenticamente sé stesso, diviene sintesi e cuore della ricerca. Proprio come il Martinista (definito "monaco combattente") così l’eremita ne è il simbolo del contemplativo nel mondo. La maschera come il mantello rappresentano l’occultarsi dell’iniziato dinanzi al mondo profano. Non che vi sia separazione tra mondo profano e mondo iniziatico,ma è l’iniziato che si nasconde nella " torre interiore…ivi si ritempra e, nella assoluta inattaccabilità, trae le armi invincibili della vittoria. Allora e solo allora l’iniziato potrà gridare: chi tra i forti è simile a Te, Signore?" (dal rituale di Iniziazione dell’Ass. Inc.) Nel mondo non si può non indossare la Maschera e il Mantello,proprio perché il reale volto dell’iniziato (se tale è) è come un novello Mosè che scende dal monte di Dio,non è guardabile…il volto dell’Iniziato, che ora è Adepto, rimanda al Volto di Dio, all’Altrove che trasfigura il qui ed ora. Cosa può dire di sé un iniziato,a chi dire,e con quali parole…è un cammino di estrema solitudine, dove anche i fratelli non possono camminare al tuo posto. Quanto si costruisce lo si fa con le proprie mani, memore di quanto può aver detto e dato il Maestro,che ai più fortunati può avere un volto umano,con un nome. E’ un gabinetto di riflessione da cui non si esce,ecco perché tutto il cammino è li all’inizio. Tutti gli strumenti sono lì. Cammina e ascolta, contempla e agisce perché ha un "cuore che ascolta",come Salomone che chiese a Dio il dono di un "cuore che ascolta". Qui c’è tutta la tensione iniziatica. Il cuore in arabo "qalb" ha le stesse consonanti di "Qibla" in punto in cui si rivolge il fedele nella preghiera. Basterebbe questo per comprendere come il cammino iniziatico è un riorientare l’intero nostro essere verso quel centro da cui traiamo senso, vita, luce. Un cammino che deve essere realizzato e ricreato da ogni iniziato.

Michael Aion

 

tratto dal sito  "Fuoco Sacro"

www.fuocosacro.com

 

 

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