Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza MARTINISMO
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HESTOS Colui che sta in piedi di Michael Aion
Tra le carte dei tarocchi con cui il martinista si identifica troviamo la lama numero nove, l‘Eremita. Ma a ben guardare potremmo trovare altre che illumineranno il percorso teurgico del martinista. Altre lame che farebbero luce su di un cammino complesso, cammino che non ha senso se non lo si incarna. Nel suo procedere il martinista prende co-scienza di procedere sempre tra due opposti. Un procedere che è proprio di ogni uomo sulla terra. Procedere tra Jakin e Boaz. Da questa dualità dovrà trarre la possibilità dell’unione. Un terzo termine che unirà e supererà i due aspetti in qualcosa di nuovo. In questa ottica l’iniziato è come l’uomo della lama numero sei, gli Amanti. In questa lama troviamo un uomo,l’iniziato, che è posto tra due figure femminili. Egli sembra dover scegliere l’invito di una delle due donne: una prostituta e una sacerdotessa. Il perenne dilemma del nostro vivere quotidiano, sempre tra bianco e nero,virtù e vizio, dio e satana…scegliere l’una o l’altra strada…oppure destrutturare tutto e superare in un eroico furore scegliendo di andare “Oltre”, né questo né quello. Cercare di andare oltre ogni termine dialettico, per integrarli in sé. La carta ci sbatte in faccia una verità che ogni iniziato dovrebbe aver compreso: ogni particolare idea che abbiamo, che si crei, evochi immediatamente il suo contrario. Non c’è luce senza tenebra, non c’è dio senza satana. Formula che è l’Equilibrio dell’universo. Il Wirth sottolinea come quell’uomo sia l’Uomo di Desiderio. Il giovane è posto tra una “austera regina che promette soddisfazioni morali (come se l’adepto debba accontentarsi di soddisfazioni “morali”n.d.a.), e da una baccante dispensatrice di facili piaceri.” Eppure l’esigenza di un superamento della dualità e dato proprio dalle due figure ai lati dell’uomo. In ebraico prostituta è una parola composta dalle stesse vocali di santo (qdsh). La dualità di fondo della carta è sottolineata anche dalla attribuzione zodiacale, che è i Gemelli, governati dal pianeta Mercurio. La lettera corrispondente è Zayn, la spada a due tagli. Da una breve analisi di queste indicazioni avremo spunti molto interessanti. In ebraico “questo” e “quello” si dicono entrambi ZH (zeh) ( termine che ci rimanda anche all’uccello mitico Ziza che con le sue due ali nasconde la terra al Sole). Zayn ed Hè sull’Albero della vita sono le vie che vanno da Binah (la Madre) e da Cokhman (il Padre) verso Thipharet (il Figlio). L’unione di due opposti e complementari da vita a quanto li “contiene” e li supera. Tornando ancora a Ziz nel Talmud indica il “gallo selvatico” (nei salmi è l’asino selvatico), animali che raffigurano divinità mercuriali e solari al tempo stesso (Abraxas,Baphomet) il Mercurio Alchemico. La dualità che viviamo su tutti i piani ci è data proprio per trascendere “questo” e “quello”, in una sintesi che superi ogni schema, portando ad Unità il nostro vivere. L’Innamorato è rappresentato con le due braccia sul petto, le quali formano un X, una croce di s. Andrea. Sono le due correnti Ob e Od che si incontrano nel cuore dell’adepto e possono risalire verso altri piani. Le due correnti che indicano Ida e Pingala. Nell’incontro e nell’equilibrarsi nel cuore abbiamo la manifestazione della Luce Magica, Aour, che si spande nella Sushumna., la colonna centrale che attraversa la spina dorsale o la colonna centrale dell’Albero della Vita. Il polarizzarsi delle correnti svegliano il Serpente di Fuoco, la Kundalini che da quel momento sale verso l’alto. Una lingua di fuoco triplice come la Shin.
(*) Hestos = 281 = 11
Ed è proprio nel cuore e dal cuore che comincia a celebrarsi la grande liturgia dell’Unione. Non per nulla S.Martin definisce il cuore “la Sua dimora più cara e il più glorioso dei Suoi templi”. Il risvegliarsi del chakra del cuore accompagna segni non solo in astrale anche sul piano fisico. E’ lo Spirito che imprime un’ orma sul fisico,indelebile. Lo Spirito “assume” la carne. E’ aria che spira nelle caverne del cuore:”Il vento soffia dove vuole; tu senti la sua voce, ma non sai da dove venga e dove vada. Così è di ognuno che è nato dallo Spirito.” Il petto si dilata :” Corro per la via dei tuoi comandamenti perché hai dilatato il mio cuore.” (Sl 118,12). Questo Vento è l’alito dei baci dell’Assoluto che si china a dare all’uomo. Allora potremo esclamare come l’amata del Cantico dei Cantici :”Mi baci con i baci della tua bocca. Si le tue tenerezze sono più dolci del Vino.” Il cuore è l’alambicco dove gli elementi sono rigenerati. La componente umana incomincia a sfumare nella Luce, che tutto pervade. La materia,il denso è riportata ad una vibrazione ,ad una “tonalità” più alta. E’ l’Annuncio dell’Angelo a noi. L’attivazione di questo centro è punto di arrivo e di partenza. Il lavoro dell’Associato,di purificare la Luna, arriva al Sole,pianeta collegato alla sephira Thipharet. L’Iniziato Incognito, posto di fronte al Sole deve divenire il Sole. La coscienza, la mente, incomincia a dimorare nel cuore. Ma quali sono i mezzi con cui sarà possibile operare? A questo punto c’è l’incontro con la Sfinge, i mezzi per procedere e non restare ingabbiati sono i suoi doni,i suoi poteri :Conoscere, Volere, Silenzio, Osare(1). Le quattro braccia della croce. L’uso di questi doni-poteri pone l’adepto nella possibilità di superare la sua dimensione umana,gli elementi che resistendo lo sospingono nella sua persona. Qui si inserisce un quinto “elemento”, lo Spirito, la Shin che vivifica ed amplia il Tetragramma. E’ quanto vivifica la croce degli elementi. Nella padronanza degli elementi l’adepto traduce sé stesso nell’azione, nell’andare nel mondo… “ Sono entrato soffrendo;ora in letizia io vado pieno di gratitudine a fare il mio piacere sulla terra tra tutte le legioni dei viventi.” Liber XLIV,Messa della Fenice. “Quale altra preghiera se non l’azione?” L.C.de S. Martin Uno degli attributi più importanti delle divinità egizie era l’Anck, la cinghia di sandalo,appunto un mezzo per andare, l’IRE. Se dovessimo fare una somma dei valori numerici delle iniziali dei quattro doni della sfinge avremo la somma 776 = 20 =2 che scomposto potremmo avere 1 e 1, 11. Questo è la somma di 326, che a sua volta è il valore numerico del pentagramma sacro. Detto in altro modo possiamo affermare che il Logos si specchia nell’agire dell’adepto. Questo “andare” (ire = 215 = 8 la lettera chet della lama il Carro) trasforma l’adepto nel “Portatore del Graal”, uno degli attributi della lama sette (chet per esteso vale 418 = PARZIVAL). Nei tarocchi tradizionali il Carro è trainato da due sfingi, una bianca ed una nera (la dualità che “asservita” al carro conduce l’adepto dove lui vuole). In quelli di Crowley abbiamo la sfinge scomposta nei quattro Cherubini, o aspetti della stessa sfinge. I quattro cherubini simboleggiano i poteri della sfinge. L’andare dell’adepto è la messa a terra della sua Volontà. Dalla potenza del Desiderio all’atto della Volontà. E’ l’influenza delle Sephirot superiori che si “incanala” nell’adepto. Nell’Albero della Vita il sentiero collegato alla lama del Carro porta da Bhina a Ghebura, l’influenza dei Superni che discendono attraverso il Velo d’Acqua sulle energie dell’uomo che così lo ispira. E’ la freccia dell’angelo che domina la carta dell’Innamorato, Mezla (l’influenza dei Superni). Avviene la “fissazione” dello Spirito nella carne. Come Maria accogliamo il Logos in noi, per la Sua Nascita, che è la nostra vera nascita. “L’Influenza della Rosa è quel Mezla che è l’Influenza della Corona, è discende come Rugiada sulla Rosa, ad unire le Sephirot dell’Albero della Vita. Quest’Albero ha la forma di un Anck, che altro non è se non la forma della Rosa e della Croce, usata dai nostri Fratelli dell’antico Egitto come simbolo del loro Sentiero o Andare; è così è la Chiave della Rota, o Taro di Thot.”(fr. Achad)
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(1)” La Sfinge è perciò un Glifo del Soddisfacimento e Perfezione della Volontà e dell’Opera, il Completamento del Vero Uomo come Riconciliatore fra il Più Alto e il Più Basso, convenzionalmente così espresso, per nostra Convenienza, per distinguerli. Questo quindi è l’Adepto, che vuole con solida Energia come il Toro, che Osa con fiero Coraggio come il Leone, che Conosce con rapida Intelligenza come l’Uomo, e che Mantiene il Silenzio con eccelsa Sottigliezza come l’Aquila o il Drago. Inoltre, questa Sfinge è un Eidolon della Legge, perché il Toro è Vita, il Leone è Luce, l’Uomo è Libertà, il Seprente è Amore. Ora quindi questa Sfinge, essendo perfetta nel vero Equilibrio, prende pure l’Aspetto del Principio Femminile, cosicchè Ella può essere Pater della Piramide, che è Phallus, pura immagine di nostro Padre il Sole, l’Unità creativa. Il Significato di questo Mistero è che l’Adepto deve essere completo, Se stesso, contenente tutte le Cose nella vera Proporzione, prima che Egli possa rendere Se stesso la Sposa dell’Unico Trascendentale Universo, nella sua più Segreta Virtù.” A.Crowley Liber Aleph “Sulla Natura della Sfinge”. Michael Aion
tratto dal sito "Fuoco Sacro"
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