Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza MARTINISMO
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IL MARTINISMO VERSO L’ETA’ DELL’ACQUARIO di Simon Pietro Anche per il N.V.O. è giunta l'ora di aprirsi a nuova vita, una vita che rispecchi i tempi e che sia in linea con le caratteristiche della nuova era cioè «l'Era dell'Acquario». Ci sono tutte le premesse perché ciò avvenga: finora ci siamo formati alla luce della Tradizione, abbiamo fatto opera di ricerca per sfrondare questa Tradizione dagli elementi spuri, come fece Iside per trovare i resti sacri di Osiride (oppure possiamo dire di aver messo insieme i resti di Hiram, come dice la leggenda massonica); ora è tempo di rompere le barriere che ostacolano il cammino in avanti. Per il nostro cammino, e quindi per quello dell'Ordine, è bene ispirarsi al segno zodiacale dell'Acquario che viene raffigurato da un uomo-angelo che versa da una coppa ricolma il liquido della vita o linfa vitale. Nella mitologia greca la funzione di coppiere è svolta da Ganimede, un bellissimo giovane scelto da Giove per versare il nettare agli Dei; questa bevanda è sacra come quella della coppa del Santo Graal, o, meglio, come un cuore pieno di sangue vivo e vivificante (vedi il simbolo del Sacro Cuore): non c'è niente di più significativo per capire che siamo nell'Era dell'amicizia, dell'amore, della fratellanza, dell'unione della vita vera. È giunto il tempo che fra gli esseri umani non prevalgano gli istinti, le passioni, i desideri che sono le forze della natura più bassa, è ora che sia lo spirito a governare la nostra vita. L'iniziato di questa nuova Era ha compreso che è necessario realizzare quelle aspirazioni più profonde e più sentite che sono in lui, se vuole veramente vivere quella vita alla quale tanto anela, cioè una vita in armonia con se stesso, con gli altri e con la natura tutta. Finalmente egli potrà riuscire a tendere la sua volontà, la sua intelligenza e il suo amore alla realizzazione di ciò che le aspirazioni più profonde lo spingono ad essere. L'iniziato della Nuova Era cercherà di instaurare un rapporto autentico di interazione, di fratellanza e di comprensione nel reciproco rispetto delle proprie ed altrui convinzioni, conserverà la propria individualità fino a quando non si sentirà uno con l'Universo. Infatti l'uomo della Nuova Era sarà sempre più spinto a non seguire ciecamente i valori imposti dalla società, ma li cercherà con maggiore energia all'interno di sè; non aspetterà più dagli altri di essere aiutato per vivere una vita diversa, ma cercherà di sviluppare la propria esistenza indipendentemente dagli altri. E imparerà a divulgare i suoi principi, sostenendo con sempre maggiore grinta le proprie idee e il proprio modo di affrontare le cose, senza peraltro sconvolgere idee e modi degli altri. È ovvio che questo lavoro, del quale ora più che mai si avverte la necessità di realizzazione, passa attraverso una preparazione lunga, dolorosa e continua; l'iniziato avvezzo a questo genere di preparazione sentirà per primo tale necessità e per primo acquisirà le capacità di realizzazione perchè un nuovo modo di vivere si possa affermare. Siamo noi, iniziati di tutto il mondo che cercheremo di unirci con altri gruppi, cominciando da quelli più aperti e, più uniti saremo, pur sempre nella diversità, più riusciremo ad essere forti, capaci e felici. Questa è l'Era in cui il nostro «Ecce quam bonum..» potrà essere recitato anche in presenza di fratelli che non siano del nostro stesso V.O., in omaggio all'unione spirituale che si farà sentire sempre più e che sempre più farà parte di noi. In ogni essere umano c'è quella parte integra, indistruttibile, perenne che ci fa riconoscere tutti in Dio ed è quella parte di noi che ci dà il vero coraggio, il vero amore, l'intuizione, la creatività, e ci dà anche la capacità di rinunciare all'ultimo tozzo di pane. È quella parte di noi, come dicevamo, che ci dà la capacità di distanziarci e di prendere posizione sulle nostre caratteristiche personali. Tutti sappiamo di essere diversi gli uni dagli altri, in quanto siamo ognuno una sfaccettatura di quell'unica Essenza e sappiamo altresì che dobbiamo rispettarci lungo il cammino che è proprio di ognuno, ma non è semplice vivere attraverso la nostra essenza quando ancora siamo ricoperti da questo «involucro grossolano» che è il nostro corpo e la nostra psiche. Dobbiamo conoscere ed analizzare la nostra psiche per curare ciò che di essa è troppo invadente: la troppa emotività, le troppe paure, le depressioni, l'invidia, l'egoismo ecc. Tutti questi composti potranno essere curati solo se faremo sempre riferimento a quella struttura integra e indistruttibile che è la nostra parte spirituale. Solo chi lavora facendo leva sulla parte spirituale riuscirà a raggiungere ciò che interiormente desidera, raggiungimento che, in ultima analisi, è il motivo per il quale ci siamo incarnati. Tutti abbiamo un compito nella vita: l'iniziato sa che ogni individuo ha una sua strada da percorrere e quindi un suo compito, o, meglio, ha la responsabilità di portare avanti per tutti quel minuscolo granello di sabbia, che può divenire una pala di sabbia. Un punto molto importante sul quale non ci si sofferma mai abbastanza è la responsabilità che ognuno ha del suo operato: l'uomo si trova continuamente a dover decidere, egli deve affrontare il proprio destino, ed è proprio dal modo con cui l'affronta che dimostra di essere libero, indipendente, consapevole e forte. Immaginiamo di fare una partita a scacchi con il nostro destino: noi non sappiamo le mosse che farà, ma più lavoreremo secondo la nostra parte spirituale, più conosceremo l'avversario e più possiamo prevedere, prevenire, distruggere e annientare certi avvenimenti: a quel punto - e solo a quel punto - il nostro destino sarà quello che coscientemente avremo voluto noi e non quello voluto da istinti, percezioni, acquisizioni e sovrastrutture indotte. Ma, per tornare a ciò che il segno dell'Acquario ci comunica, possiamo parlare del concetto di libertà, precipuo del segno stesso. Intanto si può dire che in questo N.V.O. mai come adesso si respira un'aria di quella libertà che garantisce ad ogni membro di trovare il suo posto al fine di evolversi in maniera autentica. Aggiungo che pur essendoci strutturati in una gerarchia iniziatica da rispettare, tutti coloro che fanno parte dell'Ordine sono, a loro volta, rispettati nei loro tempi di evoluzione e nella scelta degli strumenti più idonei alla crescita individuale. Questi due aspetti dell'Ordine che sembrano in contraddizione, si sposano perfettamente quando si capisce in maniera concreta cosa significa l'arte della maieutica. Quando una persona sceglie di far parte di un Ordine, ne conosce senz'altro i principi basilari e le regole generali che sicuramente sente proprie. Il S.I.I. sarà sempre al fianco del neofita, oserei dire a sua disposizione; perché l'iniziatore ha il compito, oltre a quello di inoltrare con la sua saggezza ed esperienza il recipiendario nelle Segrete Cose, di aiutare il neofita (l'etimo di neofita è «nuova pianta», «pianticella») a far luce dentro di sé, senza mai mettersi al suo posto, o prendere decisioni per lui, o, tanto meno, imporgli le proprie decisioni. Solo in questa maniera, cioè se le scelte partono da un desiderio interiore, potrà sussistere la libertà nella disciplina. L'iniziato neofita deve sentire interiormente l'esigenza di fare le esperienze che, di volta in volta, il suo S.I.I., vorrà proporgli. La libertà dell'Acquario non porta all'anarchia, ma all'autogoverno. In un Ordine iniziatico è inconcepibile pensare che vi siano persone che agiscono come pecore e che non possano prendersi le loro responsabilità, perché se gli Iniziatori si sostituiscono ai neofiti nelle scelte individuali, i neofiti non avranno scelte da fare e non avranno neppure responsabilità o sensi di colpa (e si riproporrebbe allora quello che accadeva, e che ancora accade nella Chiesa romana). La gerarchia in un Ordine è necessaria perché esso deve possedere connotazioni specifiche in base alle quali esiste e si qualifica. In ogni Ordine vi sono funzioni e ruoli che vengono ricoperti da membri che, in tutta coscienza, si sentono di assumere certi incarichi, come succede in ogni famiglia che si rispetti; va da sé che tra le funzioni più importanti c'è quella di far emergere l'esigenze di tutti i componenti nel rispetto delle leggi generali. Altra cosa molto importante sulla quale meditare sono le caratteristiche dei pianeti dominatori del segno dell'Acquario, cioè Saturno ed Urano. Questi due pianeti nelle loro connotazioni, appaiono quasi in antitesi; è bene quindi adoperarsi per fare una sintesi e servirsi di queste due forze al momento giusto. Anche in questo, il N.V.O. ha dimostrato di essere in linea con i tempi: Saturno ha falciato senza pietà, e non senza dolore, una grossa parte dell'Ordine; e naturalmente ci auguriamo che la cosa sia positiva per noi e per gli altri. Ma ora Urano, il Cielo della mitologia, ci sorreggerà nell'anelito ad allargarci nello spazio infinito, con l'avvertenza che dobbiamo essere molto attenti a non farci prendere la mano da quel tanto di eccentricità e di sopravvalutazione del sé che sono caratteristiche ben vigorose nella fenomenologia operativa di questo pianeta. SIMON PIETRO
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