Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza MARTINISMO
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La Donna nelle Società Iniziatiche e nel Martinismo moderno di Caio Mario Aceti
La partecipazione delle donne ai lavori delle Società Iniziatiche costituì sempre un grave problema. Già le Costituzioni di Anderson, base della Massoneria Scozzese, escludevano dalle assemblee massoniche "gli schiavi, le donne, i pazzi, gli stupidi atei, le persone libertine o disonorate". Esse accettavano solamente "uomini di buona reputazione". Sappiamo quanto la Massoneria anglosassone fosse legata alle tradizioni della Massoneria di professione. Quando essa passò in Francia, i Massoni francesi, in un primo momento, furono rispettosi delle tradizioni loro trasmesse. Infatti, il cav. Ramsay, nel suo famoso "Discorso" attribuiva alle donne le dissolutezze e gli eccessi che a poco a poco si erano infiltrati nei Misteri pagani e concludeva: "Per prevenire simili abusi le donne sono escluse dal nostro Ordine. Non per ingiustizia nei confronti del loro sesso, incapace di segreto, ma perché la sua presenza potrebbe alterare la purezza delle nostre massime e dei nostri cuori". Ma accadde che alcuni fratelli animati da uno zelo meno austero ritenessero prive di senso le assemblee esclusivamente maschili. Essi si ritennero colpevoli di "essere stati molto ingiusti per aver creduto a lungo che piaceri basati sulle virtù stessero al di sopra delle facoltà delle anime delle donne e potessero dispiacere ad un sesso che supponevano avesse solo frivolezze da condividere. Ma, illuminati e puniti dall’isolamento e dalla noia che l’assenza delle donne faceva loro provare, si ritennero convinti che il fine della loro esistenza fosse quello di vivere con esse da non potersene separare ..." ("Recueill precieux de la Franc-Maçonnerie", III, p. 6). Sicché ben presto cominciarono a sorgere Società androgine: Ordine delle Mopse, della Felicità ecc. ecc. Tutte queste Società, però, ebbero effimera esistenza e disparvero dalla scena. Ma l’offensiva femminile non disarmò; essa ritorno all’attacco sino a quando non nacque la Massoneria di Adozione. Il suo atto di nascita era sancito dall’autore dell’ "Essai sur les Mysteres et le veritable objet de la Confrerie des Franc-Maçons" del 1771, con queste parole: "Da qualche tempo le donne sono state iniziate per l’adozione ai Misteri della Massoneria, ma questi sono diversi da quelli degli uomini". La Massoneria di Adozione si sviluppò rapidamente a cominciare dal 1772. Essa non ebbe pace sino a quando non ottenne il riconoscimento del Grande Oriente di Francia, riconoscimento che avvenne con una deliberazione del 10 Giugno 1774, con cui le logge di adozione venivano riconosciute a determinate condizioni. Martinez de Pasqually il quale, nel frattempo, aveva gettato le basi dell’ "Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Coen dell’Universo", dovette, in un certo qual modo, cedere ai solleciti di alcuni suoi adepti in favore delle donne. Martinez era stato contrario all’ammissione delle donne nell’Ordine da lui fondato, ma per ragioni diverse da quelle ritenute valide dai Massoni e cioè: frivolezza, indiscrezione, incapacità di mantenere un segreto ecc. Per Martinez i motivi erano d’ordine metafisico: egli considerava le donne esseri inferiori e negava loro il potere di comandare agli Spiriti. A questo proposito il Maestro scrive nel "Trattato della Reintegrazione", il Vangelo degli Eletti Coen, quanto segue: "Un giorno Adamo si prefisse, unitamente ai suoi due figli, di offrire al Creatore il culto d’una operazione spirituale divina, ma, poiché la sua discendenza femminile non poteva assistervi a causa della poco virtù e potenza spirituale innata nelle donne e della loro poca forza e fermezza nel sostenere simili operazioni, egli allontanò la posterità femminile ad una distanza di quarantacinque cubiti dal luogo scelto per il lavoro" (Tr. p. 101). Le figlie di Eva rappresentavano la parte impura dell’Umanità. Infatti, Eva era stata l’amaro frutto dell’Uomo-Dio: "Dunque, fu Eva a produrre in Caino lo strumento della disgrazia dello sventurato Adamo, poiché aveva concepito con Adamo questo figlio con una operazione di confusione, come ci rivela il numero due" (Tr. p. 105) cedendo ad una "impetuosa passione dei sensi della loro materia" (Tr. p. 97). Ritroviamo il carattere demoniaco delle donne nel "Catechismo" degli Eletti Coen: "Le due colonne spezzate segnano la degradazione della potenza di due esseri corporei simboleggiati dalle due colonne del tempio di cui quella a Settentrione rappresenta il corpo maschile e quella a Mezzogiorno la donna". È noto che il Settentrione rappresenta la regione divina del cielo, mentre il suo opposto, il Mezzogiorno, è la sede dei demoni, è il luogo nel quale "i demoni furono relegati per essere costretti ad operarvi la loro volontà e intenzione malefica" (Tr. p. 111). A Willermoz, desideroso di iniziare la sorella, Saint-Martin scriveva il 7 Luglio 1771: "Ho partecipato al Maestro il vostro desiderio di istruire le donne; egli vi prega di aver pazienza su questo argomento, manterrà la parola". Saint-Martin approvava l’iniziativa di Willermoz. Tuttavia, se tutto ciò poteva sembrare valido, per Saint-Martin, dal punto di vista religioso, egli ne restringeva la portata dal punto di vista teurgico: "Poiché esiste una differenza nei privilegi accordati agli uomini, in quanto primogeniti, al vostro posto, farei uso per le donne di parole di semplice potenza quaternaria, al fine di stabilire la loro inferiorità nei confronti dell’uomo al quale è riservata la doppia potenza". L’ammissione delle donne nell’Ordine era subordinata ad una prova diretta della "Chose", prova che era, del resto, valida anche per gli uomini. Di tale opinione era stato Saint-Martin che così si espresse in una lettera scritta il 23 Marzo 1777, tre anni dopo la morte di Martinez: "Non ho nulla da biasimare ne da approvare circa la vostra condotta nei confronti della signora di Brancas. L’esempio che ci ha dato Caignet riguardo alla signora de la Croix può darvi la risposta che desiderate. Insisto nell’opinione che le donne devono essere in piccolo numero tra noi e soprattutto esaminate con scrupolo. Ecco perché accetto senza condizioni l’articolo dei nostri Statuti che ci vietano di riceverle senza una prova diretta e fisica della stessa "Chose". Ho chiesto le prove nel mio ultimo lavoro per la signora de la Croix e poiché non mi è stato possibile averle, ho creduto di non far nulla per lei sino a quando la "Chose" non avrà parlato". Nonostante fosse contrario alle donne Martinez ne aveva ammesse alcune nell’Ordine dimostrando verso di esse una certa compiacenza. Così, egli preferiva la sig.na Chevrier al sapiente abate Rozier, oppure confidava alla signora de Lusignan le cose più segrete dell’Ordine il che faceva indispettire Bacon de la Chevalerie. Nell’albero genealogico dei membri dell’Ordine degli E. C., pubblicato da van Rijnberk, troviamo: M.me de Brancas, M.me Provensal (sorella di Willermoz), M.me de Coalin, M.me Delibaret, M.lle de Chevrier, M.me de Lusignan. La signora Provensal fu iniziata dal fratello nel 1774, con il consenso di Martinez de Pasqually che in quel tempo si trovava a San Domingo e che inviò l’autorizzazione promettendo un cerimoniale destinato alle sole donne, cerimoniale che, a quanto pare, non giunse mai a destinazione. Morto Martinez nel 1774, il suo diretto discepolo Louis Claude de Saint-Martin abbandonava le tecniche operative dei Coen per dedicarsi alla diffusione di una sua tecnica detta poi "via cardiaca" o "via del cuore", creando quella scuola che Amadou ha definito degli "Amici Intimi". Saint-Martin iniziò le donne? Non disse mai di averlo fatto. La prima donna che si conosca iniziata al grado di S. I. fu Amelie de Boisse-Mortemart e precisamente circa un secolo dopo la scomparsa di L. C. de Saint-Martin. Si giunse così al 1891 anno in cui Papus (Gerard Encausse) costituisce a Parigi il "Supremo Consiglio" composto da 10 occultisti che avevano ricevuto l’iniziazione a S. I.. Non è il caso di rifare la storia dell’Ordine Martinista, ma ci limiteremo a citare quanto scrisse, circa il nuovo Ordine, il dott. Philippe Encausse, figlio e successore di Papus: "Nel suo insieme, l’Ordine Martinista di Papus era soprattutto una scuola di cavalleria morale che si sforzava di sviluppare la spiritualità dei suoi membri, sia con lo studio di un mondo ancora ignoto ... sia con l’esercizio della devozione ... creando in ogni spirito una solida fede basata sull’osservazione ... Aperto agli uomini ed alle donne, non pretendendo dai suoi membri alcun giuramento di obbedienza passiva e non imponendo alcun dogma, accogliendo senza distinzione alcuna tutti coloro che avevano a cuore l’amore del prossimo e che desideravano lottare per il bene comune, il Martinismo di Papus ha dato a migliaia di uomini e donne la possibilità di trovare un rifugio nell’esperienza e nella filosofia degli Antichi come ebbe a precisare il compianto Teder: "In presenza del ritorno fatale alla saggezza dell’Antichità che produsse Rama, Krisna, Ermete, Mosè, Platone, Pitagora e Gesù, il Martinismo, depositario di sacre tradizioni, è uscito dalla sua volontaria oscurità aprendo i suoi santuari di scienza agli "Uomini di Desiderio", capaci di comprenderne i simboli, incoraggiando chi è pieno di ardore, allontanando chi è debole, affinché la speciale selezione dei suoi Superiori Incogniti fosse completa"". Dagli Statuti dell’Ordine Martinista (francese) per quanto concerne le donne, rileviamo: "Altro carattere del Martinismo è di accettare gli uomini e le donne. La donna è complementare all’uomo"; "L’Ordine Martinista è aperto agli uomini come alle donne di buona volontà, secondo le direttive di L. C. de Saint-Martin e quelle, successive, di Papus che hanno proclamato l’assoluta uguaglianza della donna e dell’uomo". Saint-Martin non aveva forse scritto: "l’anima, femminile non deriva dalla stessa fonte di quella che si riveste d’un corpo maschile? Non deve compiere la stessa opera? Combattere lo stesso spirito? Sperare gli stessi frutti?". (Pubblicato sulla rivista "Conoscenza" n. 3/4, 1989)
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