DISCORSO INIZIATICO
A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA
Dr. Haven
Uomo di Desiderio, Fratello Sconosciuto, tu che
cammini verso Tebe, in qualsiasi parte della nostra terra ove tu ti
trovi, è a te che io penso ed è a te che mi rivolgo. È a te che io
penso, ed è a te che io parlo; nella solitudine della preparazione,
tu hai appreso la nostra lingua madre, ed i verbi primitivi degli
Antichi sono per te come per noi, fiaccole luminose, o sconosciuto
viaggiatore che amo come un fratello. Domani tu sarai il Maestro
Potente del regno terrestre; ieri, non eri forse tu lo schiavo
dell’ultima delle razze e non servivi i serpenti della terra? Oggi
discepolo di un Maestro, incerto dell’avvenire, ancora timido, tu ti
affacci alle porte della luce. Può essere che ripassando nella tua
memoria le tappe percorse per arrivare sin qua, tu troverai qualche
nuova certezza, qualche insegnamento per il presente. Quando tu
venisti tra noi, uscendo dal mondo profano, non eri più di un
ricordo dell’uomo di cui portavi ancora il nome. Ma tutte le tue
facoltà, tutte le tue virtù, tutte le promesse fatte ai tuoi avi
erano immerse nell’oblio volontario ove avevi lasciato che
s’addormentassero. Tu appartenevi a questa massa umana concepita dal
peccato e per il peccato, viste le incoscienti ingiustizie di quelli
che ti allevarono.. Quella lugubre piatta esistenza che è quella di
questa vita umana alla quale tu appartenevi per intero.
L’uomo portatore già nel grembo materno delle tare ereditarie e così
dunque carico di un destino doloroso, nasce schiacciato dal peso di
queste “tenebrose passività”. Nasce, riceve il latte interiormente
già contagiato da questo sudiciume, e esternamente, mille
trattamenti maldestri che deformeranno il suo corpo prima ancora che
si sia formato. Delle concezioni depravate, linguaggi falsi e
corrotti vanno ad assalire tutte le sue facoltà e le spiano
dall’inizio del loro sviluppo per poi infettarle. Così viziato nel
corpo e nello spirito prima ancora d’averlo usato, egli rientra
nella ordinaria influenza di quelli che circondandolo dall’infanzia,
diffondono a caso su questa terra dei germi disordinati e cattivi.
La gioventù, la virilità, non vogliono essere che uno sviluppo
successivo di tutti questi germi. Un regime psichico quasi sempre
contrario alla natura continua a spingerlo contro il principio della
sua vita. Deviato sempre più dalla sua condotta, avido di scienza
esterna (empirica), lo porta a esteriorizzare e disperdere tutte le
facoltà del suo spirito invece di convogliarle verso questa
interiorità (spirito), facoltà che aveva ricevuto per apprendere e
prodigare tutti i tesori. Egli se ne dimentica, preso nelle sue
occupazioni frivole ed illusorie, che assumono ai suoi occhi
talmente l’apparenza della realtà che lo affaccenderanno fino alla
fine del suo tempo.. Inoltre al centro di una tempesta perenne, egli
arriva al termine della sua vita, tormentato dalle procedure di una
medicina ignorante, da una filosofia mondana ancora più dolorosa per
il suo spirito che si esauriva forse proprio allora.
Ecco da quale tipo di persone tu vieni fuori, viaggiatore ingannato,
fino a che una voce ti chiama con il tuo nome; un nome fiammeggia
nel tuo cuore e tu vai ad infoltire le file degli UOMINI DI
DESIDERIO, malgrado le paure, malgrado le previste sofferenze. Ora
quale fu la tua ascesa? Per sublimare il tuo essere, quale metodo,
quale scienza ti fu insegnata? Quelli che ti avevano chiamato,
quelli che tu amavi come fratelli, come degli amici ritrovati, ed a
cui domandavi di guidare i tuoi passi verso città luminose, ti hanno
mostrato il deserto dietro di te. Essi ti hanno fatto comprendere
che tutta l’opera, doveva essere in te; che ti occorreva no 40
giorni e 40 notti di meditazione per imparare a conoscerti, a
distinguere i tuoi amici dai tuoi nemici, le gerarchie delle loro
forze. In te stesso, nella tua anima, tu hai fatto la scoperta di
tutti i tuoi principi, deve essere così, altrimenti tu non saresti
stato rinnovato in tutti i tuoi valori, se non avessi appreso così
alte verità dalla Tradizione, se non avessi acquisito la conoscenza
intima dei nomi attraverso l’esperienza ed il sentimento.
Silenziosamente, tu attendevi da qualche parte, che morisse in te il
desiderio, e che il tuo spirito vedesse chiaro. In effetti,
lentamente, tu capisti; ti considerasti un pensiero di Dio, e che il
tuo essere reale, la tua individualità non poteva esistere che in
Lui. Uno dei segni più evidenti per il tuo avanzamento su questa via
fu il giorno in cui tu scopristi sensibilmente che le cose di questo
mondo non sono così importanti; allora, un solo sentimento spodestò
tutti i tuoi idoli e ti mostrò la differenza che separa il mondo
spirituale da questa catena di fantasmi polimorfi, fuggevoli,
incostanti, che compongono la regione naturale ove noi viviamo con i
nostri corpi. Questa fu la tua Illuminazione…. Tutto ciò che si
cerca oggi sparisce, tutto riprende il corso universale degli
Antichi Giorni.
A Nord, a Mezzogiorno, a Oriente, a Occidente, tu sei penetrato
nello spirito universale. Come Lazzaro, dopo quattro giorni
resusciti nelle tue quattro grandi facoltà primitive. Nessun riposo,
niente interruzioni, per ciò che ha risvegliato in te questa
impetuosità vitale, la tua essenza, tu dovrai allontanare da te
tutti i venditori che erano venuti a stabilire la sede dei loro
traffici nel tuo Tempio. Lo sforzo continuo, la lotta quotidiana, la
tensione perenne dell’anima: ecco le condizioni indispensabili
all’illuminazione dell’anima. Più grandi saranno i tuoi progressi e
più grandi gli ostacoli che incontrerai sul tuo cammino. In te
stesso sorgeranno dei dubbi; alcuni scettici e vuoti interlocutori
s’eleveranno per gettare il turbamento nella tua ragione ed i
miracoli che essi ti chiederanno, accolti o rifiutati che siano, ti
faranno più debole ai loro occhi, e saranno sempre vani. Tu subirai
tentazioni, minacce, prove, prima di lascia?, re il tuo deserto. Ma
questa sarà una felicità, una ferma battaglia, conoscendo la Legge.
Solo a prezzo di grandi sofferenze si ottiene la Rigenerazione.
Tutti i simboli, tutte le tradizioni ce lo insegnano. Il sole passa
al meridiano inferiore prima di apparire glorioso a Oriente; prima
che la vita ci coinvolga, bisogna che la sofferenza assoluta, lo
sconforto, la desolazione si ghiaccino nelle nostre vene e sia
distrutto in noi tutto quello che rende la sua presenza (della
Rigenerazione) impossibile. E’ attraverso questa vita di morte che
deve passare l’uomo, e più rapidamente, per conseguenza più
dolorosamente, per quelli che si svegliano e vanno in fretta. E’ la
via che hanno seguito i nostri Maestri, quella del vero Filosofo.
Terminata la prova tu lascerai il deserto, vittorioso, ed eccoti
pieno di lucidità intellettuale e di questo intimo ardore frutto del
tuo lavoro, di nuovo in cammino verso le città degli uomini. Ma tu
hai scordato i simboli materiali; non hai più niente in comune con
loro, non fai più sogni penosi. Soldato troppo forte, troppo ben
protetto contro gli illusori attacchi dei tuoi nemici, tu non sai
più comportarti nel mondo delle passività; l’egoismo o il dubbio ti
attanagliano; le terribili crisi dell’incertezza ti paralizzano, ti
prostemano. Allora, colui che era così fiero della sua altezza
(spirituale) si abbassa, ridiscende cerca un appoggio, egli nella
notte supplica che un Fratello più anziano, più istruito grazie al
possesso dei poteri, che un Adepto gli appaia e gli parli. Se tali
sono le tue angosce, spirito, Fratello del mio spirito, cuore del
mio cuore, ascoltiamo insieme quello che hanno svelato i Maestri
ritornati vivi dal Giardino di Grenades. In quattro modi, hanno
cantato la gioia; gioia delirante, gioia sovraumana, gioia violenta,
gioia fecondante.
A voi che desiderate sapere, hanno detto, apprendete. Non basta che
l’UOMO SIA UN PENSIERO DI DIO, ed è là che si ferma la nostra
Scienza, E’ ANCORA NECESSARIO CHE NE SIA UNA PAROLA. Solamente così
sarà rigenerato nella sua originale natura. Nel meraviglioso
Giardino da cui noi torniamo, nulla si compie in immobili
contemplazioni, ma nella Luce Eterna c’è un’attiva e continua
creazione. Il pensiero non può affermarsi senza crearsi intorno gli
Esseri che furono le sue operazioni e che diventeranno le sue
facoltà attive. La morte, le parole di distruzione, d’annientamento
qui sono sconosciute, dato che la vita scorre e copre le mura di
Fiori del Giardino. Sfortuna ai Profeti che insegnano le dottrine di
terrore, di odio, di distruzione: Fuggite quelli che disprezzano la
carne ed il sangue, l’Anima nella pienezza delle sue figure, poiché
tutte le promesse saranno mantenute e la rigenerazione sarà un’opera
viva.
AMA, PARLA, AGISCI.
Intorno a te, da tutti i lati, nascono dei guerrieri per sostenere
le tue opere: oggi i Poeti, tuoi Fratelli sono in strada… Parlano
alle piazze, usano i gesti come ramoscelli di palme e le parole come
spade. Ma che sia o no sia vostro destino d’essere i beati
testimoni, seminerete intorno le forze rigenerate in voi, e dunque
voi siete i depositari e non i proprietari. Siate i Terapeuti
dei materialisti e degli istintivi, le guide degli spiritualisti.
Preparatevi.
Ricordatevi le parole: “Non deve essere l’alba di luce che deve
iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e
dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua
voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare
sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente,
riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e
sradicarle dalle tenebre in cui versano.” Ecco il tuo ruolo, il tuo
dovere, UOMO RIGENERATO; tu sei un intermediario tra l’Eterno ed il
Temporale, tra il Futuro ed il Presente. Dalle parole dei Maestri,
tu comprenderai ove si arrestano i tuoi poteri, dove comincia
l’opera della Provvidenza. E’ per questo che la saggezza
Kabbalistica da ai suoi discepoli dei nomi differenti al momento
della loro nascita al mistero, alla loro conoscenza simbolica, al
loro adeptato tradizionale. Colui che legge nelle stelle le volontà
di Dio, prima che esse avvengano in terra si chiama TEKOA, l’uomo
delle sofferenze, il figlio di JOCHAI; e quando sarà insegnante, i
suoi discepoli lo chiameranno come noi lo chiamiamo da sempre:
RASCHBI, il NUOVO UOMO
Dr. Haven
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