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Astrologia come terapia dell’anima

Relazione CISAT

Clara Negri

 

 

Congresso C.I.S.A.T. di Psicologia, Psicoterapia ed Arte Napoli 2004
Con le armi dell'astrologia
Astrologia come terapia dell'anima
 
 

L'argomento che presento si rifà chiaramente al tema congressua-le e offre una nuova arma come strumento terapeutico-integrativo per i disagi o le malattie dell'anima:l'astrologia. Quest'ultima, come la mu-sica, vive di assonanze e disaccordi, di armonie perfette o contrasti stridenti ma, quando studiata e praticata come un'arte, ci porta a con-frontarci con noi stessi e con quel che chiamiamo realtà.
Cominciamo allora dal titolo del mio intervento che implicitamente suggerisce, fra tanti, almeno tre interrogativi ai quali non posso non rispondere:
Primo: l'astrologia permette di vedere l'anima?
Secondo: come curare quest'ultima, se essa si ammala?
Terzo, ma non ultimo: esiste l'anima?
E innanzitutto, accettiamo di possederla? Iniziamo dal punto tre: esiste l'anima?
L'opinione di molti, appoggiata e divulgata da quella parte di scienza materialista e meccanica a cui fa capo anche l'astronoma Margherita Hack, la rifiuta. Le argomentazioni portate a supporto sono sicuramente "logiche" e razionali, ma mancano totalmente di quella visione olistica che comprende anche l'esistenza dell'anima.
C'è poi un secondo gruppo più ristretto, sorprendentemente ricco di sostenitori non tanto appartenenti alla religione quanto alla scienza, che non nutre alcun dubbio in proposito: l'anima c'è. Ed assieme a fisici come Zichichi, Talbot, Capra, Schroeder; solo per citarne alcuni, Paul Davies, nel suo libro Dio e la nuova fisica, così si esprime: "Può sembrar strano, ma ho l'impressione che la scienza, oggi, ci indichi la strada verso Dio con maggior sicurezza di quanto non faccia la religio-ne".
Per portare avanti la mia relazione devo necessariamente schie-rarmi da una delle due parti perciò dichiaro subito di condividere in pieno le opinioni di questo secondo gruppo ed anzi, entrando nel vivo dell'argomento, credo che rifiutando di accettare la nostra controparte invisibile, sia pure discussa e contestata, creiamo uno squilibrio inte-riore che avvertiremo dolorosamente in molte situazioni della vita. Perché se l'uomo è in continua evoluzione, come sembrano ormai concordare filosofi e scienziati, questa evoluzione non può essere sol-tanto tecnologica o, peggio ancora, bellica, ma deve essere anche spirituale. E allora per vivere armoniosamente e continuare ad evol-versi, l'uomo ha bisogno di soddisfare non soltanto i bisogni del corpo e dell'Avere ma anche quelli dell'Essere o dell'Anima (intendendo per anima il nucleo profondo del sé) .
Questa semplice regola non trova molta rispondenza nella nostra realtà che ci ha visti avanzare a grandi passi nel cammino dell'evoluzione tecnologica che soddisfa, e largamente anticipa, i bi-sogni dell'Avere. Ma quelli dell'Essere? Questi ultimi vengono abitual-mente trascurati. Lo squilibrio c'è ed esso ci porta agli altri nostri interrogativi: l'anima si ammala? per quali motivi? E inoltre: come curarla, quando è ammalata?
Alla luce di quanto detto, ecco le prime possibili risposte: sì, essa si ammala perché tradisce alcune sue istanze di base. Tuttavia, fra i tanti modi per curarla, possiamo inserire anche una buona e seria a-strologia, scienza antichissima che permette appunto di vedere l'anima. Ma andiamo per passi e cominciamo dall'inizio.
E' indubbio che da quando l'Homo sapiens è su questa terra, fatte salve le debite eccezioni, non è mai felice. E se per millenni tale infelicità poteva essere attribuita alla pressante necessità di provvedere alla sua sopravvivenza, quindi al cibo e al riparo dall'inclemenza delle stagioni, oggi egli, essendo arrivato alla piena espansione tecnologica e all'era del benessere - in particolare nell'occidente - invece di essere soddisfatto e sereno, appare totalmente perso, angosciato, senza passioni e senza direzioni, disinteressato a tutto quello che non sia denaro, cibo à go-go e sesso in tutte le salse. Perché?
Dobbiamo arrenderci all'evidenza che sembriamo tutti più o meno insoddisfatti, infelici, sofferenti, in stato di grande disagio fisico o psi-chico, e non sappiamo spiegarcene la ragione, prigionieri di un'angoscia collettiva che cerchiamo di scacciare distraendo la mente il più possibile. La vita è dunque una maledizione?
Certamente essa può diventare tale se le neghiamo appunto le i-stanze dell'anima, ostinandoci a cercare sempre all'esterno la colpa del nostro disagio che preferiamo attribuire alla malasorte, al destino, all'ambiente, alla società o alla famiglia. Ma questa costante deresponsabilizzazione piuttosto che risolvere il problema lo aggrava e, quando diventa insopportabile, nel tentativo di eliminarlo almeno in parte, proviamo le strade più diverse: medicina, psicoanalisi, magia, yoga, religione e, perché no, anche l'astrologia.
Qualche volta una di queste strade, almeno temporaneamente, ci aiuta, qualche altra volta no, perché non vogliamo centrare il problema affrontando noi stessi e trovando il coraggio di dire: ho sbagliato! In-somma, ci rifiutiamo di assumerci le responsabilità della nostra vita, dei nostri pensieri, delle nostre scelte. Vogliamo ignorare che siamo, in buona misura, gli artefici del nostro destino, e tendiamo a scansare il più possibile l'impegno personale.
Dopo circa quarant'anni di militanza in campo astrologico queste mie parole sembreranno un'eresia perché molti credono che la mia disciplina sia rigorosamente determinista, ma quando arriveremo alle conclusioni del mio intervento, ci renderemo conto che non è affatto così. Oramai ho una particolare visione di questa antica arte, nata come una struttura simbolica di enorme valore che unisce il macro e il microcosmo e permette quindi di capire, guardando un cielo di nascita, cosa si cela nel profondo del nostro cuore. Non a caso studiosi eccelsi come C.G. Jung e J. Hillman non l'hanno mai sottovalutata ed anzi se ne sono avvalsi numerose volte nelle terapie dei loro pazienti.
Riprendendo quindi la prima domanda:l'astrologia permette di ve-dere l'anima? Rispondo senza esitazione: sì, essa la vede. Ma in qual modo?
Qui bisogna fare un ulteriore passo indietro. Purtroppo, a causa d'una dissacrazione costante e secolare di questa disciplina, dovuta all'oroscopone da quattro soldi offerto in tutti i tempi e in tutte le salse, molti ignorano che un oroscopo ci permette di vedere, in tempi brevis-simi, sia l'Anima che un altro importantissimo elemento, l'Ego, fattori complementari che andrebbero equilibrati e non combattuti dentro di noi. E se metaforicamente rapportiamo il nostro destino alla tastiera di un pianoforte, l'astrologia ci consente di vedere l'intera tastiera, ego incluso, e tutte le ottave che potremmo usare per suonare la nostra melodia… Noi però ci identifichiamo principalmente col nostro Ego, quindi con una sola ottava ma, come vedremo, questa disciplina per-mette appunto di vederle tutte.
Sappiamo che l'Ego è l'aspetto della personalità che ha per prima cosa bisogno di sicurezza materiale, quindi di Avere: mangiare, bere, ripararsi dal freddo o dal caldo, sentirsi importanti e realizzati e così via; poi, avvicinandosi inconsapevolmente all'anima, passa al bisogno di Essere, quindi di appartenere a qualcosa o a stare in un gruppo, alla stima verso se stessi e, in ultimo, al bisogno di autorealizzarsi. La mancata gratificazione d'un suo bisogno primario gli crea una situa-zione di grande disagio e solo quando riesce a soddisfarlo passa a quello successivo.
L'Ego però vuol gratificare ad ogni costo se stesso, anche a disca-pito degli altri, e, appunto attraverso i tanti desideri, s'avviluppa nella rete della sofferenza e della malattia, fisica o psichica. L'anima è la controparte migliore che vuole soddisfare se stessa e il tutto, anche col proprio sacrificio, e che può liberarsi, se vuole, dalla rete in cui l'avvolge l'Ego. E' comunque l'Ego che, se entra in conflitto, scatena i disagi o le malattie del corpo o dell'anima, e non quest'ultima.
Possiamo individuare l'Ego attraverso gli archetipi di Segni e Pianeti vissuti nel loro aspetto d'ombra o involutivo e l'Anima con gli stes-si archetipi, vissuti però esclusivamente nell'aspetto evolutivo. Te-nendo a bada i primi con la ferma volontà, e facendo emergere i secondi, effettueremo quel processo di crescita interiore che migliorerà non solo il nostro sistema immunitario ma permetterà spesso di arrivare sia alla guarigione fisica, in caso di malattie, che alla serenità psichica.
Questa è elementare psicologia ma per fortuna, studiando la vera astrologia, basata sulla conoscenza profonda di questi valori, e della loro doppia faccia, noi assimiliamo la tecnica più veloce per arrivare a una visione olistica di chi abbiamo di fronte. Ecco perché, a mio ve-dere, l'astrologia meriterebbe di essere conosciuta soprattutto da psi-cologi e psichiatri perché è il migliore e il più rapido test psico-diagnostico che vi sia. Il cielo di nascita offre il quadro completo di tut-te le possibili istanze interiori, nonché la via per capire sia le necessità materiali che quelle spirituali o dell'anima. Ben conoscendolo, gli ad-detti ai lavori arriverebbero in modo molto più rapido ed efficace a ri-sultati concreti, evitando di sottoporre i pazienti a sedute settimanali che si protraggono per anni.
Vedendo infatti quel che abbiamo dentro, quindi il nostro destino in potenza, effetto di quel che scegliamo in modo volontario o involon-tario, ogni qualvolta ci lamenteremo di essere vittima innocente d'un fato crudele, di non essere amati da nessuno, di ricevere solo torti e ingiustizie proiettando tutto il negativo della nostra vita sul mondo e-sterno, potremo capire, grazie all'astrologia, di aver scelto il peggio delle nostre potenzialità rifiutandoci di crescere.
La psicologia ufficiale ammette due stati di coscienza: il sonno e la veglia. Esiste però. secondo molti altri studiosi, un terzo stato, il risve-glio, perché, in realtà, quel che chiamiamo veglia, per costoro viene definito un altro modo di dormire. Il risveglio totale avviene, ahimè, in pochi individui, ma sollecitando almeno un po' gli addormentati che si proclamano svegli, certamente qualcosa può essere fatto.
Non va dimenticato, ripeto, che l'astrologia mostra soprattutto delle tendenze, ma non fa capire quali di esse seguiremo, a causa, come dicevo dianzi, della polarità degli archetipi e del nostro libero arbi-trio. Per portare un esempio, se in un tema natale trovo archetipi zodiacali a dominante marziana, quindi indicatori di forza, energia, aggressività, violenza - non potendo assolutamente stabilire il livello evolutivo del soggetto se non lo esamino di persona - mi si presentano davanti un ventaglio di possibilità che partono da quelle più basse, come asocialità o persino criminalità, passano per un livello medio che può darmi uno sportivo, un esploratore, un militare, e in ultimo arrivano a un livello superiore che può esprimersi in un individuo che canalizza le sue formidabili energie in combattimenti continui per il bene dell'umanità, vedi Gandhi con Marte giusto nel suo Ascendente Scor-pione. Allo stesso modo, una Dominante saturnina mi può dare l'egoista, l'avaro, il freddo, il duro, il pessimista, il depresso oppure il saggio, l'asceta, il modesto, il distaccato dalle passioni terrene e così via
Dall'oroscopo di nascita si possono quindi osservare tutti i nostri potenziali difetti e le nostre potenziali virtù. Sono poi questi opposti valori, attraverso le inconsapevoli scelte quotidiane, che vanno a formare il nostro destino. Noi rifiutiamo di rendercene conto ed accusiamo all'occorrenza anche le stelle di tutto quel che ci capita di spiacevole anziché ai nostri orientamenti, effetto dei nostri istinti non dominati, che ci portano in specifiche direzioni.
La conferma di quanto affermo mi è venuta dal fatto che, avendo verificato con particolare accanimento migliaia di oroscopi di perso-naggi celebri, ma soprattutto di gemelli astrali - ossia di persone non dello stesso sangue ma aventi uno stesso cielo perché nati nello stes-so giorno, mese ed anno e quasi alla stessa ora - mi è subito balzato agli occhi una singolarità: con archetipi eguali, quindi con oroscopo eguale, spesso alcuni erano divenuti dei criminali ed altri si erano perfettamente realizzati, non dico sul piano spirituale ma quantomeno in un campo specifico della loro esistenza: arte, sport, musica, spettacolo e così via. E talvolta ciò è accaduto anche con formidabili handicap iniziali che avrebbero fatto ipotizzare un'incapacità totale di reazione positiva. Mi è quindi sembrato palese che solo le anime coraggiose, quelle che hanno la forza di reagire a qualsiasi destino, pur ignorando l'astrologia, migliorano la propria vita e salvano se stesse.
Ecco perché oggi sono decisamente convinta che, se puntiamo allo sviluppo delle nostre migliori potenzialità, addormentando le peggio-ri e rifiutando un atteggiamento supino di fronte agli eventi esterni, possiamo trasformare ogni ostacolo in un'occasione di crescita interiore. La stragrande maggioranza di noi non fa alcuno sforzo personale per incamminarsi in questa direzione e, quel che è peggio, non sa nemmeno di avere i requisiti per farlo.
Da quanto detto risulta chiaro che un cielo di nascita è l'immagine perfetta di quel che potremmo essere se soltanto aderissimo ai nostri archetipi, quali che siano, nel loro significato migliore. Conoscendoli bene capiremmo quali capacità innate rinforzare per viverli con successo sul piano materiale e su quello evolutivo, e quali tenere a bada per non incorrere in disagi o malattie del corpo o dell'anima. Le ener-gie provenienti da Segni e pianeti creano disarmonia soltanto se im-pediamo la loro espressione armoniosa. Il determinismo assoluto non esiste, astra inclinant non necessitant, ed è soltanto la nostra pigrizia o cattiva volontà a non farci raccogliere i doni celesti ricevuti e a tuf-farci nella sofferenza e nel dolore. L'oroscopo, quindi, non indica affatto il nostro destino bensì quel che abbiamo ricevuto alla nascita e gli effetti che provochiamo a seconda del loro utilizzo.
Mi rendo ben conto che l'astrologia strettamente collegata alla psi-cologia, e alle libere e consapevoli scelte per evitare guai o per otte-nere una crescita interiore, è divulgata pochissimo ed ha maggiori difficoltà ad essere accettata sia dalla scienza ufficiale, che l'ignora, sia dal vasto pubblico, in quanto non appare più come sorgente di il-lusioni e si presenta anche con un linguaggio difficile fatto di archetipi, inconscio, volizioni, tendenze rimosse e così via. Tuttavia, districandoci fra queste ambigue parole, possiamo infine capire che gli astri sono il riflesso di forze che ci dominano e che vanno combattute o assecondate. Non conoscendole, e ignorando gli effetti che esse provocano in noi, non potremo mai tentare di trasformarle. Senza dubbio la trasformazione non è facile, però non va mai dimenticato che niente si ottiene senza un lungo e costante sforzo personale.
L'astrologia, così concepita, può essere paragonata all'antico pro-cesso alchemico che permetteva di trasmutare il vile piombo in oro giusto nel momento in cui l'alchimista stesso trasmutava il suo piombo interiore, inteso come forza oscura dell'anima, in oro purissimo e lucente.
Perciò, dato che l'uomo è un semplice essere in evoluzione, la cui natura superiore desidera realizzarsi quanto la natura inferiore, attraverso l'astrologia egli può capire che lo scompenso, la sofferenza o la malattia insorgono proprio quando quest'ascesa, viene bloccata. Coloro che non hanno mai avuto l'opportunità, o la voglia, di guardarsi dentro affronteranno forse un cammino più lungo prima di arrivare a qualche risultato, ma l'importante è muovere il primo passo.
Da questa prospettiva, senza dubbio responsabilizzante ma sem-plice e chiara, la mia disciplina diviene davvero un' insostituibile ed affascinante terapia dell'anima che può essere di aiuto a tutti noi.
 

Clara Negri
 

TRATTO DAL SITO "ASTRARMONIA"

http://www.astrarmonia.com/

 

 

 

 

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