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ALCHIMIA

                                

                                  

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L'Opera al Rosso

da "La Grande Opera"  

di  Claudio Carli

 

 

1.6 Rubedo - Opera al Rosso

Il processo alchemico

 è un metodo di autoconoscenza

che l’anima attraversa

 ben al di là del suo regno d’esistenza.

Mary Anne Atwood

 

Il gioiello è andato perduto nella materia

E tutti lo cercano.

Alcuni lo cercano a est

Alcuni a ovest

Alcuni nell’acqua

E alcuni tra le pietre.

Ma il servo Kabir

Ha trovato il suo valore

E lo ha accuratamente avvolto

Nel lembo del mantello del suo cuore.

 R. Tagore, Kabir 72

 

L’Albedo è una fase il cui significato venne tenuto segreto per molti secoli. Il significato della terza fase alchemica, Rubedo o rossezza, è ancor più segreto e non semplice da spiegare o capire.

Philosophia reformata, Johann Mylius, Frankfurt, 1622

L’unione del Re Rosso con la Regina Bianca, simbolo dell’unione di maschio e femmina, albedo e rubedo. Altrimenti detto, quando si è ottenuta l’albedo (avendo scoperto la luce divina nel proprio Sé), lo “spirito” deve essere saldato (l’aquila in discesa), ottenendo la Rubedo. I due leoni con una testa significano la natura unificata che è stata ottenuta. Dalla loro bocca scorre l’acqua della vita.

 

La Rubedo è la fase successiva all’Albedo. Questo è il motivo per cui sono spesso rappresentati in collegamento l’uno con l’altro, come la Regina Bianca e il Re Rosso. Una volta scoperta la luce bianca, essa deve essere resa l’unica realtà nella nostra coscienza. Dopo la discesa nell’inconscio, nel buio, negli inferi, si è trovata la luce, si è trovato lo Spirito volatile. Ora lo Spirito volatile, o argento vivo, deve essere fissato o coagulato. Ciò significa che la nostra coscienza, o attenzione, deve penetrare completamente l’inconscio, o anima, o tutto ciò che è nascosto in noi. Facendo ciò, fissiamo (cioè portiamo a coscienza) il volatile e lo rendiamo durevole. Quando tutto in noi è stato purificato e appare la Luce, dobbiamo saldare questa Luce e renderla durevole in modo che rimanga sempre presente.

 

Lo zolfo bianco ottenuto durante l’Albedo viene anche chiamato: “i corpi composti dalla pura essenza dei metalli”. I metalli sono il contenuto dell’anima, e ora sono stati ridotti alla loro pura essenza. Ora che l’anima è stata penetrata dalla pura luce, l’alchimista deve renderla permanente. 

Nelle filosofie orientali la Rubedo corrisponde alla formazione del “corpo di diamante”, un termine appropriato alla pura e permanente Pietra Filosofale.

 

Scritinium cinnabarium seu triga cinnabriorium, Godfred Schulz, Halle, 1680

L’alchimista risorto passa dal buio alla Luce.

Nel Cristianesimo corrisponde alla resurrezione di Cristo. Gesù “salda” l’indumento di luce di Cristo. Gesù ha abbandonato il suo vecchio corpo e portato il suo essere divino interiore, il corpo di Cristo, alla coscienza e lo ha reso la sua realtà. Ciò che Gesù fece duemila anni fa può essere fatto allo stesso modo da ognuno di noi, perché siamo tutti partecipi del divino, e tutti portiamo l’essenza divina, o corpo di Cristo, in noi.

Quando si è realizzata la Rubedo, l’alchimista ha accettato la sua eredità spirituale. È divenuto ciò che è sempre stato senza averlo mai saputo. Ha realizzato la sua essenza divina mentre era ancora nel suo corpo fisico. È ciò che gli gnostici chiamavano pneuma, lo spirito divino in ogni uomo, nascosto nella profonda oscurità del mondo, che può essere reso di nuovo conscio. Quando la Rubedo è stata manifestata, l’uomo è maestro sia sul mondo fisico che su quello spirituale. Egli è divenuto il Re, maestro di se stesso.

  

Quando l’unificazione di tutte le energie dei quattro aspetti della totalità è stata ottenuta, sorge un nuovo stato d’essere che non è più soggetto a cambiamenti. L’alchimia cinese lo chiama il “corpo di diamante”, che corrisponde al corpus incorruptibile (corpo intoccabile) dell’alchimia europea. È analogo anche al corpus glorificationis (corpo glorificato) della tradizione Cristiana.

Nelle tradizioni yoga, la Rubedo corrisponde all’unificazione dello spirito umano, chiamato atman, con il Brahman. L’Atman è parte del Brahman. Brahman è l’anima del Tutto, è il respiro o l’energia che scorre dentro di noi e ci dà vita e coscienza. Atman è il sé individuale, Brahman è il sé universale.

 “Come il corpo era lento, grezzo, impuro, buio e distruttibile a causa della mancanza di potenza e energia, così la rinascita lo unifica all’anima e allo spirito - vivificato e volatile, leggero e penetrante, puro, rifinito e chiaro, trasbordante di energia, indistruttibile e pieno d’energia, ed è in grado di mantenere questo stato”.

(Franciscus Kieser, 1600 ca.).

Sali al di sopra di ogni altezza, scendi più in basso di ogni profondità; ricevi tutte le impressioni sensoriali del creato: acqua, fuoco, asciutto e bagnato. Pensa che sei presente ovunque: nel mare, nella terra e in cielo; pensa che non sei mai nato e che sei ancora allo stato embrionale: giovane e vecchio, morto e nell’aldilà. Comprendi tutto allo stesso tempo: tempo, spazio, cose: qualità e quantità

(Corpus hermeticum, 1460).

 

Sento che tutte le stelle

brillano in me.

Il mondo si spacca come un’inondazione

dell’anima.

I fiori si aprono nel mio corpo.

Giovinezza di terra e d’acqua

brucia come incenso nel mio cuore,

e il respiro di ogni cosa

suona come in un flauto

attraverso i miei pensieri.

 

Claudio Carli

 

Tratto da "Esonet"

la tradizione Iniziatica tra Oriente e Occidente

www.esonet.org

 

 

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