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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

ALCHIMIA

                                

                                  

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L'Opera al Nero

da "La Grande Opera"  

di  Claudio Carli

 

 

1.3 La Nigredo – L’Opera al Nero

Il saggio non è sorpreso dalla morte,

 egli è sempre pronto ad andarsene.

La Fontane

 

Questo stato melanconico è così potente che, secondo scienziati e dottori, può attrarre demoni al corpo, anche al punto che si può entrare in confusione mentale o avere visioni.

 Agrippa

 

            Nigredo, o “nerezza”, nel linguaggio alchemico significa putrefazione, decomposizione. Con la penetrazione del fuoco esterno, il fuoco interno viene attivato e la materia inizia a putrefarsi. Il corpo si riduce alla materia prima da cui originò. Questo processo viene anche chiamato “cottura”. La terra nera è chiusa in un vaso o in una borraccia e scaldata.

 

Basilius Valentinus, Azoth, Paris, 1659

Il corpo deve essere decomposto. Ciò significa spostare la propria consapevolezza all’io interiore. I pianeti rappresentano entrambi stadi di questo processo durante il quale le energie del corpo devono essere trasmutate. La stella Saturno è nera, giacché Saturno simboleggia la Nigredo. Il Sole e la Luna sono gli opposti da unire, e il fuoco e l’aria sono gli elementi che stimolano la decomposizione. Il corvo nero è un altro simbolo della Nigredo. I due uccelli che escono dal corpo sono l’anima e lo spirito. Bisogna diventare consapevoli della propria anima e del proprio spirito. Il cerchio evidenzia l’idea dell’unione o unificazione.

 "La putrefazione è così efficace che distrugge la vecchia natura e la vecchia forma dei corpi in decomposizione, li trasmuta in un nuovo stato dell’essere per dar loro un frutto completamente nuovo. Tutto ciò che vive, muore; tutto ciò che è morto si putrefà e trova nuova vita
(Pernety, 1758)

Nella mitologia, la Nigredo rappresenta le difficoltà che l’uomo deve superare durante il suo viaggio negli inferi, ossia all’interno di se stesso. La Nigredo è talvolta definita “più nera del nero più nero”. Ercole doveva portare a termine dodici compiti quasi impossibili. Il pellegrino incontra tradizionalmente ombre, mostri, demoni. Negli antichi misteri i candidati dovevano subire prove iniziatiche difficili, a volte dolorose e addirittura pericolose.

 

Oltre alla testa di corvo (“caput corvi”), uno dei simboli della Nigredo in alchimia è la “decapitazione”. Tutti questi simboli fanno riferimento alla morte dell’uomo comune, intesa come morte del suo caos interiore e dei suoi dubbi, poiché egli è incapace di trovare da solo la verità dentro di sé. In una delle sue fatiche, Ercole pulisce le stalle di Augias, a rappresentare la pulizia di tutte le impurità interiori.

 

Johann Daniel Mylius, Philosophia reformata, Frankfurt, 1622

Un frate in meditazione in una crepa della terra mostra che l’alchimia era innanzitutto una pratica spirituale. Le due figure assomiglianti a uccelli sono l’anima e lo spirito di cui si deve divenire consapevoli.

Psicologicamente, la Nigredo è il processo in cui ci si dirige verso il ritrovamento dell’auto-conoscenza. Un problema riceve piena attenzione e viene ridotto alla sua essenza. Ciò non viene fatto in maniera esclusivamente mentale o intellettuale, ma soprattutto usando le emozioni. Con la vera immersione si causa la putrefazione, la decomposizione di ciò in cui si era incastrati.

 

Il confronto con la realtà interna è spesso doloroso e può portare alla depressione. Ma una volta entrati nella profondità del buio, con la scoperta del seme del problema - il seme nella materia prima - nasce la luce bianca (albedo, bianchezza, la fase seguente). Sorge uno stato di riposo. La presa di coscienza del problema è stata ottenuta, il problema è stato emotivamente elaborato ed emerge la conoscenza su come affrontarlo in un modo più positivo e costruire così un atteggiamento più puro.

Gli alchimisti parlavano di sciogliere “il miscuglio” (l’uomo con tutte le sue complessità) allo scopo di tornare al germe. 

Ciò da cui una cosa è stata fatta in modo naturale, attraverso quella stessa cosa deve tornare a uno stato dissolto nella sua stessa natura. Tutto deve essere dissolto e ridotto a quella forma da cui scaturì” (Anton Joseph Kirchweger, 1728)

La “Materia” deve essere spogliata delle sue superfluità per arrivare al centro che contiene tutto il nucleo del “miscuglio”. Il seme è l’essenza e contiene tutte i poteri essenziali del corpo. Bisogna arrivare al centro dei problemi, al centro delle emozioni, il centro di se stessi. Lì risiede il potere della trasformazione.

Saturno è il pianeta che simbolicamente governa la fase della Nigredo. Analogamente a Mercurio, il simbolo di Saturno viene usato, in alchimia, come simbolo del caos, della materia prima sotto forma di pietra grezza e della pietra filosofale. Questi sono tutti simboli che indicano l’uomo all’inizio del processo alchemico. Saturno, coi suoi strumenti tradizionali - la falce e la clessidra - è il dio della morte e della putrefazione, dalle quali sorgerà nuova vita. Come la lancia e la spada, la falce è uno strumento di penetrazione. Saturno è il piombo del filosofo. È il dio che causa malinconia e visioni demoniache. La “Malinconia” è un altro termine che indica la Nigredo. Dato che può sorgere la malinconia quando si lavora alchemicamente su se stessi, l’alchimista consiglia l’uso della musica per innalzare l’anima.

Saturno è anche il dio della fertilità. Da qui l’espressione alchemica: “la nostra terra nera è terra fertile”, che esprime la trasformazione della morte a nuova vita, chiaramente descritta nella tredicesima carta dei tarocchi. Per dar vita a un nuovo inizio la putrefazione è una fase necessaria. La vita stessa è un ciclo di morte e rinascita, con la continua creazione di nuova vita che da all’uomo l’opportunità di lavorare su se stesso e sforzarsi di perfezionare la propria condizione.

Gli alchimisti sostengono che la Nigredo dura quaranta giorni. Questo periodo di quaranta giorni ha un valore simbolico: Gesù digiunò per quaranta giorni nel deserto; ci sono quaranta giorni di digiuno tra la Pasqua e l’Ascensione; gli israeliti girovagarono nel deserto per quaranta giorni; il diluvio universale, con il quale Dio mondò la terra dai peccatori, durò quaranta giorni e quaranta notti; Sant’Antonio passò quaranta giorni nel Sahara, tormentato da estreme visioni erotiche e demoni.

 

Claudio Carli

 

Tratto da "Esonet"

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