Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza ALCHIMIA
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L'Opera al Bianco da "La Grande Opera"
1.5 Albedo - Bianchezza Je ne craignais pas de mourir mais de mourir sans etre illumine. (Non avevo paura di morire, ma di morire senza essere illuminato) Comte de Saint-Germain, La Tres Sainte Trinisophie
Il messaggero della luce è la stella del mattino. Così l’uomo e la donna si avvicinano all’alba della conoscenza, poiché in esso è il germe della vita, una benedizione dell’eterno. Haji Ibrahim of Kerbala
Lucifero, Lucifero, tendi la tua coda, e portami via, a tutta velocità attraverso lo stretto passaggio, la valle della morte, alla luce brillante, il palazzo degli dei. Isanatha Muni
Alla fine della Nigredo, appare una luce bianca. Siamo arrivati al secondo stadio della Grande Opera: l’Albedo, o bianchezza. L’alchimista ha scoperto dentro di sé la sorgente della sua vita, la fonte da cui l’acqua della vita scorre, donando giovinezza eterna. La sorgente è una: maschio e femmina sono uniti. Nelle immagini alchemiche vediamo una fontana da cui due flussi entrano nella stessa vasca. Albedo è la scoperta della natura ermafrodita dell’uomo. In senso spirituale, ogni uomo è ermafrodita. Questo è appurabile nella prima fase embrionale del feto. Non vi è sesso fino a dopo un certo numero di settimane dopo la concezione. Quando l’uomo discese nel mondo fisico, entrò un mondo di dualità. A livello fisico ciò si manifesta attraverso la differenziazione dei sessi. Ma il suo spirito è ancora androgino, contiene la dualità nell’unità. La sua unità non è legata allo spazio, al tempo o alla materia. La dualità è una caratteristica del nostro mondo fisico. È transitoria e infine cesserà di esistere. Quando maschio e femmina saranno di nuovo uniti si avrà l’esperienza del vero Sé. Il conscio e l’inconscio saranno completamente uniti. L’albedo avviene quando il sole sorge a mezzanotte. È un’espressione simbolica che rappresenta il sorgere del sole nel profondo del buio della nostra coscienza. È la nascita di Cristo nel cuore dell’inverno. Nel profondo di una crisi psicologica, avviene un cambiamento positivo.
Nella Bibbia viene detto, in Pietro 1.19: “finché non arriverà il giorno e la stella del mattino sorgerà nei vostri cuori”; nell’Apocalisse, 12.16, Cristo stesso dice: “Io sono la stella del mattino”, identificandosi come Portatore di Luce egli stesso. Troviamo lo stesso concetto nella letteratura mistica. In tempi antichi Lucifero era un essere di luce positivo. Un sol uomo, tale Ieronimo, cambiò significato al termine Lucifero, quando lesse una frase da Isaia 14.12 (Isaia parla con un vizioso re di Babilonia): “Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Come mai sei atterrato, signore dei popoli?”. Ieronimo usò questa frase per identificare Lucifero con il drago scacciato dal paradiso da Michele. Con l’interpretazione di un sol uomo, quindi, Lucifero fu trasformato da essere di luce splendente nel più diabolico e oscuro essere al mondo. Nell’alchimia troviamo Lucifero associato ai metalli impuri, inquinati dallo zolfo grezzo, a rappresentare che la luce dentro di noi è “oscurata” da ciò che gli alchimisti chiamano “superfluo”, le “scorie” emotive, psichiche e mentali causate dall’uomo stesso. Mercurio e Lucifero sono uno, la stessa identità. Si parla di Mercurio quando è puro: zolfo bianco, fuoco in cielo. Come “spiritus”, egli dona la vita, come “spiritus sapiens” insegna la Grande Opera all’alchimista. Lucifero è invece Mercurio impuro. Lucifero è la stella del mattino caduta dal cielo (dorato). Discese sulla terra ed è ora presente in tutti gli esseri umani. Lucifero è Mercurio misto a elementi impuri. Egli si dissolve “in zolfo e sale”, "è avvolto da corde”, “annerito da fango nero”. Teniamo presente che stiamo sempre parlando della nostra coscienza. Tutti i nostri complessi psicologici e di altra natura hanno offuscato la nostra coscienza pura, il nostro Mercurio. La luce di Mercurio che ci appare come Lucifero a causa della distorsione prodotta dalle impurità, dà l’impressione di ciò che gli alchimisti chiamano “zolfo rosso”. Lo zolfo rosso di Lucifero, come diavolo tradizionale, è in effetti un’illusione. Non esiste di per sé, perché è soltanto un’immagine, un’immagine distorta di Mercurio. Noi stessi abbiamo causato le impurità, l’oscurità che vela il nostro vero essere di luce. Lo zolfo rosso è lo stesso concetto che le filosofie orientali esprimono col termine di Maya. Maya è il mondo delle illusioni, il velo che ci impedisce di vedere e provare la realtà in cui risiede la luce eterna. Per mezzo delle impurità di Maya, l’uomo è divenuto ignorante. Ha dimenticato le sue origini e pensa di essere in un mondo che, in verità, non è che un’illusione, un’apparenza.
Nella psicologia junghiana, Venere/Afrodite è l’archetipo dell’anima (in alchimia viene rappresentata anche come “soror” o “moglie” dell’alchimista). L’anima è l’immagine collettiva della donna nell’uomo. È un’immagine particolarmente influenzata dal primo contatto con la madre. L’anima rappresenta tutte le tendenze femminili nella psiche dell’uomo, come i sentimenti, le emozioni, gli umori, l’intuizione, la ricettività per l’irrazionale, l’amore personale e l’affinità con la natura. È la detentrice dello spirituale. A seconda dello sviluppo dell’uomo, può essere la seduttrice che lo attira verso l’amore sensuale, la disperazione, la fine e addirittura la distruzione. Ulteriori immagini alchemiche che rappresentano l’Albedo sono il battesimo e la colomba bianca, entrambe derivanti dal Cristianesimo. Il battesimo rappresenta la purificazione di corpo e anima con “l’acqua viva”. L’ “acqua viva” era considerata la forza creativa del divino. Permetteva all’anima di essere accolta nella comunità dello Spirito Santo. Perciò il battesimo permette all’anima purificata di far sorgere in sé la resurrezione di Cristo. È questo lo “hieros gamos”, il “matrimonio sacro” tra anima e Cristo. Cristo rappresenta la nostra stessa essenza divina interiore. Vi sono molti altri simboli alchemici per la seconda fase, o Albedo: il cigno bianco, la rosa, la regina bianca, eccetera. Come il piombo è il metallo della Nigredo, l’argento è il metallo dell’Albedo, trasmutato dal piombo. E dato che l’argento è il metallo della luna, anche la luna è simbolo dell’Albedo. Gli alchimisti parlano anche di pietra bianca o smalto bianco. Significano tutti fondamentalmente la stessa cosa, anche se bisogna capirli nel contesto in cui furono scritti.
Tratto da "Esonet" la tradizione Iniziatica tra Oriente e Occidente
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