www.iltibetano.com

Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

ALCHIMIA

                                

                                  

   Chi siamo    Martinismo   Massoneria    Scuola Arcana    Teosofia           Gnosi       Rosacroce   Canalizzazioni

 

 

L'Opera al Bianco

da "La Grande Opera"  

di  Claudio Carli


 

1.5 Albedo - Bianchezza

Je ne craignais pas de mourir

mais de mourir sans etre illumine.

(Non avevo paura di morire,

ma di morire senza essere illuminato)

 Comte de Saint-Germain, La Tres Sainte Trinisophie

 

Il messaggero della luce

è la stella del mattino.

Così l’uomo e la donna si avvicinano

all’alba della conoscenza,

poiché in esso è il germe della vita,

una benedizione dell’eterno.

Haji Ibrahim of Kerbala

 

Lucifero, Lucifero, tendi la tua coda,

e portami via, a tutta velocità attraverso lo stretto passaggio,

la valle della morte,

alla luce brillante, il palazzo degli dei.

 Isanatha Muni

 

Alla fine della Nigredo, appare una luce bianca. Siamo arrivati al secondo stadio della Grande Opera: l’Albedo, o bianchezza. L’alchimista ha scoperto dentro di sé la sorgente della sua vita, la fonte da cui l’acqua della vita scorre, donando giovinezza eterna.

La sorgente è una: maschio e femmina sono uniti. Nelle immagini alchemiche vediamo una fontana da cui due flussi entrano nella stessa vasca.

Albedo è la scoperta della natura ermafrodita dell’uomo. In senso spirituale, ogni uomo è ermafrodita. Questo è appurabile nella prima fase embrionale del feto. Non vi è sesso fino a dopo un certo numero di settimane dopo la concezione.

Quando l’uomo discese nel mondo fisico, entrò un mondo di dualità. A livello fisico ciò si manifesta attraverso la differenziazione dei sessi. Ma il suo spirito è ancora androgino, contiene la dualità nell’unità. La sua unità non è legata allo spazio, al tempo o alla materia. La dualità è una caratteristica del nostro mondo fisico. È transitoria e infine cesserà di esistere. Quando maschio e femmina saranno di nuovo uniti si avrà l’esperienza del vero Sé. Il conscio e l’inconscio saranno completamente uniti.

L’albedo avviene quando il sole sorge a mezzanotte. È un’espressione simbolica che rappresenta il sorgere del sole nel profondo del buio della nostra coscienza. È la nascita di Cristo nel cuore dell’inverno. Nel profondo di una crisi psicologica, avviene un cambiamento positivo.

 

L'Aurore, Henri de Linthaut

Albedo, simboleggiato da Aurora, dall’alba, la stella del mattino (Venere-Afrodite), e dal sole che sorge dal Mare Filosofale.

L’Albedo viene anche rappresentata con Aurora, la dea romana dell’alba. Suo fratello è Elio, il Sole. Con un gioco di parole, Aurora è collegata con aurea hora, l’ora d’oro. È uno stato di coscienza supremo.

Pernety (1758) ebbe a dire: “Quando l’Artista (Alchimista) vede la bianchezza perfetta, i filosofi dicono che bisogna distruggere i libri, poiché sono divenuti superflui”. 

L’Albedo è anche rappresentata dalla stella del mattino Venere/Afrodite. Venere ha un posto speciale nella Grande Opera. In tempi antichi Lucifero veniva identificato col pianeta Venere. Originariamente Lucifero aveva un significato molto positivo. Il suo nome etimologicamente significa “Portatore di Luce”. Egli era infatti l’angelo che portava agli uomini la Luce della Conoscenza. Non va confuso con Satana, l’Avversario.

Nella Bibbia viene detto, in Pietro 1.19: “finché non arriverà il giorno e la stella del mattino sorgerà nei vostri cuori”; nell’Apocalisse, 12.16, Cristo stesso dice: “Io sono la stella del mattino”, identificandosi come Portatore di Luce egli stesso.

Troviamo lo stesso concetto nella letteratura mistica. In tempi antichi Lucifero era un essere di luce positivo. Un sol uomo, tale Ieronimo, cambiò significato al termine Lucifero, quando lesse una frase da Isaia 14.12 (Isaia parla con un vizioso re di Babilonia): “Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Come mai sei atterrato, signore dei popoli?”. Ieronimo usò questa frase per identificare Lucifero con il drago scacciato dal paradiso da Michele. Con l’interpretazione di un sol uomo, quindi, Lucifero fu trasformato da essere di luce splendente nel più diabolico e oscuro essere al mondo.

Nell’alchimia troviamo Lucifero associato ai metalli impuri, inquinati dallo zolfo grezzo, a rappresentare che la luce dentro di noi è “oscurata” da ciò che gli alchimisti chiamano “superfluo”, le “scorie” emotive, psichiche e mentali causate dall’uomo stesso.

Mercurio e Lucifero sono uno, la stessa identità. Si parla di Mercurio quando è puro: zolfo bianco, fuoco in cielo. Come “spiritus”, egli dona la vita, come “spiritus sapiens” insegna la Grande Opera all’alchimista. Lucifero è invece Mercurio impuro. Lucifero è la stella del mattino caduta dal cielo (dorato). Discese sulla terra ed è ora presente in tutti gli esseri umani. Lucifero è Mercurio misto a elementi impuri. Egli si dissolve “in zolfo e sale”, "è avvolto da corde”, “annerito da fango nero”. Teniamo presente che stiamo sempre parlando della nostra coscienza. Tutti i nostri complessi psicologici e di altra natura hanno offuscato la nostra coscienza pura, il nostro Mercurio.

La luce di Mercurio che ci appare come Lucifero a causa della distorsione prodotta dalle impurità, dà l’impressione di ciò che gli alchimisti chiamano “zolfo rosso”. Lo zolfo rosso di Lucifero, come diavolo tradizionale, è in effetti un’illusione. Non esiste di per sé, perché è soltanto un’immagine, un’immagine distorta di Mercurio. Noi stessi abbiamo causato le impurità, l’oscurità che vela il nostro vero essere di luce.

Lo zolfo rosso è lo stesso concetto che le filosofie orientali esprimono col termine di Maya. Maya è il mondo delle illusioni, il velo che ci impedisce di vedere e provare la realtà in cui risiede la luce eterna. Per mezzo delle impurità di Maya, l’uomo è divenuto ignorante. Ha dimenticato le sue origini e pensa di essere in un mondo che, in verità, non è che un’illusione, un’apparenza.

Les Rudiments de la Philosophie, Nicolas de Losques, Paris, 1665

L’unione di Hermes e Afrodite. La luna è sopra l’alambicco, ad indicare la fase di Albedo. Il sole in alto rappresenta la fase successiva della Rubedo. Allo stesso tempo, il sole e la luna sono gli opposti da unire. Afrodite ha due torce, una delle quali è rivolta in basso, a rappresentare le passioni inferiori da trasmutare. La torcia rivolta in alto è l’energia purificata. Afrodite è sopra un tetraedro, il perfetto corpo tridimensionale, dato che tutti gli angoli sono equidistanti, cosa che risulta in assenza di tensione.

Come già accennato sopra, Afrodite/Venere, sotto forma di stella mattutina, è un’immagine fondamentale della fase dell’Albedo della Grande Opera. Afrodite nacque dalla schiuma che scaturì quando gli organi genitali di Urano (tagliati da Chronos per odio e gelosia) caddero nel mare. Il taglio dei genitali rappresenta l’amore represso e tormentato. Il mare, simbolo dell’anima, tuttavia darà vita alla dea dell’amore. La liberazione avverrà quando saremo di nuovo coscienti dei contenuti dell’anima. Afrodite nasce dal mare; è lei quindi la guida dello spaventoso mondo dell’inconscio (il mare, o gli inferi).

L’alchimista scende in questi abissi per trovare la materia prima, chiamata anche “Leone Verde”. Il colore verde fa riferimento alle forze vitali primitive. Anche Venere ha il colore verde. Una caratteristica importante di Afrodite è che ci aiuta nelle nostre manchevolezze. Ci dà ideali e sogni da realizzare. Ma ci dà anche immagini spaventose per rendere l’uomo consapevole della sua natura inferiore.

Con la sua bellezza Venere attrae i metalli imperfetti e dà origine ai desideri, e li spinge alla perfezione e alla maturità” (Basilio Valentino, 1679).

La liberazione può avvenire soltanto divenendo coscienti della natura inferiore e di come si trasmuta.

Nella psicologia junghiana, Venere/Afrodite è l’archetipo dell’anima (in alchimia viene rappresentata anche come “soror” o “moglie” dell’alchimista). L’anima è l’immagine collettiva della donna nell’uomo. È un’immagine particolarmente influenzata dal primo contatto con la madre. L’anima rappresenta tutte le tendenze femminili nella psiche dell’uomo, come i sentimenti, le emozioni, gli umori, l’intuizione, la ricettività per l’irrazionale, l’amore personale e l’affinità con la natura. È la detentrice dello spirituale. A seconda dello sviluppo dell’uomo, può essere la seduttrice che lo attira verso l’amore sensuale, la disperazione, la fine e addirittura la distruzione.

Ulteriori immagini alchemiche che rappresentano l’Albedo sono il battesimo e la colomba bianca, entrambe derivanti dal Cristianesimo. Il battesimo rappresenta la purificazione di corpo e anima con “l’acqua viva”. L’ “acqua viva” era considerata la forza creativa del divino. Permetteva all’anima di essere accolta nella comunità dello Spirito Santo. Perciò il battesimo permette all’anima purificata di far sorgere in sé la resurrezione di Cristo. È questo lo “hieros gamos”, il “matrimonio sacro” tra anima e Cristo. Cristo rappresenta la nostra stessa essenza divina interiore.

Vi sono molti altri simboli alchemici per la seconda fase, o Albedo: il cigno bianco, la rosa, la regina bianca, eccetera. Come il piombo è il metallo della Nigredo, l’argento è il metallo dell’Albedo, trasmutato dal piombo. E dato che l’argento è il metallo della luna, anche la luna è simbolo dell’Albedo. Gli alchimisti parlano anche di pietra bianca o smalto bianco. Significano tutti fondamentalmente la stessa cosa, anche se bisogna capirli nel contesto in cui furono scritti.

 Claudio Carli

 

Tratto da "Esonet"

la tradizione Iniziatica tra Oriente e Occidente

www.esonet.org

 

 

Chi siamo Martinismo Massoneria Teosofia Scuola Arcana Gnosi Rosacroce
Messaggi Miscellanea Eventi Libri Contatti Links Ringraziamenti