Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza ALCHIMIA
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ALCHIMIA TEORIA E PRATICA Quinta Fase Alchemicadi Simon Pietro
La volta precedente abbiamo concluso la presa visione delle fasi dell’Opera al Nero, oggi parleremo in generale di quelle dell’Opera al Bianco e in particolare della prima, o quinta fase alchemica, naturalmente sempre con l’intento di trovare elementi utili alla nostra evoluzione spirituale. Le fasi dell’Opera al Bianco sono quattro: digestione, distillazione, sublimazione e separazione. Parlando di queste fasi e cominciando proprio dalla digestione, viene spontaneo pensare al percorso del cibo alimentare che, dopo una adeguata masticazione, muore rispetto ai suoi componenti e diviene un bolo alimentare. Bolo che solo così può essere digerito, distillato e sublimato in quanto ridotto in particelle microscopiche e solo così può essere assorbito a livello di crescita fisica, psichica, mentale e spirituale e può essere purificato dalle sostanze spurie. Come avviene per il cibo alimentare ormai triturato che scende nello stomaco per essere digerito, altrettanto avviene per la materia grezza già preparata, cioè ridotta in poltiglia durante l’Opera al Nero e quindi morta alla sua prima forma. Quella della ‘digestione’ è da considerarsi per l’essere umano la fase più critica della trasformazione delle energie. È il momento in cui noi, esseri umani, dobbiamo ingoiare e digerire l’ostacolo o il limite che impedisce la nostra evoluzione. È anche il momento in cui possiamo perdere la speranza di farcela e di andare avanti e può accadere, quasi spontaneamente, di mollare la presa; ma proprio perché ci accingiamo a mollare la presa, questo, diviene il momento in cui il fuoco, ovvero la passione, si stempera e diviene meno irruente e più costante; diviene fuoco trasformatore e, quasi automaticamente, il nero comincia a sbiancarsi e in noi torna la speranza. In Dom Pernety leggiamo: ‘Quando nella materia della Grande Opera compare il biancore, i filosofi dicono che la vita ha vinto la morte e il loro Re è resuscitato’. Avviene così quel momento magico di purificazione e di sublimazione che aspettavamo: dobbiamo quindi saper aspettare con pazienza questo momento, dobbiamo mandare ‘input’ di fiducia al nostro inconscio e rimanere vigili. R. Ambelain, P. Mashall, E. Zolla ed altri alchimisti associano la fase della ‘digestione’ al segno Zodiacale, ‘il Leone’ e associano il fuoco del Leone, che non è come quello irruente dell’Ariete, al fuoco che passa attraverso l’acqua che stempera e purifica, cioè come se la materia fosse posta alla particolare cottura detta, ‘a bagno maria’. Dicono anche che il fuoco del Leone è disgregante e di involuzione della materia, ma di profonda trasformazione della stessa. La materia esposta a questo fuoco costante, stemperato e duraturo, è simile ad un nostro atteggiamento esposto ad un desiderio di trasformazione vigile e perseverante. Allora la materia, come anche le nostre energie psichiche, sotto questo fuoco potranno trasformarsi, senza bruciare e potranno seguire il proprio corso di purificazione senza fretta, ma in maniera costante. Affrettarsi lentamente (Festina lente) è un motto proprio degli alchimisti. Il Leone è detto il re della foresta soprattutto perché si lancia sulla preda solo dopo avere acquisito una giusta conoscenza del territorio, della situazione e solo dopo aver dosato le proprie forze e quelle della preda. Per avere questa conoscenza delle forze interne ed esterne a noi, dobbiamo vedere le situazioni dall’alto, con distacco, allora saremo capaci, come si usa dire, di ‘digerire pure i sassi’, le malattie e le disgrazie, come se non ci appartenessero e saremo capaci di affrontarle al meglio convogliando tutte le nostre capacità. Ma perché possa avvenire questo genere di distacco da tutto ciò che dobbiamo affrontare, deve albergare in noi la certezza che non siamo solo di questo mondo e che siamo esseri spirituali e imperituri. Un esercizio, detto appunto del ‘Distacco’, molto importante da fare, per renderci conto in maniera inequivocabile della nostra parte spirituale, è quello di ripetere a noi stessi che non siamo il nostro fisico, ma possiamo e dobbiamo governarlo, che non siamo la nostra emotività e neppure la nostra mente perché possiamo gestirle, e che siamo un punto luminoso di pura energia e di consapevolezza. Se ripetessimo questo esercizio con costanza e per una quindicina di giorni, prenderemmo sempre più coscienza di essere un punto luminoso di pura energia e di consapevolezza che può, già da ora, vagare nell’infinito e guardare le cose dall’alto. Con il giusto distacco, la nostra attenzione diviene più mirata e più decisa e in questa fase alchemica potremmo cominciare a notare una certa maggiore trasparenza nel nostro modo di agire. Esempio: riuscire a correggere un nostro atteggiamento pessimista o negativo prima che questo stesso possa verificarsi in noi, sarebbe come se riuscissimo a prevedere, a trasformare e a digerire il nostro limite prima del tempo, tanto da farci sentire sicuri e liberi di raggiungere nuovi lidi sempre più elevati. Questa è senz’altro una vittoria, di cui ne sentiremmo subito i benefici, anche se l’Opera al Bianco, quella della trasformazione e dell’elevazione delle energie verso l’alto, è appena cominciata. L’Opera al Bianco (o Albedo) è propria della trasformazione anagogica delle energie e il lavoro che ci aspetta è di continue introspezione, riflessioni e profonde considerazioni, perché si possano effettuare in noi mirati e incessanti lavacri di purificazione. Premettiamo quindi che il lavoro che stiamo affrontando per l’Opera al Bianco serve per accelerare la nostra evoluzione e inizia quando la nostra rinascita avviene volutamente e coscientemente. L’uomo è il solo essere in natura che possa accelerare la propria evoluzione, senza dover seguire il naturale trasformarsi delle energie stesse. Quando si comincia a comprende che la vita che conduciamo può essere cambiata, che non è quella che appare e quando si comincia a comprendere che bisogna vivere questa vita affrontando le prove con coraggio per tornare sempre più consapevoli là da dove siamo venuti, allora vuol dire che è giunto il momento di darsi da fare. Noi che siamo giunti, seguendo il lavoro alchemico, a questo livello di trasformazione delle energie, ci adopereremo con ferma volontà e tenacia a portare biancore in noi stessi, inizieremo con l’adoperare e col potenziare le qualità che vengono attribuite al segno del Leone. Oltre al distacco e alla temperanza gli vengono attribuite quelle della consapevolezza, dell’attenzione, della perseveranza e della fiducia. Per potenziare tali qualità in noi una buona cosa è, come già sappiamo, cominciare a vivere la vita sempre all’insegna del ‘pensare positivo’, cioè cercare di vedere sempre negli accadimenti il lato vantaggioso, sia per poter agire in maniera propositiva e sia per valorizzare in noi stessi e nelle persone vicine le qualità positive. Mettere in luce tali qualità e far leva su di esse vuol dire anche acquisire sempre più fiducia in se stessi e dare fiducia agli altri. Quindi riassumendo, per realizzare questa fase alchemica, dovremo impegnarci a formare in noi una volontà o un fuoco temperato, costante e duraturo che ci permetterà di superare qualunque ostacolo o negatività senza mai perderci d’animo; dovremo impegnarci per effettuare in noi il giusto distacco; impegnarci per prendere coscienza della necessità di riconoscere e di valorizzare le nostre qualità positive. Infine sarà bene potenziare e esercitare la nostra attenzione. Se la nostra riflessione si farà sempre più attenta e mirata potremo prendere coscienza che dando spazio e potenziando le nostre qualità positive, la fiducia albergherà sempre più in noi e ci accorgeremo che non ci perderemo più tanto facilmente d’animo; scopriremo anche che solo allora sapremo aiutare veramente gli altri ad acquisire fiducia in sé stessi. Inoltre, esercitando l’attenzione, potremo finalmente prendere coscienza di quanto il pessimismo possa distruggere le nostre aspirazioni e che il nostro vero desiderio è quello di liberarcene una volta per tutte, per poter vivere la nostra vera vita. Non appena presa coscienza di quello che siamo e di ciò che vogliamo perseguire, cerchiamo di essere costanti e di vedere con chiarezza quali strumenti o esercizi sono necessari per essere sempre più preparati al lavoro di rinascita che vogliamo affrontare. Ora che siamo arrivati alle fasi dell’Opera al Bianco, possiamo dire di aver cominciato a comprendere l’importanza dei lavacri e quindi ‘dell’acqua’ come strumento di purificazione. I continui lavacri rendono sempre più trasparente a noi stessi, il nostro modo di essere. A questo punto, ogni volta che facciamo la doccia verrà spontaneo pensare se abbiamo avuto o no pensieri nocivi, se siamo stati o no pessimisti, se siamo tristi o meno e, mentre sotto l’acqua sentiamo la pelle divenire più luminosa e respirare più liberamente, cercheremo di liberarci di tali pensieri negativi: vediamoli mentre l’acqua li porta via, liberiamocene di getto, allontanandoli con un gesto della mano, e cerchiamo di pensare a quali cose positive possiamo fare e a chi è più necessario dedicarle. Cerchiamo di stemperare le nostre ansie e passioni, e di avere fiducia che con il tempo riusciremo ad esserne padroni. Noi esseri umani, quando vogliamo veramente, vinciamo sempre. ‘Volere è Potere' Quindi il nostro fuoco ovvero il desiderio di evolverci deve divenire costante, duraturo, deciso, consapevole e distaccato, ma ancora una volta dobbiamo considerare la natura del Leone che ci darà altri strumenti necessari. Il Leone, come abbiamo detto, prima di lanciarsi sulla preda, valuta tutti i lati della situazione: valuta le sue forze, le forze del nemico, la lontananza della preda, le sue capacità a raggiungerla, ma valuta soprattutto se la sua preda è digeribile e salutare. Anche noi dobbiamo stare attenti a come nutriamo la nostra psiche. Il cibo deve essere digeribile o meglio deve potersi trasformare positivamente a tutti i livelli. Tutto ciò di cui ci nutriamo deve divenire, ‘Pasto Sacro’. L’attenzione sul ‘Pasto’ è un esercizio della nostra mente necessario a indirizzare l’energia del nutrimento alla realizzazione di qualunque nostro intento. Mentre mangiamo dobbiamo pensare a nutrire la virtù che ci interessa. Tanti sono gli esercizi che possono aiutarci a potenziare le nostre qualità e ad acquisire fiducia in esse e in noi stessi, ma è sufficiente ripeterne ‘uno’, quello dal quale, mentre lo pratichiamo, sentiamo arrivarci quella carica energetica specifica per ottenere le energie a noi necessarie. Comunque il training, già presentato, sul ‘Distacco’ è da considerarsi propedeutico e molto importante per renderci consapevoli del ruolo che dobbiamo svolgere su questa terra. Praticandolo sentiremo sempre con maggiore chiarezza che siamo una ‘Scintilla Divina’ ricoperta da tanti involucri e solo allora, quando avremo raggiunto tale chiarezza, riusciremo nelle esperienze e nel lavoro a dare il meglio di noi, senza volere niente in cambio, perché avremo capito che lavorando e vivendo al meglio, senza curarci del risultato, riusciamo a toglierci di dosso tanta zavorra e vivere proiettati verso altri mondi. Per finire un altro strumento che il segno del Leone ci fornisce è quello di considerare che rappresenta la quinta casa del Sole e che nel Leone il sole e quindi anche il nostro io individuale, si apre alla comprensione, alla condivisione, all’amore e al sacrificio mirato e voluto; si apre anche alla vita sociale ai divertimenti, alle opere d’arte, insomma alla vita piena. Tutto questo delinea un atteggiamento che con attente e costanti riflessioni e con esercizi mirati, dobbiamo cercare di realizzare in noi, se vogliamo veramente superare questa fase.
TRAINING SUL ‘DISTACCO’PER L’IDENTIFICAZIONE CON IL PROPRIO SE’
Cerchiamo di fare un accurato rilassamento…… Mettiamoci seduti comodamente…… i piedi ben piantati a terra……… le mani appoggiate sulle gambe…… la schiena eretta ma non rigida…… gli occhi leggermente socchiusi…… Pensando alle braccia e alle mani mandiamogli segnali di tranquillità…. Diciamo loro: ‘Siete parti del mio corpo molto preziose, ora è bene che riposiate’…… inarchiamo la schiena mandando indietro la testa, dolcemente, per quanto è possibile….. riportiamola lentamente nella posizione originaria…… facciamo roteare, dolcemente, il capo da destra verso sinistra, per tre volte……. Altrettanto da sinistra a destra, molto lentamente……quindi rilassiamo i muscoli e torniamo nella postura naturale……. Ora contraiamo i muscoli delle gambe e delle cosce… rilassiamoli… Sentiamoci rilassati…. Così rilassato ripeto a me stesso: “Posso far rilassare il mio corpo……. Io non sono il mio corpo…… Io gestisco il mio corpo………” Immaginiamo di essere seduti sulla sponda di un lago di montagna terso e cristallino….. con la schiena appoggiata al tronco di un albero…….. La giornata è tiepida e serena……. La pace del lago si riflette in me…… I miei stati d’animo si acquietano……… Le mie emozioni negative…… i timori….. le ansie…. le paure…… si allontanano come nubi portate via dal vento…… Un pensiero triste sembra non volersi dileguare……. vorrebbe farmi ripiombare nell’ansia…… vorrebbe rompere la pace che è dentro di me…… ma io ora non voglio…… Con decisione e con fermezza…… spingo la nube oltre l’orizzonte dicendo a me stesso – ci penserò dopo - Ora sono veramente sereno e tranquillo…… come un lago di montagna terzo e cristallino……. Così sereno ripeto a me stesso…….. ‘Posso mettere in fuga le mie paure e le mie ansie, quando voglio…… Io non sono le mie emozioni…… Io gestisco le mie emozioni……..” Sono ai piedi di una collina……. la giornata di primavera….. L’aria fresca e salubre…… il cammino agevole ….. mi spingono a raggiungerne la vetta…. decido di salire sopra la vetta…… dove pregusto infinita pace…… Ecco… sono arrivato alla sommità……. L’atmosfera è magica……. Mi stendo su un tappeto di erba e margherite…… mi spoglio per prendere il sole……. Sento i pori della mia pelle respirare di quell’aria che profuma di erba fresca…… sento il canto degli uccelli….. il fruscio delle foglie….. l’infinito silenzio…… Ma un pensiero mi sfiora la mente…. La mente vorrebbe portarmi a pensare alle solite cose….. alle solite attività quotidiane….. Ma in questo momento voglio solo avere pensieri edificanti…… nuovi …creativi… diversi… con decisione e fermezza riesco ad allontanare quelli ripetitivi, dicendo loro, in maniera persuasiva…….. “ora voglio essere me stesso…… voglio conoscere, scoprire le cose belle che sono dentro di me……. Mi lascio avvolgere dall’atmosfera…….. ammiro il cielo……. Mi sento uno con esso…….. godo la pace del luogo…… rimango un po’ a godere di questa serenità…… Ripeto a me stesso…….. “Io non sono la mia mente…….. Io governo la mia mente….. Io posso indirizzarla come voglio……. E ancora…….ripeto a me stesso…… io non sono solo il mio corpo…….. non sono solo la mia emotività…… non sono solo la mia mente…… sono un’entità che si serve di queste componenti……. Ma diversa da esse……… Io sono un punto luminoso di energia e di consapevolezza…….. che sa organizzare e dirigere tutte le sue componenti…….. Sono una Scintilla Divina…… Immaginiamoci come un punto luminoso vagante per il cielo…….. rivolgiamo lo sguardo sulla terra…… sentiamo il richiamo dei nostri simili……. delle altre scintille che soffrono….. Sentiamo il nostro desiderio di illuminare i punti scuri che sono sulla terra…….. il desiderio di portare Energia……. Forza ……. Amore…… Ripetiamo a noi stessi….per tre volte…… Sono un punto luminoso di energia e di consapevolezza
Simon Pietro
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