Le Scuole Iniziatiche dell'Antica Saggezza ALCHIMIA
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ALCHIMIA TEORIA E PRATICASeconda fase alchemica di Simon Pietro
La seconda fase alchemica è detta della ‘Congelazione’. Durante lo studio e la pratica della prima fase alchemica, quella della ‘Calcinazione’, abbiamo notato che si è verificato in noi un certo ammorbidimento della nostra ‘materia grezza’, dovuto al nostro mirato e decisivo impatto su tale materia. La materia grezza era ed è in questo caso ‘il nostro pessimismo’ che abbiamo messo a macerare nell’Atanor per trasformarlo in ottimismo, tale materia ora, dopo aver messo in pratica la fase della ‘Calcinazione’, tende ad essere malleabile e a dare i suoi frutti. Il nostro pessimismo infatti non è più così granitico o radicato in noi da quando lo abbiamo preso di mira e per questo siamo più fiduciosi nell’impresa appena iniziata. In questa nuova fase cercheremo di fissare in noi il nuovo modo di rapportarci con quello che abbiamo ritenuto un nostro difetto e cercheremo di rendere stabile la nostra volontà nel cercare i lati positivi in ogni situazione. Questa fase è definita, da Elemir Zolla e da molti altri alchimisti, conversione di un liquido allo stato solido o cristallizzazione e viene associata al segno astrologico del Toro. Il fuoco dell’Ariete, nella prima fase, è servito come forza dirompente che ha spaccato le dure zolle della Terra, ma ora la forza fisica e la tenacia del Toro concretizzeranno, metteranno in atto e trasformeranno in opere concrete ogni intendimento: la Terra fiorisce in mille forme e con l’ausilio di Venere, reggente del segno, che in questo periodo brilla più che mai, tutto prenderà un nuovo aspetto e nascerà la ‘Speranza’ della vittoria. Chimicamente, la ‘Congelazione’ viene definita come un processo di raffreddamento mediante il quale si raggiunge la solidificazione delle sostanze che servono a promuovere, nel tempo, la conservazione della quantità e delle qualità originali esistenti nell’atto della congelazione. Nella prima fase infatti si è verificato un primo stato di ‘Solve’ (dove il Mercurio si è reso volatile), ora è il momento del ‘Coagula’, cioè di fissare il Mercurio. Il ‘Solve et Coagula’ sono i due momenti più importanti su cui poggia tutto il meccanismo della evoluzione e sono messi in evidenza, in maniera magistrale, nell’alchimia-ermetica. Momenti che si alternano e si ripetono all’infinito. Essi si verificano anche spontaneamente in natura e in noi; si dice infatti che attraverso i millenni il piombo si trasformerà automaticamente in ‘Oro’ e che l’uomo e l’universo, volenti o nolenti, ritorneranno purificati al Creatore. Naturalmente chi ha preso coscienza di ciò ed è sollecito della propria evoluzione, farà in modo che la risalita venga accelerata e cercherà di comprendere le chiavi che gli permetteranno di abbreviare i tempi e ridurre le reincarnazioni. Nelle due parole, ‘Solve et Coagula’, cioè nel momento dell’ammorbidimento o putrefazione della materia e nel momento della conseguente cristallizzazione si trovano proprio le chiavi per accelerare la risalita. Chi è sulla strada del risveglio comprenderà che per rendere solubile e trasformabile volutamente un composto, al livello fisico, o un modo di essere, al livello umano, è necessario, per prima cosa, analizzare e scindere nelle sue componenti più elementari e più occulte, il composto grezzo (il pessimismo in questo caso). È necessario infatti conoscere la formazione basilare di ciò che vogliamo trasformare o rettificare, dobbiamo conoscere le radici più profonde del nostro modo di essere (scendere nell’inconscio). Solo dopo aver conosciuto gli elementi primi e le qualità che compongono la materia da trasformare, dicono gli alchimisti (Visita interiora Terrae), si potrà rendere malleabile e si potrà macerare tale materia e, solo dopo la macerazione del tale materia, si potranno realizzare le fasi dell’Opera al Bianco, quelle proprie della trasformazione e purificazione (rettificando invenies ocultum lapidem). Infatti riconoscendo (invenies) gli elementi inconsci di un nostro comportamento o gli elementi occulti della materia (occultum lapidem), proprio perché componenti di base non ancora strutturati, si avrà la possibilità di farli combinare fra loro in infinite maniere e ottenere prodotti diversi per qualità, forma e sostanza, si avrà allora la possibilità di trasformare (rettificare) la materia grezza, di purificarla e di sublimarla fino a formare un nuovo prodotto sempre più nobile e più sottile. dall’Opera al Bianco o di rettificazione, allora, si potrà passare ‘all’Opera al Rosso’. Qui avremo la sublimazione (solve) e la fissazione (coagula) finale del prodotto perfezionato: L’Oro nei metalli, il Sé nell’individuo realizzato. Per avere un quadro più chiaro di come l’alchimia-ermetica possa essere una disciplina esoterica che miri alla realizzazione di tutti i mondi conosciuti o piani e alla loro unificazione finale, possiamo dire ancora una volta e più dettagliatamente che la realizzazione sul piano fisico consiste nel trovare l’oro nei metalli, cioè nel trovare quell’essenza imperitura che li accomuna tutti; che, sul piano umano, consiste nella realizzazione individuale, cioè nel trovare il Sé transpersonale o Essenza incorruttibile che unisce tutti gli esseri umani, (compimento del Piccolo Magistero o realizzazione individuale); e che, a livello universale, consiste nel trovare la reintegrazione finale (Compimento del Grande Magistero o della Grande Opera). Nel compimento della Grande Opera si realizzerà il miracolo della ‘Cosa Una’ (Tavola Smeraldina) che è l’obiettivo più importante dell’Alchimia. L’Alchimia, come altre discipline esoteriche, vuole rendere concreta e vuole svelare la divinità sulla Terra, ispirandosi a ciò che è detto nella “Tavola Smeraldina”, Tavola d’oro sfuggita miracolosamente alla distruzione della Biblioteca Alessandrina, attribuita ad ‘Ermete Trismegisto’, riconosciuto anche come il Dio Thoth, dagli egizi. In questa Tavola leggiamo: “In verità, certamente e senza alcun dubbio. Il più basso è simile in tutto al più alto e il più alto è simile in tutto al più basso, e questo perché si compia il miracolo della ‘Cosa Una’.” Gli alchimisti hanno impostato quindi le loro ricerche, i loro continui studi ed applicazioni pratiche soprattutto alla ricerca della ‘Cosa Una’, della Materia Prima, di quel ‘Quid’ universale e imperituro che è insito in tutte le cose: l’hanno ricercato, come già detto, nella natura, attraverso gli elementi (Acqua, Aria, Fuoco e Terra), attraverso i metalli e i minerali; l’hanno ricercato contemporaneamente nell’essere umano, attraverso i piani o livelli (fisico, psichico, mentale e spirituale), associabili peraltro agli elementi su detti perché composti delle stesse qualità (secco e umido, caldo e freddo, solido e liquido, aeriforme e gassoso); hanno ricercato questo ‘Quid’ o ‘Essenza’, nel Cielo, attraverso lo Zodiaco e i pianeti (composti, a seconda della fluidità, della lucentezza, della densità, del colore anche essi delle stesse qualità degli elementi. Fin dai tempi di Aristotele, le qualità dei quattro elementi vennero considerate come rappresentanti dei quattro stati della materia e cioè la terra rappresentava lo stato solido; l’acqua, lo stato liquido; l’aria, lo stato aeriforme; e il fuoco lo stato gassoso molto sottile. Alla stessa maniera anche il corpo umano, venne considerato secco e solido e fu associato all’elemento terra; l’emotività e i sentimenti a tutto ciò che era umido e fluido, quindi all’acqua; La mente considerata fredda e sottile, all’aria; lo spirito, caldo e secco, al fuoco. Anche i Segni zodiacali e i mesi dell’anno solare, come tutti sanno, da sempre sono stati divisi secondo i quattro elementi. L’Alchimia quindi ci aiuta a percepire l’ordine meraviglioso di tutto il creato e a capire come questo ordine meraviglioso sia in corrispondenza con la struttura di livelli via, via superiori. Livelli che gradualmente conducono fino alla reintegrazione finale. Possiamo dire che l’alchimia è la disciplina che, più delle altre fra quelle esoteriche, fornisce il modo specifico a ciascun individuo di conoscere e di trasformare coscientemente le proprie energie e quelle della natura e fornisce un modo concreto e autentico per conquistare determinati traguardi e salire la ‘Scala Evolutiva’, che chiameremo con gli alchimisti ‘Tretactis Ermetica’ o la ‘Scala d’Oro’ con Giacobbe, oppure ‘l‘Albero Sephirotico’ con i cabalisti. Nella ‘Tavola Smeraldina’ leggiamo ancora: “Suo Padre è il Sole e sua Madre la Luna. Il Vento l’ha portato nel suo ventre e la Terra è la sua nutrice”. (Mondo) Ispirandosi a queste parole, gli alchimisti ritenevano che il Cielo e la Terra fossero saldamente legati. Ritenevano infatti che l’Astrologia, studiando il Cielo e interpretando il significato dello Zodiaco e dei Pianeti rispetto alla natura, all’uomo e all’universo, studiasse la rappresentazione, dell’immagine degli Archetipi contenuti nell’intelletto di Dio. E ritenevano che l’Alchimia interessandosi ai significati occulti e alla ricerca della ‘Materia Prima’ insita negli elementi, nei metalli e nei minerali tutti, potesse scoprire l’Espressione Immortale dell’Essenza Divina che è alla base della ‘Vita Una’. Gli alchimisti erano tutti d’accordo nell’affermare che c’era una stretta correlazione fra quello che avveniva sulla Terra e i Pianeti. Negli scritti di Blaise de Vigenère, Alchimista contemporaneo di Paracelso (XVI secolo), si legge: “Nulla si produce sulla Terra e nell’acqua che non sia seminato dal Cielo - e ancora – Il rapporto permanente che c’è fra questi due corpi potrebbe essere raffigurato da una Piramide la cui sommità tocchi il sole e la cui base poggi sulla Terra”. Fin dalle origini dell’Alchimia pianeti e metalli si sono infatti indicati con lo stesso nome e lo stesso segno. Proloco, filosofo neoplatonico, dice: “L’Oro naturale e l’argento e ciascuno dei metalli, come anche altre sostanze, sono generati nella Terra sotto l’influenza delle divinità celesti e dei loro influssi”. E Paracelso, nel “Ciel des philosophes”, dice che ogni metallo deve la sua nascita al pianeta di cui porta il nome e che gli altri pianeti gli conferiscono le diverse qualità. Quindi, il Sole produce l’oro naturale; la Luna, l’argento naturale; il pianeta Mercurio, il mercurio naturale; il pianeta Saturno, il piombo; Marte, il ferro; Giove, lo stagno e Venere, il rame. Paracelso dice, inoltre, che ogni metallo può trasformarsi in un altro, perché tutti i metalli e i minerali sono composti essenzialmente da due elementi puri, incorruttibili, ‘lo Zolfo’ e il ‘Mercurio alato’ (che nel ‘Solve’ diviene volatile), da non confondersi con il mercurio naturale, associabili comunque all’oro e all’argento naturale, perché metalli incorruttibili in natura e associabili al Sole e alla Luna ritenuti generatori dell’oro naturale e dell’argento naturale. Lo Zolfo e il Mercurio alato erano considerati rispettivamente lo spirito e l’anima di tutti i metalli e di tutti i minerali. Sempre in Paracelso, leggiamo che le differenze che fanno distinguere i metalli gli uni dagli altri sono dovute, oltre che all’influenza dei pianeti, anche al grado di cottura, alla purezza dei componenti e agli influssi planetari, ma che una è comunque la sostanza base, l’Essenza. Questo discorso in maniera diversa riguarda anche gli esseri umani inseriti in questo mondo e circondati dallo stesso Cielo stellato. Il discorso però è diverso nei riguardi dell’essere umano in quanto l’essere umano è un microcosmo e diviene autonomo quando prende coscienza di sé, cioè sa servirsi delle forze che lo circondano per sé e per la natura e non esserne coinvolto passivamente come per un metallo, una pianta o un animale. L’Arte Regia insegna infatti un processo di trasmutazione che conduce l’individuo a prendere coscienza di sé dalla condizione che gli è propria alla condizione detta impersonale e poi universale. Ma per arrivare a prendere coscienza di sé e della propria essenza immortale, bisogna per prima cosa rendere solubile la propria materia grezza: ci occorre, quindi una prima fase, quella del solve nella quale ci siamo serviti della la luce del Sole (chiarezza di idee, razionalità), del fuoco dell’Ariete e della forza di Marte; nella seconda fase (coagula) ci occorrerà sempre la luce del Sole (chiarezza di idee), ci occorrerà la tenacia, la costanza e la forza del Toro (concretezza e azione), la bellezza e la rigogliosità di Venere (immaginazione ed emotività) per consolidare e mettere in pratica questo primo risultato. Gli alchimisti lavoravano di notte quando era necessario esporre la materia ai raggi della Luna (nell’uomo i raggi della luna indicano la necessità di una adeguata partecipazione emotiva) e lavoravano di giorno per servirsi della influenza dei raggi solari, raggi che servivano a fissare il nuovo preparato (nell’uomo, i raggi solari indicano quelli della volontà e della chiarezza di idee). E, di mese in mese, esponevano il composto alla costellazione idonea perché assorbisse le giuste energie. Anche l’essere umano deve divenire padrone e sfruttare, quando vuole e come vuole, le energie che sono in natura. Ogni costellazione comunica ed esalta in noi una determinata energia, insieme a quella del pianeta reggente e della quale ognuno di noi, se vuole può farne tesoro e servirsene (mai subirla) per le sue specifiche esigenze. Sotto l’influenza del fuoco dell’Ariete abbiamo avuto quindi la ‘Calcinazione’ che ha spaccato la terra fredda dell’inverno e ha preparato la materia grezza alla fertilità; sotto il Segno del Toro, abbiamo la ‘Congelazione’ che ci aiuterà a rendere concreto e fruttuoso e a mettere in atto questo primo passaggio. In questo periodo la natura comincia a realizzarsi, a dare i suoi frutti e Venere la rende bella e desiderabile. Mi sembra evidente che anche in noi, raggiunta questa seconda fase, con la stessa tenacia che ci suggerisce il segno del Toro e con il desiderio della rigogliosa bellezza di Venere, possiamo cominciare a vedere alcuni risultati. La speranza di migliorare e di fiorire si fa sentire forte in noi; non dobbiamo però dimenticare che siamo ancora nell’Opera al Nero, e la strada è lunga. Abbiamo appena cominciato il nostro viaggio iniziatico e possiamo dire che già a questo punto traiamo soddisfazione: abbiamo cominciato a lavorare, abbiamo rotto con gli indugi, ci sentiamo più capaci, più sicuri di noi stessi, più rispettabili e abbiamo conquistato la speranza di una vita migliore e più bella, proprio come la natura sotto il Segno del Toro.
TRAINING PER METTERE IN ATTO LA NOSTRA VOLONTA’ Facciamo un accurato rilassamento muscolare e respiratorio…… mettiamoci seduti comodamente…… le braccia appoggiate sulle gambe come corpo morto…….. la spina dorsale eretta ma non rigida e gli occhi leggermente socchiusi….. Sentiamo una dolce brezza di primavera che ci pervade….. ci rinfresca la testa ….. questa sensazione di freschezza scende lungo le spalle….. mette in fuga la tensione che è dietro la mia nuca….. mette in fuga la tensione che irrigidisce le mie spalle…… le mie braccia…. sento questa brezza scendere lungo i fianchi…… e come un balsamo distendere i muscoli dell’addome …. i muscoli delle gambe …. dei piedi……. Sento la tensione scaricarsi a terra dalle dita dei piedi…… In me non c’è più tensione…… sono rilassato…. Sono rilassato…. Sono …… Facciamo un respiro profondo….. mentre espiriamo allontaniamo da noi ogni pensiero negativo…… ogni tristezza….. mentre inspiriamo introiettiamo la forza e la pazienza di un Toro….. del toro che ara la terra …… introiettiamo la volontà e il calore del sole di primavera …. Introiettiamo la bellezza e il benessere della terra fiorente ….. Mi sento forte come un Toro….. creativo come la primavera….. Sento che posso mettere in atto tutte le mie qualità positive… tutte le mie aspirazioni ….. una alla volta si realizzeranno….. ce la farò!!!… Ce la farò ad agire e pensare sempre positivamente…. Sento che la fiducia e la speranza mi assistono….. Scaccerò le sensazioni pessimiste anche con un gesto della mano…. Anche con un urlo liberatorio….. Vedo il mio pessimismo…. i miei giudizi negativi e pregiudizi allontanarsi da me…… Sono tenace e forte come un Toro….. la mia aspirazione é chiara e lampante….. sono come la terra sotto la luce del sole……. sono ottimista…. distribuirò a tutti il mio ottimismo ….. con parole e atteggiamenti rassicuranti….. i miei frutti saranno sempre gustosi…. saranno sempre salutari, rigogliosi…… questo voglio ottenere nella vita….. Frutti certi e rigogliosi…… Sarò tenace……. ce la farò ….. troverò sempre e comunque il lato positivo in ciò che accade a me e agli altri.
Appena possibile riapriamo gli occhi e come possiamo rimettiamo in azione i nostri muscoli contraendoli e rilassandoli.
Simon Pietro
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