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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

ALCHIMIA

                                
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L’ALCHIMIA  -  ARTE REGIA

MAGIA TRASMUTATORIA

di Simon Pietro

 

La ricerca dell’Oro alchemico vuole significare non solo l’eventuale conquista della sostanza incorruttibile nei minerali, cioè l’Oro ma anche la conquista della sostanza incorruttibile nell’Uomo, cioè la sua Essenza, il suo Sé Superiore e vuol significare anche la ricerca di un modo di vivere divino e regale; questa scienza infatti è detta pure magia trasmutatoria in quanto trasmuta e transumana le capacità degli uomini elevandoli alla condizione divina ed è per questo che è stata chiamata anche ‘Arte Regia’. Questa scienza diede vita a governi equi e all’affermazione di una vera giustizia sociale, infatti i capi di governo, nel mondo antico e medioevale, vennero educati secondo questa Arte, la cui pratica fece realizzare imperi come quello Egizio, Babilonese, Azteco, Bizantino, e Grandi Monarchie come quella Etrusca, Francese, Inglese, Israeliana. L’arte Regia prepara l’individuo alla consapevolezza di un possibile fondamento di gerarchia sociale giusta: quella fondata sul benessere del prossimo e sulla grandezza d’animo di chi governa. In questi grandi governi, troviamo la scienza regia alla base tanto del potere politico che di quello religioso; Infatti tutti i poteri erano uniti nella Sacra Monarchia e i Re esercitavano a favore dei sudditi anche attività di aiuto per una elevazione morale, sociale e spirituale.

L’Arte Regia insegna in realtà un processo di trasmutazione che conduce l’iniziato, dalla condizione individuale che gli è propria a quella condizione detta ‘superindividuale’ (autorealizzazione su tutti i piani’); e quindi a quella ‘impersonale’ (realizzazione della ‘Grande Opera’, collaborare con la Volontà Divina).

Il percorso di questa Arte Trasmutatoria comincia dall’opera che gli alchimisti stessi hanno chiamato, ‘Opera al Nero’, opera lunga e faticosa che non finisce mai, nella quale si fa macerare la ‘Materia grezza’, sia del metallo, come delle forze psichiche e mentali dell’uomo. Gli alchimisti cominciarono i loro lavori scoprendo le qualità dei quattro elementi (Acqua, Aria, Fuoco, Terra), ritenuti, fin dai tempi di Aristotele, elementi basilari della creazione. Dopo ‘l’Opera al Nero’ necessaria per una presa di coscienza e per la macerazione della ‘Materia Grezza’, comincia quella detta ‘Opera al Bianco’, opera di purificazione e di trasformazione, che porterà l’alchimista a trovare l’Oro nei metalli e l’essenza incorruttibile in se stesso; lo porterà a raggiungere la sua realizzazione e a trovare ‘l’Elisir di Lunga Vita’, specie di medicina universale capace di guarire ogni malattia e di assicurare anche l’immortalità. ‘l’Opera al Rosso’ è l’Opera Somma a cui l’uomo può aspirare. Cioè: ‘Collaborare alla reintegrazione universale’, quella del mondo intero, e, per dirla con Ermete Trismegisto (Tavola di Smeraldo), ‘Per compiere il miracolo della cosa Una’, che è lo scopo ultimo della vera alchimia. Trovare l’essenza incorruttibile nei metalli e nell’uomo significa trovare l’essenza della vita ‘Una’.

Nel tempo l’alchimia si divise in alchimia ermetica e in quella detta dei soffiatori, quest’ultima si basava esclusivamente su elementi scientifici, cioè sulla natura dei minerali e da essa infatti nacque la chimica. Dagli alchimisti ermetici nacque invece ‘l’Uomo – Dio’. Le tre direzioni di ricerca alchemiche appena menzionate, quella sulla natura, sull’uomo e sul rapporto dell’uomo con l’universo, secondo gli ‘alchimisti ermetici’, sono collegate fra loro: non si può purificare la materia o il metallo, dicono, se prima non si comprende come può avvenire nell’uomo, la stessa purificazione (microcosmo – macrocosmo). È solo purificando noi stessi che possiamo capire quali possono essere gli strumenti adatti per purificare anche il mondo. Ed è per questo che non riusciremo mai a sapere se è stato trovato o meno, nel corso dei tempi, l’Oro nei metalli. Chi lo ha trovato ha scoperto sicuramente almeno un brandello della ‘Verità Vera’ e sa quale è il bene per i suoi simili, sa che può comunicare solo la procedura del cammino da compiere e offrire strumenti, sa che ognuno deve fabbricarsi l’Oro da sé; il vero alchimista non avrebbe mai potuto regalare ‘Oro’ senza andare contro i suoi stessi principi, quelli che gli hanno dato la chiara consapevolezza di quale poteva essere il bene per se stesso e per altri. La ricerca e la crescita verso l’Essenza incorruttibile deve essere voluta, individuale e cosciente.  Ed è anche per questo motivo che ci sono giunti tanti simboli diversi, per indicare la stessa fase alchemica e trasmutatoria, da paese a paese, da gruppo a gruppo di lavoro, perché ognuno ha lavorato da sé o con un suo gruppo. Comunque il significato dei simboli è sempre evidente e gli alchimisti sono stati sempre d’accordo nell’affermare che la ‘Grande Opera’ si divide in tre parti fondamentali, anzi per un periodo ne furono considerate quattro, perché si lavorava sui quattro elementi, ma poi convennero che le opere che segnavano le tappe più importanti erano tre (già menzionate Opera al Nero, Opera al Bianco, Opera al Rosso) secondo i ‘Tre Principi’ universali che sono alla base della creazione e dell’evoluzione. Questi ‘Tre Principi’ (Zolfo Principio = Spirito, Padre; Argento Principio = Madre e Sale Principio = Figlio) poi, calati nella materia formavano i quattro elementi con le loro quattro qualità. rispettivamente ‘Umido’, anima dell’Acqua; ‘Caldo’, anima dell’Aria; ‘Secco’, anima del Fuoco; ‘Freddo’, anima della Terra). Da queste qualità, elementi e principi si formerà poi il Palazzo del Re e della Regina, detta anche, ‘Tetractys Alchemica’.  

L’alchimia ermetica quindi, come abbiamo già accennato, sorge dal desiderio di mettere in atto realmente quanto si evince dai pochi scritti pervenutici di ‘Ermete Trismegisto’, (Tre Volte Grande e considerato anche il Dio Toth degli egizi)  leggiamo: ‘Ciò che è in Alto è come ciò che è in basso’ oppure  ‘Omnia ab Uno, et in unum omnia’ Tutto è Uno e l’Uno è in tutto perché si compia il ‘Miracolo della Cosa Una’, cioè perché tutto il creato ritorni all’Unità. Tenendo presente che tutto deve tornare all’unità e che in tutto esiste una stessa ‘materia prima’ o ‘Essenza’ che dà vita alla natura, all’uomo e all’universo, viene spontaneo fare le dovute associazioni.

Nell’uomo, dice Aristotele, le tre opere alchemiche, si articolano nelle sue tre componenti fondamentali: il ventre che viene ritenuto la sede della materia da sgrossare, degli istinti bassi, degli impulsi e dei desideri; il petto, sede delle emozioni in genere, da purificare e non; la testa sede del pensiero, dell’intelletto e della Luce. Queste tre parti sono anche dette Materia, Anima e Spirito.

Ma per ritornare al nostro discorso sull’alchimia diremo che gli alchimisti erano ugualmente d’accordo nel dire che le fasi trasmutatorie di passaggi interni potevano essere prese in considerazione quelle in relazione ai sette pianeti, ma potevano essere prese in considerazione anche dodici fasi in quanto queste sono in relazione, nella loro trasformazione, oltre che con i pianeti anche con due luminari (Sole e Luna)  e con i tre elementi naturali (acqua, aria e fuoco, esclusa la Terra perché considerata fra i pianeti) che raggiungono insieme il numero dodici. E, gli alchimisti, sono anche d’accordo nel dire che queste fasi sono collegate ai dodici Segni Zodiacali, quindi ai dodici mesi dell’anno e alle esperienze delle dodici case del sole. Occorre poi tenere presente che tutti i numeri ricorrenti nell’Alchimia sono numeri astronomici…… A nessuno infatti sfugge che i simboli dei metalli usati dagli alchimisti sono gli stessi di quelli dei pianeti corrispondenti a quelli del Culto Olimpico, greco–romano.

Ma guardiamo da vicino le dodici fasi alchemiche o ‘Moltiplicazioni’, così vengono anche chiamate le fasi dei processi purificatori. Esse in particolare saranno oggetto dei nostri lavori pratici in questo anno accademico. Queste fasi, che seguono i mesi dell’anno e i segni Zodiacali, ci aiuteranno a formare in noi il nostro ‘Atanor’ (Forno e Recipiente alchemico che serve per la putrefazione, trasformazione e sublimazione della materia Grezza) e, formare l’Atanor in noi, è necessario per poter far macerare la nostra ‘Materia Grezza’ o, se preferiamo, per ‘Sgrossare la Pietra’. Queste fasi sono così riportate nel libro di Elemir Zolla ‘Le Meraviglie della Natura’: all’Ariete viene associata alla fase chiamata ‘Calcinazione’; al Toro, quella chiamata ‘Congelazione’; ai Gemelli, ‘Fissazione’; al Cancro, ‘Dissoluzione’; al Leone, ‘Digestione; alla Vergine, ‘Distillazione’; alla Bilancia,  ‘Sublimazione’; allo Scorpione, ‘Separazione’; al Sagittario, ‘Incenerimento’; al Capricorno, ‘Fermentazione; all’Acquario, ‘Moltiplicazione’; ai Pesci, ‘Proiezione’. 

Simon Pietro

 

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