www.iltibetano.com

Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

LA GNOSI

                                
Chi siamo Martinismo  Massoneria Teosofia  Scuola Arcana  Gnosi Rosacroce Messaggi Miscellanea

 

 

De cruce Christi

 di Massimo Cogliandro

 
Il Vangelo gnostico di Filippo parla della croce in un modo un po' particolare, che ci permette di capire il significato della croce nel pensiero gnostico:

 

"L'apostolo Filippo disse: - Il falegname Giuseppe, avendo bisogno di legna per il suo mestiere, piantò un giardino; con gli alberi che aveva piantato fece la croce, e il suo discendente fu sospeso a quello che egli aveva piantato: il suo discendente è Gesù, l'albero è la croce.

Ma l'albero della vita è in mezzo al giardino, tuttavia è dall'ulivo che si estrae il crisma, per mezzo del quale si ha la resurrezione" (Vangelo di Filippo, 73, 10).

 

Il falegname Giuseppe rappresenta Dio, il giardino che egli pianta rappresenta il "paradiso", gli alberi che egli pianta sono l'albero della conoscenza psichica e l'albero della Vita, cioè l'albero della Conoscenza Pneumatica (Gnosi), dal cui legno si ricavano le due tavole che costituiscono la "croce" interiore dell'essere umano, cioè la sofferenza di cui è costellata la ricerca da parte dell'uomo della reintegrazione del proprio pneuma divino nel Pleroma.

Il tema della croce qui non è legato semplicemente ad un evento storico particolare, la morte di Cristo, il Messia di Israele della Comunità Essena, ma ha un evidente significato esoterico, che vuole trasmettere un messaggio rivolto a tutta l'umanità.

Il legno della croce è stato simbolicamente estratto dall'albero della Vita.

Ora, leggiamo che cosa dice l'apostolo Filippo a proposito dell'albero della Vita in un altro passo del suo Vangelo, che riporto qui di seguito unitamente alla mia spiegazione:

 

"In mezzo al Paradiso crescono due alberi: uno genera animali", cioè uomini psichici,"l'altro genera uomini", cioè uomini pneumatici. "Adamo mangiò dell'albero che genera animali: divenne animale e generò animali", cioè il primo uomo che mangiò dall'albero della Conoscenza Psichica, divenne psichico e fece dei propri figli degli uomini psichici. "Per questo i figli di Adamo venerano animali. L'albero di cui Adamo mangiò il frutto è l'albero della conoscenza. Questo è il motivo per cui aumentarono i peccati. Se egli avesse mangiato del frutto dell'altro albero, cioè del frutto dell'albero della vita" o, detto con altre parole, dell'albero della Gnosi Divina, "Quello che genera uomini, allora gli dèi venererebbero gli uomini. Poichè all'inizio Dio creò l'uomo. Ma ora gli uomini creano Dio" (Vangelo di Filippo 71, 20) .

 

Per il Vangelo di Filippo Cristo è il Messia di Israele della Comunità Essena "morto nella sofferenza” di cui parla uno dei testi trovati a Qumran e reso pubblico solo di recente:

 

(1) … il profeta Isaia, “Viene schia[ntato il folto della foresta con l’ascia] (2) [ed il Libano c]ade per mezzo del potente. Un rampollo uscirà dal tronco di Iesse, ed un virgulto spunterà dalle sue radici” (Is 10,34 – 11,1)] (3) … il rampollo di Davide. Essi entreranno in Giudizio con … (4) ed essi metteranno a morte il Principe della Comunita (Nasi  ha 'Edah), il ram[pollo di Davide]”, … (5) e con ferite, e il (sommo) sacerdote comanderà … (6) [la st]ra[ge dei] Romani … (Manoscritto di Qumran, Nasi, 4Q285, Tavola 2, Frammento 7)

 

E’ importante notare che il riferimento alla profezia di Isaia presente in questo manoscritto di Qumran è richiamato in un passo del Vangelo di Filippo in cui l’evangelista presenta ai cristiani gnostici del suo tempo “Cristo” come il Messia di Israele della Comunità Essena:

 

Perciò il Logos dice: <<L’ascia è già posta alla radice degli alberi>>. Non taglierà – ciò che viene tagliato spunta di nuovo -; l’ascia, invece, taglierà in profondità fino a estirpare la radice. Gesù ha reciso la radice di tutto il luogo, ma gli altri (soltanto) parzialmente. Quanto a noi, ognuno scavi fino alla radice del male che è in lui, lo sradichi dal suo cuore fino alla radice.

Ma esso sarà sradicato, se noi lo riconosceremo. Se, invece, lo ignoriamo si radicherà in noi e produrrà i suoi frutti nel nostro cuore (Vangelo di Filippo 83, 10-20).

 

In questo modo, Filippo fa discendere direttamente il messaggio gnostico cristiano dalla tradizione della pre-Gnosi  ebraica, cioè della Qabbalah, che ha trovato la sua massima espressione nella Comunità Essena.

Negli antichi riti di iniziazione gnostici, la morte rituale del neofita e la sua risurrezione spirituale venivano simbolicamente associate alla morte in croce del Nasi  ha 'Edah, cioè del Messia di Israele della Comunità Essena; a questo genere di morte è stato dunque associato un preciso significato esoterico, che richiamava alcune simbologie tipiche della Qabbalah.

In definitiva, possiamo dire che se nel Vangelo di Tomaso ci parla direttamente il Messia di Aronne della Comunità Essena, cioè Gesù Bar Abbà, nel Vangelo di Filippo, l’Evangelista ci parla del Messia di Israele della Comunità Essena, cioè del Nasi ha 'Edah, la figura messianica che noi chiamiamo “Cristo”, che Pilato condannerà a morte per l’azione anti-romana che era chiamato a condurre dalla tradizione essena:

(1) (L’)empietà sarà punita … (2) [il Princ]ipe della Comunità e tutto Isra[ele …] (4) sulle montagne di … (5) [i] Romani … (6) [il Princ]ipe della comunità fino al [grande] mare … (7) davanti a Israele in quel tempo … (8) si ergerà contro di loro, ed essi si aduneranno contro di loro … (9) ritorneranno alla terra asciutta in qu[el] tempo … (10) lo condurranno di fronte al Principe della comunità (Manoscritto di Qumran, Nasi, 4Q285, Tavola 2, Frammento 6) […] Essi entreranno in Giudizio con … (4) ed essi metteranno a morte il Principe della Comunita (Nasi  ha 'Edah), il ram[pollo di Davide]”, … (5) e con ferite, e il (sommo) sacerdote comanderà … (6) [la st]ra[ge dei] Romani … (Manoscritto di Qumran, Nasi, 4Q285, Tavola 2, Frammento 7)

 

Di questi due Messia, il primo, cioè Gesù Bar Abbà, come risulta dai Vangeli Psichici, è stato liberato da Pilato, mentre il secondo, cioè il Nasi ha 'Edah è stato crocifisso. La stessa tavola con la iscrizione “Iesus Nazarenus Rex Iudeorum”, conservata parzialmente nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, è stata fatta apporre da Pilato proprio perché il titolo di Nasi ha 'Edah di cui era insignito il Messia di Israele della Comunità Essena significa “Principe”. Non ci si dimentichi, inoltre, che i testi qumranici che ho appena citato mettono in risalto la discendenza davidica del Nasi ha 'Edah, cioè di Cristo. Non deve quindi meravigliare la scritta ironica posta dai Romani sulla testa del Nasi ha 'Edah crocifisso sul Golgota.

In conclusione, l'azione di Gesù Barabba e del Messia di Israele (cioè di "Cristo") faceva riferimento a tutta l'antica tradizione esoterica della Comunità Essena. La comunità gnostica che ha espresso il Vangelo di Filippo aveva una conoscenza di questa tradizione e della sua influenza sulla Chiesa primitiva di gran lunga superiore alla nostra e tutto il Vangelo di Filippo, ha la finalità di trasmettere dei contenuti teologici e antropologici di tipo gnostico, inserendoli però nel solco della antica tradizione essena e qabbalistica da cui sono originati il pensiero e l'azione dei due Messia da cui è nato il Cristianesimo.

Roma, 31/1/03 

 

 

Tratto dal sito

SOCIALISMO, GNOSTICISMO E LIBERTA' 

http://digilander.libero.it/maximusmagnus/

 

 

Chi siamo Martinismo Massoneria Teosofia Scuola Arcana Gnosi Rosacroce
Messaggi Miscellanea Eventi Libri Contatti Links Ringraziamenti